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Overvaluation, Quaresma: simbolo di un calcio che non c’è più
LISBONA, 5 FEBBRAIO – Ricardo Quaresma, ed i bei tempi che furono. Non tanto perchè ricordare l’eccentrico portoghese evochi ricordi piacevoli per le indimenticabili giocate dell’ex n.7 neroazzurro, quanto per la ricchezza che in abbondanza faceva da padrona nel nostro calcio. Talmente tanta, che potevano essere elargiti in pompa magna 18,5 milioni di euro più Pelè. Non il mitico brasiliano, anche per Paperon Moratti sarebbe stato troppo all’epoca, ma un centrocampista brasiliano il cui cartellino fu valutato 6 milioni. Per un totale di: 24,5 milioni di euro per Ricardo Quaresma. Detto Trivela, ma anche Mustang, Ciganito e persino Harry Potter. Con una bella magia, il lusitano è sparito dal nostro calcio e non solo: ora, a soli 29 anni, ha già scelto la bella vita di Dubai nell’Al-Ahli anzichè risollevare una carriera terminata troppo presto. O forse mai iniziata. Ripercorriamo la sua storia: Ricardo Quaresma, simbolo di un calcio che non c’è più.
SPORTING D’ORO, DA CR7 A QUARESMA: L’ILLUSIONE – Che ci crediate o meno, tra il 20o0 ed il 2003 Ricardo Quaresma era qualcuno. Ma non uno dei tanti talenti nati con grandi prospettive rimaste inespresse: vince l’Europeo Under 16 a soli 17 anni col Portogallo, ma soprattutto trionfa in campionato vincendo il titolo alla sua prima stagione in prima squadra con lo Sporting Lisbona, realizzando 3 gol in 28 presenze a soli 18 anni. 2 trofei in 2 anni, che lo consacrano a livello nazionale ed internazionale come uno dei prospetti maggiori del calcio europeo. In estate un altro fenomeno sta per affacciarsi al grande palcoscenico, sempre nello Sporting: porta il n.25 e sulla maglia il nome di Ronaldo. Incredibile pensarci oggi, ma in quel momento non era altro che l’erede di Quaresma. La stagione 2002-2003 è quella della consacrazione: risulta essere il giocatore più impiegato della squa squadra, con 31 partite e 5 gol. A soli 19 anni arriva la grande chiamata, meritata per quanto mostrato nei primi 2 anni della sua carriera.
BARCELLONA, PRIMO FLOP: NEL PORTO LA RINASCITA – Nell’estate 2003 Ricardo Quaresma viene acquistato dal Barcellona per 6 milioni di euro più il cartellino del centrocampista Fabio Rochembach allo Sporting Lisbona. E’ la sua grande occasione, la fallisce miseramente, come tutte le altre nei top club che avrà la fortuna di girare. 22 presenze ed un solo gol, meno della metà disputate da titolare. Un’annata talmente negativa da non meritarsi la convocazione nè per l’Europeo Under 21 del 2004, nè per quello maggiore di Atene. La considerazione nei suoi confronti è scemata anche in Paese, ma sarà proprio il ritorno in Patria a rivitalizzare la sua carriera e ad aprirli porte totalmente inaspettate (ed immeritate) nel futuro. Il trasferimento dopo appena un anno in blaugrana al Porto è clamoroso e carico di polemiche: sono i Campioni d’Europa in carica e rivali storici dello Sporting Lisbona in cui la “trivela” è cresciuta. L’addio era divenuto inveitabile quando lo stesso giocatore affermò che “mai più indosserò la maglia del club catalano finchè l’allenatore rimarrà Frank Rijkaard“. La società trattiene l’olandese ovviamente (e a ben vedere vista la Champions vinta due anni dopo sotto la sua guida), privandosi del lusitano come contropartita nell’affare che invece portò Deco al Barcellona. La partenza è entusiasmante: gol nella supercoppa europea persa col Valencia, e rete in quella portoghese vinta contro il Benfica. Ma l’intera avventura di “Harry Potter” al Porto è straordinaria, a livello personale e di club: 32 partite e 5 reti nella stagione d’esordio, secondo posto nella Superliga dietro il Benfica di Trapattoni e sempre presente in Champions. E’ l’unica annata in cui Quaresma ed il Porto non si aggiudicano il titolo: 2005/06, 2006/07 e 2007/08 saranno tutte stagioni trionfali, con le vittoria del campionato del n.7 in maglia biancoblu. 4 anni da protagonista che abbagliano Josè Mourinho: il più grande errore della sua immensa carriera da allenatore. La reputazione di Quaresma sta per subire un colpo irrecuperabile.
