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La caduta degli Dei – Paul Gascoigne: una grande carriera bruciata nell’alcool

LONDRA, 20 NOVEMBRE – Un talento cristallino con delle potenzialità immense che però sono state espresse solo in parte. Questo è stato Paul Gascoigne, centrocampista inglese in attività negli anni ’80 e ’90, considerato quasi all’unanimità uno dei giocatori con più classe della sua generazione. La carriera dell’ex giocatore della Lazio è stata condizionata da numerosi infortuni ma soprattutto da una vita sregolata fuori dal campo che ha condizionato in maniera notevole il rendimento di un giocatore dalle indubbie qualità tecniche.

GLI INIZI DI CARRIERA – Gascoigne nasce a Gateshead il 27 Maggio del 1967 e nel 1983 entra a far parte delle giovanili del Newcastle diventando nel 1984/85 capitano della squadra impegnata nell’equivalente del nostro campionato Primavera. Nello stesso anno guida la sua formazione alla conquista della FA Cup giovanile realizzando anche 2 reti nella finale contro il Watford ma nonostante questo il manager Jack Charlton minacciò di cacciare il centrocampista se non avesse perso peso nel giro di 2 settimane. Una volta ritrovata un condizione fisica accettabile “Gazza”, come era soprannominato Gascoigne, debutta in prima squadra, non ancora diciottenne, il 13 Aprile del 1985 al St. James Park contro il QPR entrando a gara in corso dalla panchina. Alla vigilia della stagione successiva firma il suo primo contratto da professionista ed entra in pianta stabile in prima squadra dove totalizza nelle varie manifestazioni 35 presenze e 9 reti. In questo periodo tuttavia cominciano le disavventure del giocatore inglese che viene coinvolto in un incidente stradale con il suo amico di bevute Jimmy “Cinque Pance” Gardner venendo anche multato di 260 sterline. Un altro episodio curioso si ebbe quando Gascoigne si diresse verso il muro dello spogliatoio con un trattore dal quale sbalzò fuori appena prima dell’impatto del mezzo con il muro della struttura. I problemi di peso e il comportamento bizzarro crearono non pochi problemi al giocatore che si scontrò spesso con la dirigenza del Newcastle. Tra le fila dei Magpies l’atleta inglese rimase fino al termine della stagione 1987/88 quando chiese di essere ceduto a causa dei programmi poco chiari del club culminati con la vendita di Chris Waddle. Nell’estate del 1988 furono molte le offerte per acquistare Gascoigne e ad un certo punto sembrava tutto fatto con il Manchester United tanto che Sir Alex Ferguson andò in vacanza a Malta convinto che mancassero solamente dei dettagli burocratici per l’ingaggio del centrocampista. E invece, con un colpo di scena, Gascoigne firmò per il Tottenham Hotspur e si trasferì a Londra per la cifra record di 2 milioni di sterline. Il bilancio complessivo con il Newcastle è di 104 apparizioni sul terreno di gioco e 25 reti realizzate mentre a livello individuale spicca il premio come miglior giovane dell’anno nella stagione 1987/88.

L’ESPERIENZA AL TOTTENHAM – A Londra Gascoigne trova come tecnico Terry Venables che riesce a farlo diventare un giocatore di caratura internazionale. Nella prima stagione a White Hart Lane conduce gli Spurs al sesto posto in campionato mentre nell’annata successiva il Tottenham si piazza al terzo posto alle spalle del Liverpool campione e dell’Aston Villa. Nel 1990/91 Gazza trascina la sua squadra fino alla finale di Coppa d’Inghilterra grazie a 6 centri collezionati in altrettante partite. Prima dell’atto conclusivo firma un contratto per trasferirsi nella stagione successiva alla Lazio per 8 milioni e mezzo di sterline ma dopo pochi minuti dall’inizio della finale contro il Nottingham Forrest un suo intervento sconsiderato su Gary Charles gli procura la rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Il Tottenham vince la FA Cup ai tempi supplementari ma il centrocampista deve operarsi e perdere tutta l’annata successiva anche a causa di una ricaduta dovuta ad un incidente capitatogli in un night club verso la fine del 1991. Nel corso del 1991/92 tiene banco la possibilità che il trasferimento alla Lazio, formalizzato prima dell’infortunio, venga annullato ma ciò non avviene e nell’estate del 1992, ristabilitosi dai guai fisici al ginocchio, il giocatore finalmente approda in Italia. Il contributo dato alla causa degli Spurs è di 112 partite e 33 reti suddivise tra tutte le manifestazioni che la squadra ha disputato in quegli anni.

