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La caduta degli Dei – Rivaldo: il Pallone d’oro giramondo che stregò Barcellona. Ma al Milan fu flop

BRASILIA, 12 DICEMBRE – Quarant’anni e non sentirli. Quarant’anni ed aver ancora tanta voglia di divertirsi, di correre all’impazzata, di arricchire il proprio bagaglio di esperienze umane e professionali di qualsivoglia tipo. Quarant’anni e non aver alcuna intenzione di concludere la propria – forse inimitabile – carriera. E’ la storia di Rivaldo, protagonista dell’ottava puntata de La caduta degli Dei. Un campione con la C maiuscola che ha stregato tutti fino a 30 anni, guadagnandosi addirittura l’appellativo di Extraterrestre. Titoli su titoli ed anche un Pallone d’Oro negli anni da sogno in quel di Barcellona. Poi la caduta, dal flop al Milan in avanti. Ma a differenza di molti altri, Vitor Borba Ferreira si è reinventato, trasformandosi in entusiasta giramondo prima ed addirittura in calciatore missionario poi. E quando si troverà a dover raccontare ai nipotini la storia della sua vita, gli argomenti non gli mancheranno di certo.
GLI ESORDI E L’ESPLOSIONE AL PALMEIRAS – Rivaldo si affaccia al grande calcio relativamente tardi, almeno rispetto agli standard di molti suoi colleghi dotati come lui di un talento smisurato. Infatti dopo aver fatto la trafila nelle giovanili del Paulistano Futebol Club ed essere passato da Santa Cruz e Mogi Mirim, il primo club di livello che crede in lui è il Corinthians, che lo ingaggia quando il futuro Extraterrestre ha compiuto 21 anni. Un’ottima stagione – 11 gol in 19 presenze – condita anche dall’esordio in Nazionale, gli vale la chiamata del Palmeiras, dove avrà inizio la sua scalata verso il successo. E’ qui che infatti il giovane Rivaldo mostra tutte le sue qualità: dribbling e visione di gioco da campioncino in erba, ma soprattutto una confidenza col gol da far spavento. Sono 60 le segnature complessive in due anni scarsi, con un titolo di Campione del Brasile annesso. Ed arriva puntuale la chiamata dall’Europa: il Deportivo se ne assicura le prestazioni anticipando le mosse dei top club situati nel Vecchio Continente.
LA STAGIONE DA URLO AL DEPORTIVO: IL BARCELLONA S’INNAMORA – Rivaldo approda a La Coruña accolto dalla solita dose di entusiasmo mista a scetticismo che accompagna da sempre l’arrivo dei brasiliani in Europa. Ha 24 anni, giovanissimo ma svezzato quanto basta per poter ambire ad imporsi sin da subito nel calcio che conta. Ed infatti l’affermazione ad alti livelli non tarda ad arrivare: l’ex Palmeiras strega la Spagna e va addirittura oltre quelle che sono le legittime aspettative. Segna complessivamente 22 gol tra campionato e Coppa del Re, A Barcellona tutti s’innamorano di lui: dall’allenatore Van Gaal al vice Josè Mourinho, passando per l’assistente Andrè Villas Boas. Amore corrisposto, perchè l’Extraterrestre non vede l’ora di indossare la maglia blaugrana: cosi saluta La Coruña e si mette in viaggio verso la Catalogna, dove vivrà l’esperienza calcistica più bella della sua vita.
L’ARRIVO AL CAMP NOU IN UN CLIMA CONTRADDITTORIO – Quando il brasiliano si dirige per la prima volta verso il Camp Nou, che sarà la sua nuova casa per 5 lunghi anni, la situazione in casa Barça è quantomeno particolare. Van Gaal si trova a dover gestire gli umori di un popolo per certi versi molto soddisfatto e per altri deluso. Già, perchè i blaugrana vengono da una stagione quasi trionfale: vittoria in Coppa delle Coppe, Coppa del Re e Supercoppa di Spagna. Ma il titolo di Campione della Liga sfugge ormai da tre anni e nella stagione prima è finito nelle mani degli arcirivali del Real Madrid. E poi è andato via Ronaldo, il Fenomeno: passato all’Inter per una cifra faraonica, ha lasciato il vuoto nell’attacco blaugrana. Rivaldo è chiamato ad un compito molto difficile, perchè deve sostituire proprio l’idolo di tutti i tifosi. Ce la farà. Alla grandissima.
