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Ricordando Morosini: un anno fa il dramma che ha sconvolto il calcio
LIVORNO 14 APRILE – Un anno fa, moriva in campo, il giovane calciatore Piermario Morosini, stroncato da una cardiomiopatia aritmogena, una rarissima malattia ereditaria. E così sotto gli occhi dei suoi compagni e degli avversari, davanti al pubblico ed alle telecamere, si consumava in diretta la tragedia, di un giovane 26enne, forte e determinato in campo e fuori.
Una vita sfortunata – La vita con lui non era stata buona, e Piermario già a 17 anni, aveva perso i genitori. Poi, qualche anno più tardi, il fratello, decide di togliersi la vita. Piermario stava provando a reagire grazie all’amore della sua ragazza e prendendosi cura della sorella disabile. Loro, adesso erano la sua famiglia. I lutti segnano la sua giovane vita, ma il calcio sembrava aver dato il lieto fine al Moro, che aveva realizzato il suo grande sogno: diventare un calciatore.
La carriera del Moro – Il calcio era la sua passione, ma anche la sua valvola di sfogo, diventato un lavoro grazie al suo talento. Gioca nelle giovanili dell’Atalanta, ma esordisce in serie A con l’Udinese. Poi ritenuto ancora troppo acerbo, viene mandato “a farsi le ossa” in serie B, nel Bologna prima e nel Vicenza poi, dove disputa due ottime stagioni e convince il ct della nazionale Under 21 Casiraghi a portarlo agli Europei del 2009. Poi altre due maglie diverse, quelle del Padova e della Reggina, prima di approdare al Livorno.
Muore a soli 26 anni – La sua ultima partita, quella con la vita, la perde in quel funesto Pescara-Livorno. Piermario si accascia a terra, la situazione appare tragica fin da subito . Davanti alle telecamere, si conclude la tragedia, con lo stadio ammutolito e i medici che tentano invano di strapparlo alla morte. In sua memoria, rimarrà un settore dello stadio di Livorno a lui dedicato e il ricordo di un campione, umile e riservato, tenace e dal sorriso dolce. Ieri il suo Livorno ha vinto il Varese 3-1, vittoria dedicata all’eroe sfortunato e secondo posto consolidato. Piermario sarà sicuramente fiero dei suoi compagni di squadra.
Ciao campione.
Nadia Gambino