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Football

Le pagelle di Fiorentina-Inter 4-1: top Jovetic, flop J.Zanetti

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FiorentinaTOP FIORENTINA

JOVETIC 8 – Appena 2 gol negli ultimi 3 mesi, critiche feroci anche dalla tifoseria viola e fischi nelle ultime apparizioni al Franchi. Il punto più basso, lui e la squadra, lo toccano sabato scorso a Torino con la Juve: ma oggi torna lo Jo-jo che conosciamo. Devastante, a tutto campo, dribbling, triangoli micidiali e tiro dalla distanza. Il montenegrino che ha fatto letteralmente perdere la testa al calciomercato estivo, rimbalzando fra Juventus e Fiorentina, riprende in mano la squadra e la riporta a -2 dal terzo posto in attesa della Lazio oggi in quel di Siena. RITROVATO

LIJAIC 7.5 – Il bambino d’0ro, atteso oramai da tre stagioni, potrebbe aver trovato la serata della sua consacrazione. Talento cristallino, movenze da campione e giocate da fuoriclasse. Viste solo a tratti, discontinuo al massimo e noto alla nostra memoria più per fungere da sacco agli sfoghi di Delio Rossi che per i suoi gol, appena uno sino a ieri. Poi la serata da protagonista contro l’Inter, doppietta e continuità espressa nell’arco di tuta la partita. Firenze potrebbe aver trovato un nuovo piccolo campione, in attesa di conferme. CONSACRATO?

BORJA VALERO 7.5 – Xavi, Iniesta, Pirlo…e Borja Valero. Un assurdo? Forse, ma per quel che si è visto sino ad oggi questo spagnolo proveniente dalla serie B spagnola, e da una nobile decaduta quale il Villareal, sta stupendo l’Italia intera. Ambientamento ed approccio al nostro calcio spaziale, per uno spagnolo, da sempre razza avversa alla nostra filosofia tattica, ha il sapore del miracolo. Un centrocampista tuttofare, capace di interdire e ricucire: corre, smista, tira, si inserisce e detta i tempi di gioco. Tutto con una personalità, qualità e tranquillità disarmante. FENOMENO

AQUILANI 7- Per Brasile 2014 non vorremmo essere nei panni di Prandelli. Un centrocampo da favola, quello che l’Italia potrebbe schierare, in cui si inserisce un talento ritrovato del nostro calcio, da tempo indicato come predestinato ma mai definitivamente esploso complici i tanti infortuni. A Firenze sta trovando pace con gli acciacchi che lo hanno contraddistinto, ed ora dietro il trio delle meraviglie Pirlo-De Rossi-Marchisio c’è lui pronto a scalzare uno di questi al primo calo. Prototipo del centrocampista moderno, rappresenta quel quid in più nella mediana viola. A 29 anni potrebbe aver trovato la stabilità tanto attesa dopo una carriera da girovago, soprattutto negli ospedali. MATURATO

CUADRADO 7 – Segnatevi questo nome, ne sentiremo parlare. Non perchè fosse sconosciuto ai più, ma le potenzialità di questo giocatore sono talmente grandi che si ha la netta sensazione di aver ammirato solo una parte di quanto nelle sue possibilità sno ad ora. E questo potrebbe avvenire soprattutto col cambio di modulo di Montella, dal 3-5-2 al 4-3-3 in cui il colombiano può diventare a dir poco devastante con qualcuno a coprirli le spalle e libero di badare solo alla fase offensiva. Velocità pazzesca, dribbling ubriacante: con un minimo di saggezza tattica in più, facilmente acquisibile col tempo, questo ragazzo può diventare fra i top in Europa nel suo ruolo. DEVASTANTE

FLOP INTER

JUAN JESUS 4.5 – Sino ad ora il più in difficolta nel passaggio a 4 in difesa. Aveva esordito all’andata col Torino come centro-sinistra nella retroguardia a 3, dimostrandosi una delle rivelazioni del nostro campionato. Ieri, ma non solo, è parso completamente in balia degli avversari, confusione totale e disattenzioni mista a nervosismo che poco si addicono ad un ruolo tanto delicato. E’giovane, con grandi potenzialità e tempo per crescere: ma la sensazione è che manchi di compatibilità con un non marcatore come lui quale Ranocchia. Urge il ritorno di Samuel. SPAESATO

