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La conferenza stampa di Antonio Conte: fatti, ambizioni e calciomercato

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Antonio Conte, allenatore della Juventus

C_3_Media_1270849_immagine_lLe vicende di mercato lo han preceduto e han parlato per lui: se è vero che è proprio lui la mente dietro ai prestigiosi acquisti – Tevez, Llorente, Ogbonna – fatti fino ad ora, ha parlato più di quanto non potesse fare dietro un microfono, con la sua voce sempre roca, parlando attraverso i fatti. Ma ora è tempo che Antonio Conte prenda sedia e microfono e dia il via alla nuova, ambiziosa stagione juventina. Dietro di se, come argomentazioni, si porta non premesse e promesse, ma fatti: la campagna acquisti è l’indice di una Juve che vuole salire le gerarchie e imporsi in Italia come perfetto modello di riferimento di calcio adatto a vivere, non sopravvivere all’estero. Come Madame de Stael che invitò gli italiani nella seconda metà dell’ottocento ad uniformarsi agli standard del romanticismo già esploso in Europa, così Antonio Conte vuole proporre una Juventus, in Europa, pronta a farsi carico sulle sue spalle della responsabilità che il prestigio del calcio italiano attribuisce quando sei il club dominante da ormai due stagioni. Un club che sia pronto a conquistare la Champions e, soprattutto, ispirare altri prestigiosi ed affamati club italiani, dal Milan all’Inter passando per le promettentissime Napoli e Fiorentina, affinchè il nostro calcio torni a rifiorire come un tempo nel mondo, nonostante le evidenti differenze economiche tra lo stivale e gli altri paesi europei, Spagna ed Inghilterra in primis, permettano investimenti minori.

LA PRIMA PROVOCAZIONE – Ed è proprio questo uno dei punti affrontati da mister Antonio Conte nella conferenza stampa da Vinovo che apre la stagione 2013/14 della Juventus. Inevitabilmente, le prime domande ricadono sul mercato: quello, notevole, già fatto, e quello ancora ipotetico, che però per il momento rimane nelle mani degli altri. “Noi dovremo lavorare, gli altri big europei stanno troppo avanti a noi dal punto di vista economico. Mi riferisco al Bayern che prende a 36 Gotze, il Borussia con Mkhitaryan a 30, il PSG mette 63 milioni per Cavani e fa un favore al Napoli. Io avrei preferito fosse rimasto a Napoli, anche perché noi con Cavani al Napoli li abbiamo sempre battuti“. Prima conferenza stampa e, dunque, prime piccole provocazioni pre-campionato, giusto per riaccendere una rivalità, quella col Napoli, letteralmente infuocata l’anno scorso, in un’estate senza spunti di calcio giocato. Dopo il pugno, però, arriva anche una sorta di carezza per i partenopei, che Antonio Conte elegge a pretendente per il titolo per la stagione che sta per cominciare. Nonostante la partenza di Cavani. Anzi, sarà proprio la cessione dell’attaccante uruguagio a rinforzare i campani, “Perché il Napoli investirà i 63 milioni di Cavani, poi ha preso Benitez, un allenatore sottovalutato, che ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Lui è stato un grande acquisto. Ribadisco, avrei preferito che Cavani rimasse a Napoli, così non avrebbero avuto così tanto da investire“. Il Mister poi pone l’occhio sulle altre principali contendenti, rafforzatesi sul mercato: “Ci sarà l’Inter, ottima rosa, il Milan che da Gennaio in avanti con Balotelli ha perso solo con noi, ma anche la Fiorentina che con i fatti sta dimostrando di essere tutt’altro che una provinciale. L’ingaggio di Mario Gomez la mette su un altro piano. Per il calcio italiano è bello, per noi è stimolante, che siano arrivati personaggi del calibro di Mario Gomez e Rafa Benitez“. Un riferimento anche alle romane: “La Lazio ha un’ossatura forte, ha vinto la Coppa Italia, dalla Roma invece mi aspetto altri movimenti.

