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Italians play it better – Gianfranco Zola: The Magic Box, il piccolo grande sardo che ha stregato l’Inghilterra

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LONDRA, 16 NOVEMBRE – Storie di italiani del pallone che hanno fatto fortuna all’estero e che dell’estero hanno fatto la fortuna. Storie di calcio quindi, e non solo. Momenti di vita e ricordi di giocatori che hanno piantato il tricolore in suolo straniero. Perché forse il rigore e la moderazione non saranno di questo Paese, ma lo stile sì.

Benvenuti a “Italians play it better”. Ogni venerdì alle 10.30. Solo su SportCafè24.

La storia di Zola è la storia di un’escalation, una serie graduata di tappe compiute da un giovane italiano alla ricerca del successo. Una rincorsa verso grandi traguardi alimentata non da un senso di affermazione personale, ma dallo spirito nobile di un uomo umile e talentuoso, che ha sempre agito per il puro divertimento di praticare lo sport del calcio. Un viaggio che lo ha reso uno dei più importanti rappresentanti dell’Italia in terra straniera, riuscendo ad essere amato e consacrato finanche dalla Regina del Regno Unito Elisabetta II.

DAGLI ESORDI IN SARDEGNA AL RUOLO DI VICE-MARADONA – Il 5 luglio 1966 nasce a Oliena, piccola cittadina in provincia di Nuoro, Gianfranco Zola. La famiglia Zola è già abbastanza addentrata nel mondo del calcio, tanto che il padre Ignazio, per un certo periodo è presidente della squadra locale, la Corrasi di Oliena. E’ proprio questo il club in cui il piccolo talento sardo inizia a muovere i primi passi calcistici. Appena diciottenne, nel 1984, inizia la sua carriera professionistica nella Nuorese, con la quale gioca per due stagioni mettendosi in mostra per le sue innate doti tecniche. Dal 1986 al 1989 veste la maglia del Sassari Torres: nel suo primo anno in C2 contribuisce con 8 gol in 30 partite alla vittoria del campionato, conquistando così la promozione. In C1 disputa le successive due stagioni, collezionando nel secondo anno 11 reti in 34 partite, che attirano l’attenzione di personaggi del calibro di Luciano Moggi. E’ grazie al dirigente toscano che Zola viene ingaggiato dal Napoli di Ferlaino, che gli concede la possibilità di esordire in Serie A e rivestire un ruolo che si rivelerà estremamente importante per la sua carriera. Ricoprendo la stessa posizione in campo, è lui il giocatore chiamato in causa in caso di necessità per sostituire il grande Diego Armando Maradona, nel Napoli delle meraviglie degli inizi degli anni ’90. Grazie a questa esperienza Gianfranco può apprendere durante gli allenamenti una serie di trucchi soprattutto sul come calciare le punizioni, come lui stesso ammetterà anni dopo, e che diventerà negli anni la sua specialità. Il primo anno in maglia azzurra aiuta la squadra a vincere lo Scudetto, segnando anche due gol in campionato. Quando nel corso della stagione successiva Maradona viene squalificato, dopo essere risultato positivo al test della cocaina, Zola diventa il titolare e il punto di riferimento della squadra partenopea. Nel 1991 è lo stesso “Pibe de Oro”, prima di lasciare il Napoli, a investirlo personalmente come suo erede affidandogli simbolicamente la maglia numero 10. Purtroppo, però, la cessione dell’argentino coincide con un periodo di crisi finanziaria del club, così dopo quattro anni, 32 reti segnate in 105 partite, un Campionato e una Supercoppa Italiana vinti e la prima convocazione in Nazionale, Zola è costretto ad accettare la cessione.

