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Scommessopoli, ecco i verbali che “scottano”

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Il procuratore di Bari, Antonio Laudati

Il procuratore di Bari, Antonio Laudati

BARI, 11 GENNAIO – Di tutto, di più. Cominciano a circolare in queste ore i verbali degli interrogatori – condotti dal procuratore di Bari, Antonio Laudati, e dai pm Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro – ai calciatori coinvolti nello scandalo del calcioscommesse: si va dalle colorite osservazioni che Conte rivolge a se stesso (sono un co…) ai tentativi di “occultamento” delle prove da parte di Guberti (che butta in piscina un telefonino “compromettente”), dalle lacrime di Gazzi (che fatica a reggere il peso delle malefatte altrui) alla voracità di Lanzafame (che si presenta quasi all’alba in casa di Esposito per mettere le mani sulla sua fetta di torta). Emerge questo, e molto altro ancora, dai primi resoconti di una storia di ordinario squallore.

TANTI CARNEFICI, POCHE VITTIME – E’ sufficiente una prima, rapida lettura dei verbali per avere la sensazione che siano in pochi a salvarsi. Certo, le responsabilità dei protagonisti di questa vicenda sono ancora tutte presunte, ed è quindi necessario muoversi con cautela. Tuttavia, dalle parole raccolte dagli inquirenti emergono già alcuni fatti: fra i 27 giocatori coinvolti nella vicenda, ve ne sono tre (Ranocchia, Gazzi e Barreto) che non rischiano nulla dal punto di vista penale. Secondo i pm, furono gli unici a dissociarsi fin dal primo istante dalla presunta combine, e la lettura dei verbali ci restituisce l’immagine di tre ragazzi che “subiscono” qualcosa di non cui non avrebbero mai voluto essere al corrente (proprio per questo, però, li aspetta un probabile deferimento per omessa denuncia davanti alla giustizia sportiva).
Ranocchia, Barreto e Gazzi (protagonista di un episodio così descritto da Lanzafame: “Ricordo una scena che mi colpì molto: Conte ci portò tutti al cinema e Gazzi si mise a piangere per la tensione accumulata nella settimana prima di Treviso. Conte non se ne accorse”) non sono però le uniche “vittime” di questa ennesima storiaccia: fra queste c’è anche Antonio Conte, la cui accalorata deposizione è stata ritenuta credibile – così pare – dagli inquirenti.

LO SFOGO DEL TECNICO BIANCONERO“Sono un allenatore che non è amico dei calciatori” , spiega Conte “per questo con me il calciatore non si confida. Non mi sono mai accorto di qualcosa di anomalo accaduto quando allenavo il Bari. Prima della partita con la Salernitana (Salernitana-Bari 3-2 del 23 maggio 2009) eravamo in festa. Tra i tifosi c’era un forte gemellaggio. Ho riscontrato una sola anomalia: quando la Salernitana segnava si abbracciavano i nostri tifosi con quelli campani…”
Gillet dice che ci fu una riunione tecnica prima della gara e che Colombo si rifiutò di giocare?”, incalza il tecnico leccese “Non ricordo assolutamente questa riunione, escludo che le cose siano andate così. Prima della partita dissi di stare molto attenti onde evitare del chiacchiericcio. Cosa voglio dire? Il fatto del gemellaggio (…) e comunque non ricordo e non ho visto litigi prima di Bari-Treviso, così come non ho mai visto Gazzi piangere al cinema in ritiro”. La ricostruzione dei fatti operata da Conte si fa ora davvero “intensa”: “Se dietro una partita come quella con la Salernitana c’è un accordo in denaro così importante, mi viene da piangere a sapere che ci stanno dei soldi dietro e che (i calciatori, ndr) fanno anche i figli di puttana. Ci stanno dei soldi e fanno i figli di puttana! (…) “Quello che sto scoprendo è una vergogna. Se lo avessi saputo, gli staccavo la testa una alla volta. Ma un allenatore come fa, come fa! Secondo lei (il procuratore Antonio Laudati, ndr) mi fa piacere sapere questo? Oppure mi considero un coglione? Gustinetti, ad esempio, è una bravissima persona. Si portava nelle sue squadre questi delinquenti e non aveva nessun sospetto. Ora è disperato e dice: “Sono un coglione”. E’ un coglione lui, sono un coglione io! (…) Guberti getta il telefono in piscina? E’ qualcosa d’incredibile, c’è grandissima amarezza. Ma come facevano a essere organizzati? Come facevano? Uno mi dice: “hai avuto Doni, Carobbio, Masiello e non ti sei accorto?”. Io gli dico: “Sono un coglione…”
“Ma vogliamo parlare di Masiello?” aggiunge Conte al colmo dell’esasperazione “Avrei gettato mia moglie e mia figlia nel fuoco, mai avrei pensato una cosa simile. Stellini? Conosceva il mio sistema di gioco e avevo bisogno di un collaboratore. Quando è uscita la notizia che si stava indagando su Bari-Salernitana venne da me e mi disse che c’era qualcosa. Lo mandai via brutalmente e non lo feci nemmeno parlare. Gli dissi: “Non mi dire nulla perché sono molto amareggiato e deluso“.