L’ERBA DEL VICINO.. – La sensazione che si ha sentendo queste parole è che Conte, guardando nei giardini altrui, sia un tantino insoddisfatto del proprio: nonostante la soddisfazione per gli ottimi acquisti sbarcati quest’estate a Torino, c’è l’impressione che questa Juve possa fare di più. O che, in generale, gli altri non siano disposti a fare di meno: se i bianconeri hanno speso già gran parte del loro budget per la campagna trasferimenti in entrata già in corso, altri club in Italia e all’estero hanno ancora fondi per poter investire soldi importanti su giocatori altrettanto decisivi. Un giocatore in particolare rappresenta questa differenza di fondi, e sembra suscitare un po’ di irritazione in mister Conte: trattasi di Stefan Jovetic. Si era parlato di un suo possibile arrivo a Torino anche dopo gli acquisti di Tevez e Llorente, ma quanto di vero c’è in tutto questo?Il prezzo è elevato, vale i soldi che sono stati chiesti, in questo momento andrà nella squadra che quei soldi li ha, in Italia nessuno può permetterselo. Chiaro il riferimento alle due squadre di Manchester, United e City, pronte alla battaglia per soffiarlo alla concorrenza e sottrarlo alla bellissima Firenze. Dunque, Jovetic quasi certamente non arriverà; ma l’attacco, a questo punto, è apposto così?Abbiamo aumentato la qualità dell’attacco con “soli” 9 milioni prendendo Tevez e Llorente” dice Conte. “Ora abbiamo 6 attaccanti in rosa, ho grande ammirazione per tutti i miei ragazzi, li valuterò volta per volta, guardandoli in allenamento”. Possibile, quindi, che il mercato relativo al parco attaccanti sia sì attivo, ma in uscita: le parole del mister lasciano intendere una possibile serie di cessioni per sfoltire la rosa. In particolare, c’è la necessità di trovare una sistemazione adeguata, via da Torino, ad almeno due tra Matri, Quagliarella e Giovinco; attenzione anche a Vucinic, che ha importanti offerte dall’estero, in particolare dallo Zenit.

LA FORZA DEL GRUPPO – In ogni caso, Conte si prende ogni merito e responsabilità relativamente alla campagna acquisti – e cessioni – svolta fino ad ora. Negando, soprattutto, ogni dissapore con la dirigenza, con la quale afferma di cantare all’unisono. “Spesso e volentieri si cerca di distinguere, ma io sono un tutt’uno con la società sia nel bene che nel male quando si tratta di calciomercato. Nonostante la crisi abbiamo fatto bene. Quando ci sono acquisti devono esserci vendite. Abbiamo preparato dei colpi a tempo debito, muovendoci in anticipo, avendo le idee chiare“. E quando si parla di vendite, il riferimento è anche a rinunce dolorose: una di queste è sicuramente quella di Giaccherini, trasferitosi da poco al Sunderland per 8 milioni nonostante Conte lo volesse tenere con se. Probabilmente di gravi rinunce ce ne saranno altre, ma quello che vuole fare intendere Conte è che saranno tutte, se ci saranno, al fine di un obbiettivo superiore. Obbiettivo che comprende il dimenticare il passato per concentrarsi sul futuro, “Non nel senso che bisogna ricominciare da zero, abbiamo due anni di successi, ma sappiamo che se non ci sarà umiltà e voglia di sacrificarsi giorno per giorno, con fatica, allora non faremo delle cose importanti quest’anno“. Si ricomincia da un gruppo forte, unito, che negli ultimi due anni ha dominato la scena in Italia e fatto ben figurare in Europa. Un gruppo, in ogni caso, arricchito con qualche punta di diamante in più: una su tutte, Carlitos Tevez. “L’abbiamo preso e siamo contentissimi di lui, era quello che volevamo“, dice il mister sulla punta argentina. Smorzando ogni polemica relativa al suo numero di maglia. “I numeri contano poco, la vita va avanti, non conta che numero hai sulle spalle, quello che conta è onorare la maglia“.

Giovanni Nolè

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