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L’Inter nel pallone, Stramaccioni sulla graticola e Moratti gongola
Pubblicato
9 anni fa|

MILANO, 03 MARZO – La disfatta nerazzurra nell’inferno di White Hart Lane ha restituito ai tifosi l’immagine sbiadita di un’Inter borderline. Il Tottenham di AVB e Gareth Bale ha chiuso il discorso qualificazione in un battito di ciglio e solo la sontuosa prestazione di Samir Handanovic – unico top player dell’Internazionale – ha permesso ai ruderi del ‘Triplete’ di uscire dal catino inglese con un passivo meno pesante.
Andrea Stramaccioni è un tecnico ancora acerbo, ma addossare tutte le colpe della disfatta stagionale sul tecnico romano sarebbe prostituzione intellettuale allo stato puro. Il mélange di senatori e giovani talenti funziona a targhe alterne, mentre la ‘sindrome del primo tempo’ resta l’unica costante di una stagione schizzofrenica.
Zanetti è ormai un tir con le ruote sgonfie, Cambiasso e Stankovic si trascinano come dei bradipi sulle distese della linea mediana, mentre Jonathan e Alvarez sembrano usciti dal terzo remake dell’Allenatore nel Pallone. In un contesto di tale cattività anche l’adattamento dei neo-acquisti diventa pura utopia. Mateo Kovacic sembra la bella copia (ma solo esteticamente) di Philippe Coutinho, rinato al di là della Manica con la maglia dei Reds. Il katerpillar Kuzmanovic si è trasformato in una docile ape cross, mentre Schelotto mostra evidenti problemi di sovrappeso (Cassano docet).
La satira nasconde sempre dietro le sue frasi ad effetto uno squarcio di verità, in tal caso l’inefficienza del programma atletico stilato e svolto negli ultimi anni dai preparatori di Appiano Gentile. Per raggiungere gli obiettivi nel calcio moderno bisogna correre e macinare chilometri su chilometri, di conseguenza risulta intollerabile che le squadre avversarie viaggino a velocità doppia rispetto ai giocatori nerazzurri.
La triade Moratti-Ausilio-Branca, oltre ad aver toppato in sede di mercato, non ha mai messo in discussione l’operato di un mediocre staff tecnico. Ai tempi di Mourinho l’Inter divorava spazi e avversari per oltre novanta minuti, spesso anche in inferiorità numerica, ma è inutile versare lacrime amare su un passato che non tornerà mai più.
Il progetto Stramaccioni è divenuto inesorabilmente il capro espiatorio della stagione fallimentare pianificata da Massimo Moratti e dai suoi delfini, ma l’ex tecnico della Primavera resta un talento da coltivare per costruire una squadra degna di questo nome. Sfido chiunque ad ottenere più punti in campionato con un organico composto da giocatori di profilo medio-basso e campioni sul viale del tramonto .
MR
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