RIVALDO A BARCELLONA: 2 ANNI DA EXTRATERRESTRE VERO – E’ un Barcellona di grande qualità quello in cui arriva il brasiliano, attrezzato per vincere tutto. La mediana d’oro composta da Guardiola, De la Peña e Luis Enrique ricorda un po’ il trittico di oggi made in Cantera formato da Iniesta, Xavi e Busquets. E poi ci sono altri giocatori di qualità, Dugarry e Figo su tutti. Rivaldo però in questo mare di campioni sembra saper nuotare alla perfezione. Stimolato dalla nuova esperienza sfodera una stagione da mostro: i soliti, canonici 22 gol, una quantità innumerevole di assist e soprattutto lo spettacolo a getto continuo regalato al suo nuovo pubblico, che non ci mette molto ad erigerlo ad idolo incontrastato. Rivaldo trascina i suoi alle vittorie in Coppa del Re e Supercoppa di Spagna, ma soprattutto alla conquista della Liga, in un Triplete tutto nazionale. Vince anche la Supercoppa Europea: la sua prima stagione alla corte di Van Gaal è di quelle memorabili. Ma il 1998 è caratterizzato anche da una delusione professionale, ovvero il secondo posto del suo Brasile ai Mondiali di Francia, con i verdeoro battuti proprio dai padroni di casa. Rivaldo non si abbatte e torna a Barcellona più forte e determinato di prima: nella seconda stagione si consacra come il giocatore più forte del mondo. Rivince la Liga, segna 29 gol, vince le partite da solo. Ed arrivano in sequenza anche i trionfi a livello personale: nel ’99 Rivaldo si vede assegnare Pallone d’oro e Fifa World Player. Ed a Barcellona il Fenomeno è ormai soltanto un tanto piacevole quanto lontano ricordo: sono tutti pazzi per l’Extraterrestre.
DALL’EXPLOIT AL CALO, CON RINASCITA AL MONDIALE – Nella terza stagione il nuovo fenomeno blaugrana conferma quanto di straordinario aveva fatto vedere durante le prime due. Anzi, a livello personale migliora: 29 reti e Barça trascinato in semifinale di Champions League. Nella Liga però la conferma non arriva ed i catalani chiudono la stagione a bocca asciutta. Nel 2000\2001 l’Extraterrestre si supera e raggiunge forse il massimo apice della sua carriera: 36 gol stagionali. Ma non bastano, perchè i blaugrana non vincono nemmeno un titolo. Cosi, dopo l’exploit spaventoso dell’anno prima, Rivaldo cala vistosamente nel 2oo2: poche presenze, soltanto 14 segnature e blaugrana sempre più a picco. Si rifà al Mondiale in Corea e Giappone dove il suo Brasile stravince, trascinato dall’Extraterrestre che realizza la bellezza di 5 gol. Ci si aspetta che torni a Barcellona carico come non mai, ma a sorpresa è tempo di saluti. Blitz del Milan che si assicura uno dei calciatori più forti del pianeta: comincia la seconda vita calcistica di Rivaldo.
RIVALDO AL MILAN: UN’ACCOGLIENZA DA EROE ED UNA CHAMPIONS ‘PER CASO’ – Rivaldo arriva a parametro zero dopo la clamorosa rottura con la dirigenza blaugrana. E viene accolto da eroe: i tifosi già pregustano una nuova era fatta di coppe e trionfi. Che arriveranno, ma non per merito suo. E’ il Milan di Rui Costa, Inzaghi e Shevchenko, un Milan di altissimo livello. Nell’immaginario di Ancelotti l’extraterrestre Rivaldo deve essere la ciliegina sulla torta. Ma il brasiliano si rende protagonista della sua peggior stagione in assoluto. Probabilmente sofferente per il cambio di abitudini e nazione, non riesce ad imporsi in Serie A, ai tempi – è il 2002\2003 – il miglior torneo del mondo in assoluto. Segna qualche golletto in campionato – 5 per la precisione, un paio decisivi – ne fa 2 in Champions League – decisivo quello alla Lokomotiv – ed un altro in Coppa Italia, forse il più importante di tutti perchè permette ai rossoneri di approdare in finale. Vince la Coppa Italia Rivaldo, e, incredibile ma vero, vince pure quella Champions League che tanto aveva inseguito negli anni d’oro a Barcellona. Non ci era mai arrivato nonostante giocasse ad un livello fantascientifico, ci riesce al Milan quando il calo a livello psicofisico è evidente. Gli strani casi della vita.