COL PARMA ARRIVA L’AFFERMAZIONE IN CAMPO INTERNAZIONALE – Nel 1993 si trasferisce quindi al Parma, per 13 miliardi di lire, club che vive in quegli anni il periodo migliore della sua storia ai vertici della Serie A. Nella squadra emiliana guidata dall’allenatore Nevio Scala, Zola viene schierato in campo al fianco di un’altro talentuoso attaccante, Faustino Asprilla. Nella prima stagione mette sempre di più in mostra il suo straordinario talento. E’ capace di fornire preziosi assist al compagno d’attacco e di segnare anche un numero elevato di gol, ben 18, affermandosi come la seconda punta italiana più forte in circolazione. Col Parma vince nel 1994 il suo primo trofeo internazionale, la Supercoppa Europea, fallendo però in Coppa delle Coppe la finale persa per 1-0 contro gli inglesi dell’Arsenal. Ma è l’anno successivo che raccoglie le maggiori soddisfazioni, dopo un’infinita battaglia combattuta per l’intera stagione contro la Juventus. E’ lui il trascinatore della squadra alla vittoria della Coppa UEFA 1994/95 contro la Juve, raggiungendo solo il secondo posto in campionato dietro i bianconeri e la finale di Coppa Italia persa sempre contro la Juve. Poi nella stagione 1995/96 viene acquistato il neo Pallone d’oro, Stoickov, col quale la convivenza in campo è difficile. Iniziano i primi problemi problemi col Parma, prima l’addio di Scala, poi l’approdo in panchina di Carlo Ancelotti, che si trova a dover impiegare tre punte, Gianfranco Zola, Enrico Chiesa e Hernan Crespo. Iniziano in quegli anni i primi sentori che il ruolo del trequartista, del “numero 10”, non è più contemplato nei nuovi sistemi tattici molto rigidi nell’assegnazione dei ruoli. Dopo tre grandi annate e successi, Zola, affamato di nuove sfide, interrompe nel novembre del 1996 una stagione non esaltante in Emilia, accettando il trasferimento al Chelsea.

THE MAGIC BOX – Zola vola in Inghilterra, per giocare alle dipendenze di Ruud Gullit, il nuovo allenatore-giocatore del Chelsea. Nei Blues incontra un famoso connazionale, Gianluca Vialli, con il quale condivide il merito di essere tra i primissimi calciatori italiani ad essere ingaggiato da una squadra inglese di alto livello. Anche nel campionato inglese il piccolo giocatore sardo non impiega molto tempo a dimostrare di essere tra i più forti attaccanti europei: al termine della stagione 1996/97, conclusa con la vittoria della Coppa d’Inghilterra, si aggiudica il riconoscimento di miglior giocatore del campionato. La stagione 1997-98 è ancora più ricca di successi, visto che aiutò la squadra, guidata da Vialli come giocatore-allenatore, a vincere su più fronti: la Coppa di Lega, la Supercoppa Europea e la Coppa delle Coppe, nella quale segna il gol della vittoria dopo solo 20 secondi dal suo ingresso. Il giocatore è ormai amato profondamente dal pubblico inglese, sia per il suo carattere mite e cortese che per le sue magie in campo, colpi di classe genuini che gli valgono il soprannome “Magic Box” per la sua statura e i suoi numeri. Tra i gol realizzati durante gli anni inglesi, memorabili sono quello segnato contro il Norwich, nel gennaio 2002 in una partita di FA Cup, con un incredibile tacco destro, e quello siglato su punizione in un quarto di finale di Champion League, contro il Barcellona, entrambi annoverati come tra i gol più belli della storia del calcio. Dopo sette stagioni di militanza ai massimi livelli nel club londinese, 229 partite e 55 reti, nella stagione 2003-2004 Zola lascia il Chelsea, nonostante gli appelli dei tifosi e dei dirigenti della squadra che in suo onore organizzano una serata, la “Zola Tribute Night“. Ma Magic Box non cambia la sua decisione, vuole tornare in Italia, vuole far crescere i suoi figli nel paese d’origine, vuole che parlino italiano e vuole tornare ad avere più tempo da spendere in famiglia. In Inghilterra lascia un segno indelebile. Il suo carattere umile e simpatico, la sua immagine positiva e la nobiltà di intenti dimostrata gli valgono due prestigiosi riconoscimenti. Poco dopo il suo rientro in Italia, nel 2004, viene insignito dell’onoreficenza di Membro onorario dell’Impero britannico dalla Regina Elisabetta II.  Il Chelsea ritira la sua maglia numero 25, divenuta simbolo del club. Anche in Italia gli viene conferita nel 2003 un’alta onorificenza, nominato Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2006 viene inserito nella British Hall of Fame, ma nel Regno Unito i premi per Zola non finiscono qui. Viene eletto dalla Professional Footballers Association  il Miglior giocatore della storia del Chelsea, precedendo gente come Didier Drogba e John Terry. Inoltre viene inserito dal Sun al secondo nella classifica dei “10 artisti del pallone” che hanno giocato nei campionati inglesi negli ultimi anni. É dietro solo alla vecchia gloria del Manchester United George Best, ma precede calciatori del calibro di Paul Gascoigne, Ryan Giggs e Thierry Henry.

