Football
La Lazio di Petkovic stile Steve Jobs: “Stay hungry, dominate the game”

ROMA, 28 NOVEMBRE – Vladimir Petkovic ha stupito tutti quanti, ha dato un’impostazione di gioco alla Lazio che negli ultimi anni usava soltanto il contropiede come arma per colpire l’avversario.
DOMINARE L’AVVERSARIO – Nella prima conferenza stampa Vladimir Petkovic aveva già dichiarato che tipo di gioco voleva, un gioco basato sul dominio dell’avversario per tutti i 90′ di gioco. Molti sicuramente leggendo o ascoltando quanto detto dal tecnico poliglotta hanno sorriso pensando: “Eccolo, nuovo arrivato e subito fa l’arrogante per guadagnarsi un po’ di consenso tra i tifosi promettendo cose che difficilmente saranno mantenute“. E invece no, Petkovic ha spiazzato alla grande tutti coloro che l’avevano definito come un “allenatore sconosciuto e quindi non pronto e poco maturo per allenare in Serie A“. Ma in questi anni si sta assistendo al cambio generazionale della categoria dei tecnici presenti in Italia, partendo da Montella, passando per Stramaccioni, Pulga e infine Petkovic che con le loro nuove teorie e il loro nuovo modo di schierare la squadra in campo ha portato un po’ di freschezza in questo campionato sempre più “vecchio“.
I GIOVANI – Vladimir Petkovic fin da subito ha cercato di inserire i giovani presenti in squadra per cominciare a farli maturare un pochino fino a quando non sbocceranno completamente e magari con la possibilità di poter far nascere qualche campione. Principalmente due sono i giovani aquilotti che pian piano si stanno inserendo nel modulo di gioco del tecnico bosniaco, parliamo di Onazi e Cavanda. Il primo tutte le volte che è sceso in campo ha mostrato la stoffa del campione, un diamante ancora molto grezzo ma dal futuro certo, intanto un po’ alla volta si sta levando qualche soddisfazione come ad esempio la convocazione nella nazionale maggiore della Nigeria e proprio un gol con la casacca delle “Super Aquile“. Cavanda negli anni scorsi ha avuto qualche occasione ma non è mai riuscito a confermare le aspettative, ma quest’anno grazie soprattutto alle varie chances che Petkovic gli ha concesso in questo inizio di stagione è riuscito a trovare un po’ di continuità che gli hanno permesso di esprimersi al meglio e di credere maggiormente nei propri mezzi. Proprio con l’Udinese Cavanda è stato autore di una prestazione che va oltre la sufficienza sia per quanto riguarda la fase difensiva, dove ha annullato completamente il colombiano Armero, sia in fase offensiva con le numerose cavalcate e i vari scambi in velocità con Candreva. Chi ha trovato meno spazio è Rozzi, che comunque nel ritiro estivo ha impressionato il tecnico biancoceleste, visti i numerosi attaccanti presenti in rosa.
I NUMERI – Petkovic fino ad ora ha conquistato 26 punti in campionato, non pochi per essere un volto nuovo della Serie A, a solo -6 dalla vetta occupata dalla Juventus. Il capitolo qualificazione ai sedicesimi di Europa League è già stato archiviato, resta solo da capire se la sua Lazio passerà alla seconda fase del torneo come prima o come seconda nel proprio girone. I numeri sono dalla parte di Petkovic, per ben sei volte in campionato sono stati siglati 3 gol alle avversarie e in queste sei volte sono solo 5 i gol subiti, nelle ultime tre gare (pareggio con Juventus e Tottenham e vittoria con l’Udinese) sono 3 i gol fatti e 0 i gol subiti, a dimostrazione che pur attuando un gioco diretto al dominio dell’avversario la difesa regge bene soprattutto anche al pressing continuo fatto dai centrocampisti.
LIKE STEVE JOBS – Se Steve Jobs l’inventore della “mela” più famosa del mondo annunciava: “Stay hungry, stay foolish“, possiamo dire che il Petkopensiero non è poi così lontano. Petkovic vuole che la sua squadra sia affamata di gol dal primo all’ultimo minuto di gioco, non bisogna regalare nulla agli avversari e ogni qualvolta se ne presenti l’occasione la palla dev’essere buttata dentro. Chissà se prima di ogni partita il tecnico bosniaco inciti i propri ragazzi riutilizzando e rivisitando la famosa frase di Jobs, magari così: “Stay hungry, dominate the game“.
a cura di Sebastian Mongelli
Twitter: @seba_mongelli