IL CAMPIONE GIRAMONDO: DAL BRASILE ALL’UZBEKISTAN, PASSANDO PER LA GRECIA – Esaurito il suo compito in Italia, con la soddisfazione di aver vinto tanto in un anno – ma la consapevolezza che il suo livello era nettamente calato – Rivaldo torna a casa sua, in Brasile. Sono in molti a sussurrare: “Va a chiudere la carriera”. Macchè. Rimane al Cruzeiro giusto qualche mese per poi andare in Grecia, in quell’Olympiakos dove vive la sua seconda giovinezza a suon di gol segnati – 43 in 3 anni – e titoli vinti (3). Passa poi ai rivali dell’Aek Atene, trasformandosi di fatto nella stella del campionato greco. Si toglie anche la soddisfazione di segnare qualche gol in Champions ad Atene, chiude con 15 reti la sua stagione ed in quella dopo capisce che è arrivato ancora una volta il momento di cambiare aria. Ma la destinazione è di quelle clamorose ed imprevedibili: Budyonkor, Uzbekistan. Un ingaggio faraonico, grappoli di gol segnati e 2 titoli nazionali. Rivaldo ha 38 anni ma di ritirarsi non ne vuol sapere. Torna in Brasile, al Mogi Mirim prima ed al San Paolo poi. Continua a segnare, continua a stupire. Ed a 4o anni suonati si regala l’ennesima emozione di una carriera splendida, di una vita fantastica e sempre in movimento.
GIOCATORE MISSIONARIO IN ANGOLA: E NON E’ FINITA QUI… – Ad inizio 2012 Rivaldo firma un contratto col Kabuscorp, in Angola. Il suo obiettivo è duplice: fare l’ennesima esperienza di calcio e di vita, da una parte. Essere un “calciatore missionario” in Africa dall’altra. Ha acquistato un terreno per costruire una chiesa evangelica: aspetti calcistici a parte, la sua missione nel Continente nero assume una valenza decisamente diversa. In Angola si ambienta bene, e come al suo solito segna abbastanza: 11 reti in 21 partite. Ma dopo un annetto saluta, pubblicando su Twitter una foto che lo ritrae assieme a tanti bambini locali ed una frase che suona come dichiarazione d’amore: “Me ne vado dal calcio, ma l’Angola resterà per sempre nel mio cuore, sentirò nostalgia, ma un giorno tornerò per viverci”. Intanto che fa, si ritira? Nemmeno per idea.
IL CALCIATORE ETERNO – Insomma, la carriera di Rivaldo forse non è ancora giunta ai titoli di coda. Ha 40 anni ed un’irrefrenabile voglia di nuove scoperte, nuove esperienze, nuove emozioni. Sempre col pallone tra i piedi. Un giocatore straordinario, un uomo che sta vivendo la propria vita in maniera piena, senza lasciarsi scappare nessun tipo di occasione. Calcisticamente può quasi definirsi l’antenato di Ronaldinho: nato nel decennio precedente, ha fatto la fortuna del Barcellona, dove ha vissuto i suoi anni migliori, per poi ritrovarsi ad intonare il canto del cigno in quel di Milano sponda rossonera. Ma come si suol dire, non tutto il male viene per nuocere. Già, perchè una volta calato il suo livello atletico – la proprietà tecnica è rimasta sempre la stessa – il brasiliano ha cominciato un viaggio infinito che lo ha arricchito personalmente molto più di un contratto top in un club top. Brasile, Spagna, Italia, Grecia, Uzbekistan, Angola. L’unico giocatore della storia del calcio – assieme a Mark Van Bommel – a vincere il campionato in 4 nazioni differenti. Fenomeno prima, giramondo poi, missionario ancora dopo. E non è ancora finita. Perchè Rivaldo ha mille idee e mille risorse, e magari sta già pensando al prossimo modo di reinventarsi. Per consegnarsi alla storia come il calciatore eterno.
A cura di Vincenzo Galdieri
