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Lionel Andrés Messi: “Questo uomo è incredibile!”

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VERONA, 10 DICEMBRE – Se qualcuno pensa che il Barcellona abbia deciso di sbarazzarsene si sbaglia di grosso. Ormai Lionel Andrés Messi, classe 1987, fa parte dell’arredamento blaugrana. Dal 2009 vince ininterrottamente il Pallone d’Oro e pare ormai destinato a non avere più concorrenti di rilievo.

Nella storia del calcio che conta si è visto di tutto: da Pelé a Maradona, da Bobby Charlton a George Best, da Van Basten a Ibrhaimovic e Cavani passando da Riva e Boninsegna (Rooney, i vari Ronaldo e Ronaldinho senza dimenticare Rivera, Mazzola e Di Stefano). L’elenco sarebbe ancora lungo e la citazione di cui sopra è casuale. Ma nel calcio moderno Messi incarna la figura del perfetto calciatore.

La Pulga (la Pulce) non ha certo bisogno di presentazioni. Può fare tutto, stare dappertutto. Segnerebbe anche da estremo difensore. L’immagine più bella di questo campione l’ha forse offerta Fabio Caressa in una telecronaca di Champions di qualche tempo fa: “Questo uomo è incredibile! Sarebbe da sorbire in religioso silenzio”. E come uomo è dotato anche di una radiosa umiltà. Proprio domenica scorsa l’assalto si è concluso. Con le due reti realizzate al Betis Siviglia Leo Messi ha superato Gerd Muller nella speciale classifica dei gol realizzati nel corso di un anno solare: 86 a 85 (e c’è ancora tempo per migliorare) nei confronti dello storico attaccante tedesco. Nella Liga fino ad ora ha realizzato 23 reti in 15 gare di campionato.

Ci si chiede sempre più se ci sia qualcuno che, a debita distanza, sia in grado di emularlo. Qualcuno per il quale valga la pena di esaltarsi. La scelta è ardua, ma non priva di speranze.

STEPHAN EL SHAARAWY

 Il Faraone ha fatto vedere cose egregie anche in nazionale. Classe 1992, appena ventenne, ha già classe da vendere. Il futuro non può che essere roseo. Tranquillo, sereno e caratterialmente pacato (lo vedi anche nelle esultanze) è probabilmente l’opposto di quell’impeto giovanile che contraddistingue negativamente la nostra era. Esordisce in Serie A (Genoa) alla tenera età di 16 anni e si gioca 7 minuti più recupero di Chievo-Genoa (0-1). Dopo una positiva parentesi al Padova in Serie B (a 17 anni il primo gol fra i professionisti), e dopo essere stato nominato miglior calciatore della serie cadetta della stagione 2010/2011, torna fra le fila rossonere. Il 21 settembre 2011 realizza il suo primo gol col Milan a San Siro (Milan-Udinese 1-1). Ma in quel Milan non c’è più spazio. Il Milan targato 2012/2013 inizia fra le difficoltà e “l’egiziano d’Italia” trova la sua giusta consacrazione: 13 reti in 16 gare lo assurgono a miglior marcatore del torneo. Dotato di una mobilità straripante sa agire su tutto il fronte di attacco. Bravo sia di piede che di testa ha capacità innate nel farsi trovare dai compagni al posto giusto e al momento giusto. La sua rapidità lo mette spesso in condizione di poter essere incisivo su tutto il fronte d’attacco. Quando serve ha sempre la giocata pronta per il compagno smarcato.

RADAMEL FALCAO GARCIA

Lo chiamano El Tigre (la Tigre) per la rapidità di esecuzione. Classe 1986, nazionale colombiano, con studi giornalistici alle spalle e fervente religioso, è in forza all’Atletico Madrid da due stagioni. E’ l’unico attaccante della Liga che riesce a tenere il passo di Messi: 16 reti in 15 gare di campionato (ancor più di Ibrahimovic). A lui il contagocce non serve: domenica scorsa ha rifilato una cinquina nel 6-0 che ha devastato un attonito Deportivo. E’ l’unico calciatore ad aver vinto la classifica marcatori dell’Europa League per due anni consecutivi e con due maglie differenti (prima Porto e poi Atletico). Di piede, di testa, su rigore. Un autentico spauracchio per qualsiasi difesa. Anche lui sa agire su tutto il fronte d’attacco. Parte spesso da dietro e le sue falcate in progressione colgono spesso impreparate le retroguardie avversarie.

Non è un caso che questi tre campioni siano i conduttori indiscriminati delle classifiche marcatori dei principali campionati europei.

Nicola Di Ciomma

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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