Europa League
Chelsea-Benfica 2-1, i Blues trionfano ancora: ma era già tutto scritto?
Pubblicato
8 anni fa|

Il Chelsea batte il Benfica 2-1 e sale sul tetto d’Europa, aggiudicandosi per la prima volta la vittoria dell’Europa League. I Blues, dati per favoriti prima del fischio d’inizio, hanno faticato più del previsto per avere la meglio dei portoghesi, ma alla fine sono riusciti a rispettare i pronostici. Forse però, a ben vedere, l’epilogo finale non è mai stato davvero in discussione.
LA PRIMA VOLTA – Occhio a fraintendere. Qui non si parla né di calcio scommesse, né di partita venduta. Vogliamo semplicemente porre l’accento su alcuni particolarità che hanno reso quasi imperativo il successo del Chelsea ai danni del Benfica. A partire dalla “prima volta”: mai nessuna squadra infatti, finora, era riuscita nell’impresa di vincere consecutivamente Champions ed Europa League. A dire il vero il Porto ci era già andato vicino, quando vinse la Coppa Uefa nella stagione 2002-03 e ottenne il successo l’anno seguente in Champions League. Ma non fu la stessa cosa. Stavolta infatti, almeno fino al 25 maggio, i Blues potranno ammirare nella propria bacheca entrambi i trofei, prima di passare inevitabilmente lo scettro di campioni d’Europa a una tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Ma poco importa. Il Chelsea, questo Chelsea, è ufficialmente nella storia. E chissà ancora quanto tempo dovrà passare prima di vedere un’altra squadra riuscire in una simile impresa.
L’ADDIO PREANNUNCIATO – Come se non bastasse anche quest’anno, come la scorsa stagione, il tecnico dei Blues ha saputo con largo anticipo di essere niente più di un traghettatore. Senza possibilità di deroga, neppure vincendo l’Europa League e centrando la qualificazione in Champions. Lo scorso anno era successo a Roberto Di Matteo, questa stagione sarà il turno di Rafa Benitez. Due tecnici poco amati dai tifosi, due allenatori in grado di far ricredere anche i più scettici con vittorie prestigiose e di assoluto spessore. E poco importa se poi per Di Matteo c’è stata la riconferma: i due tecnici hanno saputo mettere da parte le numerose critiche e concentrarsi esclusivamente sul proprio lavoro. Come solo due veri professionisti sanno fare. E bando alle ciance: amati o no, entrambi sono passati alla storia. Di Matteo per il primo storico successo della Champions League, Benitez per la conquista dell’Europa League a distanza di neppure un anno.
LA BEFFA NEL FINALE – Può una squadra mandare all’aria un’intera stagione in una sola settimana? Probabilmente sì, ma il Benfica è riuscito addirittura a fare di meglio. O forse di peggio. Dopo essere stato in vantaggio in campionato per un’intera annata, sabato scorso ha subìto il sorpasso del Porto in vetta alla classifica alla penultima giornata a causa di un gol di Kelvin al 93’. E ieri la storia si è ripetuta, quando Ivanovic è svettato più in alto di tutti e ha messo alle spalle di Artur la palla del 2-1. Stesso risultato della sfida con il Porto. Sempre con il gol beffa al 93’. Così, oltre ad aver virtualmente perso il campionato al fotofinish, il Benfica si è visto sfuggire all’ultimo respiro anche la possibilità di tornare a vincere in Europa dopo 51 anni.
LA MALEDIZIONE CONTINUA – Oltre al danno anche la beffa. La maggior parte degli addetti ai lavori non ci credeva e continuerà a non crederci, ma la maledizione di Béla Guttmann continua ad aleggiare sul Benfica. Al momento del suo addio infatti, l’allora tecnico dei biancorossi aveva sentenziato che il Benfica sarebbe rimasto a digiuno di vittorie in Europa per un secolo. E da quel momento, come solo una vera maledizione sa fare, il Benfica è rimasto a secco pur disputando ben sette finali europee. Sette gare, sette sconfitte. A trionfare sono sempre stati gli altri: Milan, Inter, Manchester United, Anderlecht, PSV, ancora Milan e Chelsea. Cinque ko nella finale di Champions League, due nell’ultimo atto della Coppa Uefa/Europa League. Da quella celebre frase pronunciata da Guttmann sono passati 51 anni. Resta ancora mezzo secolo di digiuno per i portoghesi. Oltre al danno, si diceva, anche la beffa.
Matteo De Angelis
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