ZANETTI 4.5 – Non vogliamo essere blasfemi, o accusati di lesa maestà, ma la sensazione netta è che il grande capitano neroazzurro possa dare il meglio di sè ormai solo in mediana come mezzala ed affiancato da altri due corridori. Come terzino fatica troppo, il tempo lasciato a Pasqual in occasione dell’assist della prima rete ne è la dimostrazione: ma la colpa è di una società che non ha sostituito la partenza del terzino più forte al mondo in estate, puntando su Jonathan, rimediando poi sul modesto Schelotto, per il quale si è anche sacrificato Livaja. Zanetti si mette a disposizione, ma non è colpa sua se viene schierato fuori ruolo, e con mansioni non più a lui idonee. INADEGUATO

GUARIN 5 – Come non poco spesso accade, gioca con un pizzico di superficialità che guasta tutto il suo talento. Recupera diversi palloni nei primi 20 minuti, ma è poco deciso in fase di possesso palla. Specie fuori casa, è lui ad avere le qualità atletiche e tecniche utili a spaccare in due il centrocampo avversario: evidentemente stanco ed appagato, non riparte quasi mai ma permane in una posizione ibrida poco utile ai compagni. In vista del derby, urge il ritorno del miglior Guarin. ADDORMENTATO

KOVACIC 5 – Discorso simile di Zanetti, è spaesato in un centrocampo dove viene sballottolato a destra e a manca. Parte come mezzala, ma è poco coinvolto dai compagni e da un approccio alla partita troppo rinunciatario e dunque non conscono alle sue caratteristiche, certo non di interditore. Anche lui ci mette del suo, timido e tendente a prendersi poche responsabilità. Viene spostato sul 2-0 in cabina di regia, ma regala a Jovetic la rete del raddoppio con una finta non idonea nella zona di campo in questione, evidenzaindo l’enrome crescita ancora necessaria al ragazzino, comunque di soli 18 anni. INGENUO

TOP INTER

CASSANO 6 – Non solo per un gol pazzesco, il che dimostra quanto avvolte farebbe meglio a tirare anzichè ostinarsi in passaggi spettacolari ed altruismi eccessivi. E’il solo nel primo tempo a creare i minimi rischi corsi dalla difesa viola. Belle giocate tipiche del suo repertorio ed assist millimetrici che andrebbero meglio sfruttati, soprattutto in una serata no dove la minima occasione può essere letale perchè l’unica. La rete della bandiera è poi un capolavoro per potenza e precisione. 3 gol in 3 partite, con l’assenza di Milito è lui ora il giocatore chiave di questa Inter. SPERANZA

ALLENTATORI

MONTELLA 7.5 – In serate come queste cogliere la linea sottile fra la grande prestazione di chi vince, e la epssima di chi perde è difficile. Ma il giudizio va oltre la serata di ieri: Vincenzo Montella ha creato una squadra rivoluzionata in estate, capace di esprimere nettamente il miglior calcio in Italia con interpreti di assoluto valore ma rivitalizzandone anche altri. Gonzalo, Pizarro e Toni tre esempi su tutti. La netta sensazione che avesse un attaccante degno di tal nome da affiancare a Jovetic, al di là dei miracoli di Toni e della serata magica di Lijaic, questa squadra potrebbe tranquillamente piazzarsi alle spalle della Juventus in un campionato dal livello molto equilibrato, verso il basso. Qualche punto di troppo perso anche nell’avvicendamento fra portieri non di prim’ordine: ciò non toglie che Montella si stia guadagnando l’etichetta di miglior allenatore emergente del nostro calcio. PROMESSA

STRAMACCIONI 4 – E’la quinta partita che perdiamo dopo l’impegno europeo, ho sottovalutato la stanchezza“. Ok la giovane età ed inesperienza, ma non bastavano 4 precedenti per trarre insegnamento? Ieri sono andati in campo 10/11 dei reduci dalla vittoria col Cluj. Ma certo questi atleti milionari non potevano essere talmente stanchi già dopo 15 minuti da prendere bastonate dalla Fiorentina. C’è di più, e forse l’exploit di inizio stagione lo ha celato: questa squadra manca di identià e gioco, è evidente. Dire che non è squadra potrebbe sembrare eccessivo, ma gioca troppo sugli avversari e sulle invenzioni dei singoli. Fatto sta che l’Inter tutt’oggi è in linea con gli obiettivi di inizio stagione: terzo posto ad un punto in attesa della Lazio, ottavi di Europa League ad un passo e finale di Coppa Italia ad un solo gol. Senza Milito tutto sarà più difficile, tocca a Strama dimostrare chi è davvero. SOTTO ESAME

Orazio Rotunno

 

 

 

Giornalista pubblicista, coordinatore presso SportCafe24 da oltre due anni. Amo lo sport in ogni sua forma e disciplina, raccontandolo con la voce di chi spesso non ne ha una, con un unico valore trainante. La verità: nel più profondo dei suoi significati.