CORROTTI E CORRUTTORI – Eccezion fatta, quindi, per i quattro di cui sopra, tutti gli altri protagonisti dell’ultima puntata di Scommessopoli sono indiziati per il reato di frode sportiva: sarà compito degli inquirenti stabilire le singole responsabilità e il ruolo svolto da ognuno: vi fu, infatti, chi organizzò la combine e chi, più semplicemente, vi aderì per assicurarsi – diciamo così – un’altra fonte di reddito. Quel che già emerge con una certa evidenza dai verbali, è il ruolo non marginale rivestito in tutta la vicenda da giocatori come Stellini, Andrea Masiello, Esposito e Lanzafame.

Christian Stellini dà la sua versione dei fatti: “Ho avuto contatti con i giocatori della Salernitana: c’erano Fusco e Ganci. Dissero che erano disposti anche ad offrire dei soldi. Io risposi che di soldi non ne volevo sentire parlare. Raccolsi, con il capitano Gillet, tutta la squadra nella palestra. Furono tutti d’accordo per perderla. Sono certo che Donda e Salvatore Masiello non c’erano. Non giocai la gara, ero a Milano per problemi familiari. Al ritorno trovai negli spogliatoi una busta col denaro. Diedi una parte di soldi a Iacovelli e una parte in beneficenza. Conte non sapeva nulla. Per la gara con il Treviso andai da Gillet e dissi “se mi accorgo di qualcosa vi denuncio tutti”. Il giorno dopo venne da me Santoruvo e mi disse che non mi avevano detto nulla perché sapeva che sarei stato in disaccordo. Era stato Gillet a parlare con lui…”.
Esplicite e circostanziate le dichiarazioni di Marco Esposito: “Mi chiede di Bari-Treviso? (Bari-Treviso 0-1 del 10 maggio 2008) Ho preso soldi per quella partita. C’era chi non voleva fare la combine, come Stellini. Fu Rajcic a darmi 20.000 euro…non ci fu una decisione unanime…Ganci, Santoruvo e Rajcic erano sicuramente a favore. Gillet disse di non aver preso i soldi ma secondo me li ha presi perché non disse nulla quando negli spogliatoi qualcuno propose di perdere. Anche Belmonte ha preso i soldi…Per quanto riguarda Salernitana-Bari, ci fu un incontro…andammo io, Stellini, De Vezze e Santoni. Ci proposero 150.000 euro…Per De Vezze e Guberti i soldi erano pochi: Ranocchia, Gazzi e Barreto non furono coinvolti. Dopo la partita passarono da casa mia per avere i soldi. Lanzafame arrivò prestissimo. “Ma come hai fatto? Dissi. Era mattina presto, fu il primo”.

Altri particolari emergono dalle parole di Davide Lanzafame: “Credo che Conte non sapesse nulla, ma venne singolarmente a dirci di non comportarci male e non agevolare il Treviso. Ci disse che se si fosse accorto di qualche comportamento sleale ci avrebbe sostituiti. Io uscii dopo 20′ per infortunio, ma anche perché ero stanco della situazione. Portarono i soldi nello spogliatoio: mi diedero una busta con 6-7.000 euro dentro. Ricordo che c’era Pianu del Treviso che faceva parte dell’accordo… Per quanto riguarda la Salernitana, quando eravamo in albergo in ritiro De Vezze e Guberti parlarono con Fusco e si accordarono per la cifra. A Bari Esposito mi diede circa 6-7000 euro. Barreto non veniva mai interpellato perché si isolava”.
Significativo, infine, anche il resoconto di Andrea Masiello: “Qualche giorno prima di Bari-Treviso, negli spogliatoi, Santoruvo disse ad ognuno di noi giocatori se ci stavamo ad alterare il risultato. Solo io, Galasso, Gazzi e Stellini abbiamo rifiutato. I soldi li ha presi a Treviso, dopo la partita, l’ex moglie di Rajcic. Il portavoce del Treviso secondo me era Pianu…il tecnico Conte non sapeva nulla. Per quanto riguarda Salernitana-Bari (…) ricordo che in ritiro a Salerno, il giorno prima della gara, Guberti telefonò a Fusco, capitano della Salernitana, davanti a tutta la squadra per parlare dell’accordo. Dopo Guberti ha buttato in piscina il telefono usato…Una volta tornati a Bari, di mattina, siamo andati a casa di Esposito che distribuiva le quote. Io ho preso 7.000 euro. I soldi sono stati consegnati anche ai calciatori che non avevano giocato ma avevano accettato l’accordo”.

Da segnalare poi, i tentennamenti di Gillet. Accanto a chi parla, infatti, c’è anche chi “ondeggia”. E’ il caso di Jean-François Gillet, che fornisce una versione così poco convincente del rifiuto di Corrado Colombo di giocare la partita Salernitana-Bari (quando avrebbe detto a Conte di non schierarlo perché non intendeva prendere parte a una farsa) da far perdere la pazienza al pm: “L’ho già sentita come teste e lei ondeggiava parecchio. E io m’infastidisco. Ha il diritto di dire il falso, però non ondeggi, faccia delle scelte senza passare da una versione all’altra…”

a cura di Enrico Steidler

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