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Il mal di pancia di Ibra, una storia che si ripete

MILANO, 9 MAGGIO – Molti dei recenti successi rossoneri sono arrivati grazie alle prodezze di Zlatan Ibrahimovic, fuoriclasse che spesso risulta decisivo per le sorti della squadra in cui milita. La carriera della punta svedese di origine bosniaco-croata è stata caratterizzata da un gran numero di successi che però spesso sono stati accompagnati da continue insofferenze e dalla ricerca di nuove esperienze professionali unite chiaramente a vantaggi economici non indifferenti. Tutto ciò ha fatto sì che Ibra sia diventato un autentico giramondo, non fermandosi mai più di 3 anni nella stessa squadra di club.
LE PRIME INSOFFERENZE – Dopo gli esordi nel Malmoe, la squadra della sua città natale, Ibra passa nel 2001 all’Ajax da cui nel 2004 fa il grande salto verso l’elite del calcio europeo trasferendosi in Italia alla Juventus. In bianconero rimane per due stagioni fino a quando nel 2006 scoppia lo scandalo di Calciopoli a scuotere cone un terremoto il calcio italiano. Il sodalizio piemontese viene retrocesso d’ufficio in serie B e alcuni dei suoi pezzi pregiati decidono di rimanere alla corte della vecchia signora ma Ibrahimovic rifiuta questa opportunità ritenendo che un giocatore del suo livello non possa trascorrere neanche una stagione in un campionato che non rappresenti la massima categoria. Passa così all’Inter di Moratti dove rimane per 3 stagioni fino a quando nel 2009 si trasferisce in Spagna, al Barcellona, dopo aver visto il tecnico Mourinho diventare al suo posto il centro dell’attenzione mediatica della compagine nerazzurra.
LE POLEMICHE DEGLI ULTIMI ANNI – In Catalogna le cose si complicano subito per via del conflitto con l’allenatore Guardiola con il quale il feeling fatica a sbocciare. Poco alla volta Ibrahimovic viene messo sempre più ai margini del progetto blaugrana e le insofferenze dello svedese aumentano fino a chiedere a fine stagione la cessione. Il trasferimento si concretizza puntuale come un orologio svizzero e l’attaccante ritorna in Italia, a Milano, per vestire però questa volta la casacca del Milan. In rossonero vince subito lo scudetto al primo tentativo ma già nell’estate del 2011 Ibra manifesta alcune perplessità sulla sua permanenza a Milanello tanto che in molti pensano all’ennesimo cambio di squadra. Tuttavia la mediazione di Galliani e Braida e la possibilità di giocarsi la Champions in rossonero scongiurano l’ipotesi dell’addio e il fuoriclasse svedese rimane quindi a disposizione del tecnico Massimiliano Allegri.
IL MAL DI PANCIA RECENTE – La stagione che sta per terminare non ha riservato molte soddisfazioni al Milan e a risentirne più di tutti, tanto per cambiare, sembra proprio Ibrahimovic che dopo la sconfitta del derby che ha consegnato lo scudetto alla Juventus è tornato e esprimere sulle pagine di un quotidiano svedese tutto il suo malcontento. Ibra avrebbe dichiarato di non essere abituato ad arrivare secondo e di aspettare dalla dirigenza del Milan una notevole campagna di rafforzamento della squadra per renderla competitiva e in grado di ottenere nuovi successi nella prossima stagione agonistica. Vedremo quindi se Adriano Galliani accontenterà le richieste del giocatore di maggior levatura dell’organico rossonero oppure se si andrà incontro ad una clamorosa rottura che al momento attuale risulta comunque decisamente poco probabile. In Spagna si parla di alcuni contatti avuti con il suo ex tecnico Mourinho in vista di un possibile passaggio al Real Madrid ma queste indiscrezioni al momento non trovano nessun riscontro concreto e sembrano quindi destinate a rimanere solo voci.
Ibrahimovic ha quindi sempre rappresentato un valore aggiunto per le squadre in cui ha militato ma il suo carattere ribelle unito all’appoggio del suo procuratore Mino Raiola hanno spesso portato a polemiche e conflitti con le altre componenti societarie limitando forse una carriera che, nonostante tutti i successi tra i confini nazionali, poteva essere ancora più luminosa se accompagnata da qualche alloro di prestigio in ambito internazionale, che manca quasi del tutto nel palmares del fuoriclasse svedese.
a cura di Mauro Leone