IL RITORNO IN ITALIA – Nel 2003 Zola torna in Italia, nella sua amata Sardegna e firma un contratto col Cagliari, che quell’anno gioca in Serie B. Contribuisce nella sua prima stagione alla promozione in Serie A, facendo ovviamente la differenza in un campionato minore. I dirigenti della squadra sarda lo convincono a sottoscrivere un contratto che lo legherà fino al 2005, rimandando il ritiro di un altro anno. Nella sua ultima stagione da professionista il suo talento è ancora cristallino e la sua forma fisica ancora smagliante nonostante l’età, riesce a segnare 11 gol in 23 partite, dimostrando di essere un calciatore ancora decisivo. A fine anno vince il Pallone d’Argento 2005, premio dedicato al giocatore che nel campionato si è distinto per il suo fair play. Poi è tedoforo in Sardegna per la fiaccola olimpica dei Giochi di Torino 2006 nel viaggio per le regioni d’Italia. A 39 anni, un palmares di tutto rispetto e numerosi attestati di stima, Gianfranco Zola il 29 giugno 2005 annuncia il suo ritiro dal calcio agonistico.

NAZIONALE – Con la maglia della Nazionale Italiana Zola non ha avuto tante soddisfazioni quante quelle ottenute con i club. Ha debuttato nella prima gara diretta dal ct Arrigo Sacchi il 13 novembre 1991, a 25 anni, valida per le qualificazioni a Euro ’92 contro la Norvegia. Gianfranco può annoverare anche una partecipazione alla spedizione italiana dei Mondiali USA ’94, dove però gioca soltanto pochi minuti di gioco a causa di un espulsione ingiusta subita nella partita contro la Nigeria. Ha preso poi parte agli Europei del 1996, anche in questo caso esperienza non positiva in quanto, durante la partita con la Germania, fallisce un rigore costringendo l’Italia ad uscire dalla competizione. Zola ha giocato la sua ultima partita in Nazionale l’11 ottobre 1997 a Roma, proprio contro l’Inghilterra. Con la casacca azzurra ha giocato in tutto 35 partite, segnando 10 gol.

ALLENATORE E MANAGER – Nel luglio del 2006, a 40 anni, diventa consulente tecnico della Nazionale Under 21 allenata da Pierluigi Casiraghi, suo ex compagno di squadra sia in Nazionale che nel Chelsea. Zola lavora sul campo con i giocatori, contribuendo alla loro crescita tecnica. Dopo due anni di esperienza con la Federazione, nel 2008 è assunto nel ruolo di manager dal West Ham, club londinese che porta a conquistare il nono posto in classifica in Premier League nel primo anno. Nonostante prestazioni non così deludenti, nel maggio 2010 viene esonerato. Il 7 luglio del 2012 viene ufficializzato l’ingaggio da parte del Watford, nuovo club acquistato dalla famiglia Pozzo, di Zola in qualità di manager del club che disputa la seconda divisione inglese. Dopo anni di successi e consacrazioni, ora il piccolo grande sardo è impegnato in una nuova avventura, difficile quanto accattivante, pronto, di sicuro, ancora una volta, a portare in alto la bandiera italiana in giro per il mondo. E noi in Italia siamo ancora più orgogliosi di lui.

a cura di Gaetano Galotta

 

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