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Un altro argentino per l’Inter: arriva Gomez?

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MILANO, 16 MAGGIO – Gomez è sempre più vicino all’Inter. La conferma arriva dal suo agente, che ha ribadito il reale interesse dei neroazzurri, con i quali c’è già stato un contatto, tramite il direttore sportivo Branca. Il laterale offensivo lascerà sicuramente Catania, dopo due ottime stagioni, ma all’orizzonte ci sono i soldoni francesi del Psg a mettere i bastoni fra le ruote ai dirigenti della “beneamata”, così come il possibile interesse della Roma, in caso di approdo in giallorosso di Vincenzo Montella.

IDEALE NEL MODULO DI STRAMA, MA I TIFOSI VOGLIONO LAVEZZI – Incarna alla perfezione il laterale offensivo del 4-3-3 Stramaccioniano. Si sono alternati in quel ruolo prima Forlan, Zarate, Alvarez e poi Sneijder. Eccezion fatta per l’ex laziale nessuno di essi è di ruolo, e si è visto, a parte il n.10 olandese che con una forma fisica ritrovata, il feeling con Strama, e le immense qualità, ha saputo comunque fare la differenza. Nelle due stagioni a Catania ha dimostrato di avere grandi numeri: le doti migliori senza dubbio sono la velocità e la tecnica nel breve. Ancora poco concreto, fatica a trovare la porta, ma a chi è del suo ruolo si chiedono soprattutto assist e capacità di creare superiorità numerica. Se questo basterà all’Inter per fare uno sforzo economico, comunque vicino ai 10 mln di euro si vedrà, certo è che i tifosi interisti al “Pocho” ormai ci hanno fatto la bocca, e ritrovarsi con Gomez nel tridente offensivo titolare scatenerbbe più di qualche mugugno. L’agente ha confermato i contatti con i dirigenti neroazzurri, il Catania sà benissimo che dovrà venderlo per accontentare le ambizioni del giocatore. E’giovane, con fame di vittorie, ma non ha l’appeal di Lavezzi o di un top player. Forse a questo i tifosi interisti dovranno abituarsi, ad un mercato sottotono rispetto alle faraoniche campagnie acquisti del buon Moratti: ma il calcio, così come la società è avida e cinica: ciò che spendi, hai. Lo dimostra il ritorno al Milan al tricolore lo scorso anno, con gli ingenti investimenti per acquistare prima Ibra poi Robinho; lo dimostra la Juve oggi: nonostante gli introiti dello stadio di proprietà chiude con un passivo annuale di quasi 50 mln di euro. Avrà ancora voglia il Presidente di mettere soldi di tasca propria dopo aver vinto tutto?

“PAPU”, “PUPI”, E UN INTER SEMPRE PIU’ARGENTINA – Anche a Milano c’è un pò di Brasile-Argentina. Milan e Inter si dividono fra carioca e albiceleste, la colonia argentina sponda neroazzurra è sempre stata folta, mai come in questi anni. Capitan Zanetti, Cambiasso, Samuel, Alvarez e Milito. Uno fra Lavezzi e Gomez arriverà, Psg permettendo, e si ballerà ancora una volta il tango alla Pinetina. A volte questi grandi campioni, e alcuni di essi anche grandi uomini, sono stati tacciati come “clan”, chi decide chi va bene, e chi no, giocatori che chiamavano il Presidente per dare suggerimenti o esonerare allenatori. Chi ha consegnato l’Inter alla storia in questi anni, con 15 “tituli” vinti in 7 stagioni, ha subito anche questo. Alzi la mano chi si immagina Zanetti o Cambiasso urlare o sbattere la porta degli spogliatoi, alzare la cornetta per dire a Moratti cosa fare o non fare. Più malignamente si potrebbe pensare siano stati gli stessi brasiliani a mettere in giro queste voci: chi tra J.Cesar, Lucio o Maicon? O perchè no, il piccolo Coutinho! La storia argentina all’Inter è ricca di uomini fedeli alla maglia, da Simeone a Veron, da Crespo a Cruz, passando da Passarella alla fugace ma orgogliosa apparizione di Batistuta. La storia dell’ Inter è albiceleste e questo lo dice la storia: erano gli anni 60′, il ” Mago” di Buenos Aires, Helenio Herrera,  portava in trionfo la Grande Inter, due volte campione d’europa e del Mondo: 2010, Javier Zanetti, anch’egli da Buenos Aires, alzava la Champions al cielo. Un tango lungo quasi mezzo secolo.

Orazio Rotunno

Giornalista pubblicista, coordinatore presso SportCafe24 da oltre due anni. Amo lo sport in ogni sua forma e disciplina, raccontandolo con la voce di chi spesso non ne ha una, con un unico valore trainante. La verità: nel più profondo dei suoi significati.

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