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Il calcio degli sceicchi e il tanto odiato Fair play finanziario
Pubblicato
10 anni fa|

Eravamo negli anni 90, il calcio era il “sentimento” del tifoso dei vari Berlusconi, Agnelli, Moratti, i nostri presidenti erano i padroni del mercato, insieme alle solite note potenze europee ed eravamo grandi protagonisti nella Champions League, con Juve, Milan e Inter sempre o quasi in fondo alla competizione. Sono gli anni in cui per noi “lo sceicco” era Massimo Moratti che porta in Italia il migliore giocatore del mondo “il fenomeno” Ronaldo, pagando la clausola di 48 miliardi soffiandolo al Barcellona, ora sarebbe utopia, prende Bobo Vieri per 90 miliardi e tanto altro. In Italia abbiamo visto in quegli anni i migliori giocatori in circolazione, il nostro campionato era il più duro, il più seguito, il più affascinante e con un giro di denaro tale da rendere il nostro sistema calcio, una macchina da business perfetta.
ARRIVA ABRAHAMOVIC – Il calcio diventa sempre più una vetrina affascinante per i grandi ricchi e i primi ad affacciarsi a questo mondo sono i petrol-russi e colui che rompe gli indugi ha un nome e un cognome: Roman Abramovich. Prende il Chelsea per un motivo forse un po’ banale, rimase affascinato dalla casa dei “blues”, Stamford Bridge, regala a Claudio Ranieri una squadra formidabile acquistando in serie Crespo,Veron, Mutu, Makelele e tanti buoni giocatori. Un nuovo modo di vedere il calcio, meno sentimentalismi e un “getto” di milioni di euro sul mercato.
ARRIVA LA CRISI – Proprio mentre i grandi ricchi dell’est si prendono il calcio mondiale, nel frattempo arrivano gli sceicchi arabi, il City, il Psg e ora il Monaco, vengono assolutamente trasformati da una dimensione “normale” a “stellare”, acquistando in pochi anni il meglio del potenziale in circolazione. E in Italia? L’Italia diventa il paese della grande crisi, dei cassa integrati e delle grandi aziende allo sbando. Se negli anni novanta, Agnelli volava con la Fiat e Berlusconi fatturava con il suo gruppo Fininvest milioni su milioni, ora devono anche loro far fronte alla difficoltà economica e, anche per un fattore morale, non disperdere milioni per il calcio.
Anche lo stesso Moratti, lo sceicco degli anni 90, vince e conquista il mondo con Mourinho, riesce a portare l’Inter lì dove la portò suo padre Angelo e dopo il 2010 decide di rientrare di una parte dei soldi spesi in passato e in serie cede tutti i suoi campioni, basti pensare ad Eto’o e Balotelli, e resta immobile sul mercato in questi anni. Diverse società minori falliscono, altre importanti come la Lazio e la Roma addirittura faticano ad iscriversi al campionato.
PLATINI E IL FAIR PLAY FINANZIARIO – Viste le importanti difficoltà economiche del calcio, non solo italiano, ma anche europeo in generale, dovuta anche ad una precedentemente gestione sconsiderata di alcune società, interviene la Fifa con il suo Fair play finanziario: entro il 2014 chi non rientra nei parametri va fuori dalle coppe europee. Essere nei parametri vuol dire che una società non può spendere più di quanto fattura e qui sorgono le domande che molti si chiedono. Come può, seguendo il fair play finanziario, una squadra come il Psg, che fattura un quarto di Real Madrid, Barcellona e Manchester, spendere sul mercato più di 200 milioni? Perchè il Malaga vittima di una gestione pessima va, secondo questo fair play, fuori dall’Europa e invece per quanto riguarda il Monaco, il Psg, il City, Platini chiude più di un occhio?
La realtà dei fatti è che il fairplay finanziario è un sistema virtuale, che in realtà esiste fino ad un certo punto. Perchè? La macchina calcio per funzionare ha bisogno di entrate importanti, lo spettacolo per andare avanti ha bisogno di benzina e la benzina la danno magnati russi e sceicchi, che rimpolpano le casse di diverse società, dando così la possibilità di riattivare il circolo del mercato. Basti pensare al solito Psg che in un anno e mezzo ha portato in Italia una quantità enorme di denaro: Pastore 42 milioni, Ibra e Thiago Silva 68 milioni, Lavezzi 32 milioni, Thiago Motta 12 milioni, Verratti 15 milioni, Sirigu 7 milioni, Sissoko 7,5 milioni, per un totale di 182 milioni di euro portati solo nel nostro campionato.
Ecco spiegato perchè Platini con la Fifa chiudono un occhio e forse entrambi sul funzionamento corretto del Fair play finanziario.
Gaetano Raele
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