QUARESMA ALL’INTER: LA MADRE DI TUTTI I BIDONI – Tanti interisti, ignari di quello che stava per accadere, sono al mare a godersi gli ultimi giorni di fine estate. E’ il 31 agosto, ora di pranzo appena passata: l’annuncio sul sito dell’Inter giunge inesorabile e spietato, quello che ieri era un benvenuto oggi sembra quasi una minaccia ripensandoci. Ricardo Quaresma è un giocatore dell’Inter: ma la notizia peggiore, sebbene già questa avrebbe in futuro causato parecchi danni, non era ancora arrivata. “…per 18,5 milioni di euro più il cartellino di Pelè valutato 6 milioni di euro…“. E’ il regalo di benvenuto chiesto espressamente ed assiduamente da Josè Mourinho, al quale dopo quel 22 maggio 2010 li si può anche perdonare lo spettacolo osceno mostratoci forzatamente per ben 23 volte in un anno e mezzo. Poche direte, ma tante, infinite per i cardiopatici neroazzurri. Eppure tutto inizia a meraviglia, con un pizzico di fortuna, ma subito accostata all’audacia di chi ci prova: magica trivela, marchio di fabbrica, e subito gol all’esordio in Inter-Catania. In realtà quel tiro-cross dovette incappare prima in una deviazione di Mascara e poi in un’uscita avventata del portiere etneo prima di finire in rete. In quella serata segnarono Quaresma e Plasmati, persino i Maya non riuscirono a loro tempo a prevedere un incrocio simile di eventi. Il seguito è storia, una brutta storia: seguono appena 12 partite, solo 4 dall’inizio senza gol o assist. Il 1° febbraio Mourinho, sì proprio lui, lo esclude dalla lista Champions. Il giorno dopo Quaresma viene scaricato dall’Inter, e va al Chelsea. Non è uno scherzo: strapagato, atteso e praticamente fuori rosa già dopo un mese, riceve come un dono dal cielo un’opportunità incredibile. Che ovviamente, spreca: 1 presenza al mese, 4 in 4 mesi. In tempo per vincere una Coppa di Lega, senza però mai giocare. Il portoghese torna all’ovile, l’Inter li rinnova la fiducia e lui riesce a far peggio dell’anno precedente. Gioca due partite in meno, ma in tutto l’anno, fregiandosi del titolo di Campione d’Europa e d’Italia quasi a sua insaputa. Gioca una partita decente in un anno e mezzo, in casa con la Fiorentina, ma la sorte beffarda vuole che al termine di quella gara subisca un infortunio. E’la sintesi dell’incubo di Ricardo Quaresma all’Inter.
L’INIZIO DEL DECLINO: SI TRIVELLA IN TURCHIA – Il 22 maggio 2010 per molti interisti è stato il giorno più bello della loro vita, ma di lì a 22 giorni (numero anche di Milito, evidentemente cifra fortunata per i neroazzurri), si sarebbero dovuti ricredere. Era il 14 giugno 2010, l’annuncio ufficiate del sito dell’Inter comunicava la cessione di Ricardo Quaresma al Besiktas per 7,5 milioni di euro. Una minusvalenza a bliancio di oltre 10 milioni, 16 considerando la cessione di Pelè al Porto nell’affare che portò il lusitano a Milano. Per uno abituato a bagnare tutti gli esordi con un gol, quello in maglia bianconera è la sintesi del suo declino e di come i tempi siano inesorabilmente cambiati: sbaglia un calcio di rigore nei preliminari di Europa League. I primi gol arriveranno nel turno successivo preliminare della competizione europea, e a fine agosto in campionato. Quella 2010/2011 sarà un anno positivo per Harry Potter: vince la Coppa di Turchia segnando in finale l’undicesima rete della sua stagione. Pur senza tituli, anche l’anno successivo sarà positivo con 25 presenze e 7 reti: un bottino sufficiente per guadagnarsi niente meno che la convocazione agli Europei 2012 in Polonia ed Ucraina (dove non disputerà nemmeno un minuto però). Troppa grazia senza essere sprecata, avrà pensato il buon Ricardo: ecco dunque puntuale il fallimento seguente. Quaresma è messo fuori rosa per motivi disciplinari nella stagione 2012/2013, giungendo ad un’inevitabile rescissione contrattuale col Besiktas il 20 dicembre 2012. Ad oggi, quella firma, sancisce l’addio del trivela dal calcio che conta. Infatti, il 7 gennaio 2013, firma un contratto di un anno e mezzo con l’Al-Ahli di Dubai.
