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Felipe Melo, da nuovo Vieira ad “esodato turco”

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ISTANBUL, 22 NOVEMBRE – Felipe Melo Vicente de Carvalho, tutti lo ricordano semplicemente come Felipe Melo. Passato più o meno illustre in Italia tra Fiorentina e Juventus, ora in giallorosso – ma non è quello della Roma, bensì del Galatasaray – “esodato” in Turchia dopo non aver totalmente convinto nell’arco della sua esperienza con la Vecchia Signora. La storia del ventinovenne centrocampista nativo di Volta Rotonda è costellata di alti e bassi, di periodi d’oro seguiti a momenti disastrosi. Nei cuori dei tifosi juventini il centrocampista brasiliano non è riuscito mai ad entrare, assumendo spesso i contorni di un “bidone di lusso”, viste anche le cifre astronomiche (25 milioni di euro) sborsate dalla dirigenza bianconera – all’epoca c’erano Blanc e Secco a sbrigare gli affari di mercato – per accaparrarsi il roccioso e promettente mediano.

GLI ESORDI – La carriera di Felipe Melo parte dal nativo Brasile, dove prima di intraprendere la carriera da calciatore praticava lo ju jitsu brasiliano. In Sud America, Melo veste le maglie di Flamengo, Cruzeiro e Gremio, collezionando 70 presenze e 8 gol in 4 anni. Nel 2005 gli emissari di mercato del Mallorca notano le importanti doti del mediano, e decidono di portarlo in Spagna. Con i maiorchini, colleziona soltanto 8 presenze, convincendo la dirigenza iberica a disfarsene mandandolo a Santander sponda Racing, dove in due stagioni scende in campo 48 volte segnando sei gol. Ma è con la maglia dell’Almeria che Melo si mette in mostra. Con l’Union Deportiva Almeria colleziona ben 34 presenze e 7 reti, attirando, tra l’altro, le sirene di alcuni importanti club europei.

L’IDILLIO VIOLA E L’INCUBO JUVENTINO – L’avventura italiana di Felipe Melo comincia il 2 agosto del 2008, quando viene ingaggiato dalla Fiorentina. Con la viola, il brasiliano vive una stagione importante. Indossa la maglia numero 88, e tutte le sue doti migliori sono esaltate sotto la guida tecnica di Cesare Prandelli. In viola, Melo scende in campo 29 volte segnando due reti e scatenando le fantasie di mercato dei top club. Nell’estate del 2009 la dirigenza blinda Felipe Melo, allungandogli il contratto fino al 2013 e inserendo una clausola rescissoria di ben 25 milioni di euro. In Italia uno dei pochi team a potersi permettere cifre del genere per un mediano è la Juventus, squadra in “cantiere” costruita dall’accoppiata Blanc-Secco. Il 15 luglio 2009 Melo approda in bianconero. Ma se la sua stagione comincia in maniera scoppiettante, nel corso della stagione non mantiene le premesse, disputando un campionato nervoso e sottotono. Felipe Melo diventa uno dei bersagli preferiti della stampa e dei tifosi, anche considerato il costo del cartellino del mediano brasiliano.

La prima stagione all’ombra della Mole è una specie di incubo: spesso insufficiente in campo (nonostante alle fine collezioni 40 presenze), si distingue per qualche parola di troppo nei confronti dei tifosi bianconeri (famoso il suo “vaffa” al termine di un rocambolesco 3-3 contro il Siena). Nonostante una stagione non propriamente esaltante, Felipe Melo resta alla Juventus anche nella stagione 2010-2011, gioca quasi sempre da titolare – pur non impressionando -. A bloccarlo per quasi un mese è una brutta botta alla caviglia, ma al termine dell’ennesima stagione non esaltante (38 presenze e 2 gol per lui), la dirigenza della Vecchia Signora decide di metterlo sul mercato. L’esperienza di Felipe Melo in Italia termina dopo 2 anni ai limiti del disastroso a Torino, dove non è mai sbocciato l’amore con i tifosi che ne hanno spesso criticato le prestazioni. A giugno 2011 comincia una lunga telenovela, si apre un caso Melo: poche sono infatti le società seriamente intenzionate ad acquistare il mediano brasiliano, considerate anche le importanti richieste juventine.

LA SECONDA VITA TURCA – Alla fine, spunta la proposta del Galatasaray. I giallorossi di Turchia, accolgono a braccia aperte il brasiliano, che sbarca così in Super Lig con la formula del prestito oneroso da 1,5 milioni con diritto di riscatto fissato a 13 milioni di euro. In Turchia, Felipe Melo rinasce come una fenice: alla sua prima stagione ad Istanbul, diventa subito l’idolo dei tifosi, risulta spesso decisivo (36 partite, 12 gol) e conquista il titolo di Campione di Turchia. L’ottima stagione in giallorosso convince il Galatasaray a chiederlo nuovamente in prestito, proposta accettata dalla Juventus che ne ricava 1,75 milioni. Con Fatith Terim Melo ha un rapporto importante e riesce a rendere al meglio.

LUCI ED OMBRE IN NAZIONALE – Altrettanto non si può dire per la sua esperienza con la maglia della nazionale. La sua prima convocazione con il Brasile risale al 26 gennaio 2009 sotto la guida tecnica di Carlos Dunga. Anche con la nazionale verdeoro, Melo alterna buone partite a veri e propri disastri che lo catapultano inesorabilmente sul banco degli imputati. Con Dunga in panchina, la carioca conquista la Confederations Cup del 2009, ma al successivo mondiale in Sudafrica, i verde-oro escono abbastanza clamorosamente nei quarti di finale, eliminati dall’Olanda. Protagonista in negativo dell’1-2 degli Orange è proprio Felipe Melo, espulso per un brutto pestone. A causa dell’eliminazione dai Mondiali, Melo e Dunga ricevono forti critiche, che hanno come conseguenze l’addio del tecnico alla panchina verdeoro e l’allontanamento di Felipe Melo dalla nazionale. La carriera calcistica di Felipe Melo è costellata di episodi altamente contrastanti. Il giudizio sul mediano brasiliano è sempre rimasto sospeso tra l’eterna promessa e un quasi “bidone” spesso sopravvalutato, ma il mono del calcio potrebbe ancora riservargli qualche sorpresa, soprattutto se l’esperienza turca dovesse terminare in maniera felice.

Enrico Gorgoglione

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