QUARESMA E IL PORTOGALLO: EMBLEMA DI UN INCOMPIUTO – La storia di Quaresma calciatore, se vogliamo, è tutta racchiusa in sintesi nella sua carriera in Nazionale. Partito con grandi promesse e da vincitore, ha finito per essere uno dei tanti fino al primo degli ultimi. Vince da protagonista l’Europeo Under 16 a soli 17 anni, fa il suo esordio in Nazionale maggiore ad appena 19 ma nell’anno della consacrazione, nel Barcellona 2003/04 brucia le chance di essere parte delle 3 manifestazioni continentali previste quell’anno: Europeo Under 21, Europei ad Atente ed Olimpiadi sempre in Grecia nel 2004. Un pò a sorpresa invece, e forse ingiustamente, non viene convocato per i Mondiali in Germania del 2006, da campione in carica col Porto e dopo 76 presenze ed 11 gol in due anni, condite da titolo e coppa e supercoppa nazionale. Ottiene la sua chance nell’Europeo 2008, segnando anche un gol nella partita di girone con la Repubblica Ceca e giocando da titolare diverse partite. Manca la convocazione ai Mondiali 2010, ma non può essere altrimenti dopo appena 4 partite giocate da titolare in tutto l’anno con l’Inter, viene invece chiamato per Euro 2012 dopo le due buone stagioni in Turchia, pur non disputando un solo minuto nella manifestazione continentale. Questi i suoi numeri: 35 presenze e 3 gol nella Nazionale maggiore, 21 presenze e 6 gol nell’Under 21.
UNA STORIA COME TANTE, UNO SPRECO COME POCHI – Ricardo Quaresma è il classico talento con enormi speranze ma “tutto fumo e niente arrosto“. Poteva essere di più, molto di più: ma la testa non lo ha mai accompagnato, non tanto per un carattere alla “Cassano-Balotelli” per intenderci, quanto più per una fragilità mentale evidente. Ha sempre mancato le grandi occasioni regalateli in carriera, rimettendo fuori il naso non appena si abbassava il livello tecnico e mediatico. Bene in Portogallo, malissimo in Spagna, di nuovo bene in Portogallo ed un disastro in Italia. La rinascita in Turchia, fino all’esaurimento delle motivazioni e “pensione dorata” a Dubai a soli 29 anni. Resterà indimenticato per l’iper-valutazione di 24,5 milioni di euro spesi dall’Inter, ma diciamolo chiaramente, non è certo sua colpa l’incompetenza dirigenziale che assecondò lo sfizio mourinhano. Quella di Quaresma è una delle tante storie di giovani promesse mai totalmente esplose, con la sensazione che probabilmente nel caso specifico più di questo non fosse possibile ottenere: un calciatore è tale non solo per quello che ha nei piedi ma forse, se non soprattutto, per quello che ha nella testa. E a pensarci bene, un curriculum in cui appaiono Porto, Barcellona, Chelsea, Inter e 36 presenze con la maglia del Portogallo risulta anche un lusso eccesivo, se ti chiami Quaresma.
Pensiero che diventa certezza contando i 16 titoli conquistati in carriera. Gli stess di Javier Zanetti.
Orazio Rotunno