IL PERIODO IN ITALIA – L’arrivo in biancoceleste è pieno di aspettative e il debutto nel campionato italiano avviene il 27 Settembre 1992 in una gara contro il Genoa mentre la sua prima rete in serie A la segna all’89’ minuto del derby contro la Roma consentendo alla Lazio di evitare la sconfitta nella stracittadina. Anche il periodo trascorso nel nostro paese è decisamente travagliato e il talentuoso giocatore non riesce mai ad esprimere completamente il proprio valore anche a causa della sua vita sregolata e dei numerosi infortuni dovuti anche al suo modo di giocare a volte troppo irruento. Infatti ad Aprile del 1993 si rompe uno zigomo mentre un anno dopo è la volta della gamba a fare crack per un infortunio che lo tiene per lungo tempo lontano dai campi di gioco facendogli perdere quasi tutta la stagione 1994/95. L’esperienza alla Lazio si chiude nell’estate del 1995 dopo aver indossato la maglia biancoceleste in 47 occasioni con il corredo di 6 realizzazioni, alcune delle quali segnate con giocate di alto livello. Emblematico del carattere bizzoso del centrocampista britannico un episodio avvenuto durante la sua permanenza nella Lazio quando venne intervistato da una giornalista norvegese alla vigilia di un’amichevole tra la nazionale scandinava e l’Inghilterra. Alla richiesta di fare un saluto al popolo norvegese Gascoigne rispose “Fuck off, Norway”, lasciando senza parole l’incredula intervistatrice.

IL TRASFERIMENTO IN SCOZIA – Nel Luglio del 1995 Gascoigne firma per i Rangers Glasgow che per il suo cartellino sborsarono la bellezza di 4,3 milioni di sterline. L’impatto con la realtà scozzese fu da subito positivo tanto che Gazza diede sfoggio del suo immenso talento quando, alla quinta giornata di campionato, realizzò una rete nel derby contro il Celtic con un’azione personale che lo portò ad attraversare praticamente tutto il campo dalla propria area a quella avversaria. Il 30 Dicembre del 1995 nella sfida contro l’Hibernian l’ex giocatore della Lazio stava per essere ammonito dall’arbitro Smith il quale nella foga perse il cartellino che cadde per terra. Gascoigne lo raccolse e prima di restituirlo ammonì uno stupefatto direttore di gara mostrandogli il giallo. Le bizze del focoso giocatore non intaccarono però il suo rendimento in campo che fu assolutamente all’altezza e tale da aiutare la squadra a vincere campionato e coppa nel 1995/96 e campionato e Coppa di Lega nel 1996/97. Nel Gennaio del 1998 in occasione dell’ennesimo derby contro i Celtic il centrocampista si rese protagonista di un altro brutto episodio che scatenò polemiche a non finire facendo finta di suonare un flauto cioè lo strumento usato dalle bande orangiste nei giorni delle celebrazioni della vittoria di Guglielmo d’Orange (protestante) su Giacomo II (cattolico). Il gesto rappresenta lo scherno massimo per i cattolici tifosi del Celtic e per questo Gascoigne, nonostante una multa di 20.000 sterline comminatagli dalla società, fu protagonista di telefonate anonime e minacce di morte che arrivarono a mettere in pericolo la sua incolumità personale. Tuttavia il giocatore lasciò un bel ricordo nelle file dei Rangers tanto che nel 2006 venne inserito nella “Hall of Fame” del club insieme all’ex compagno di squadra Brian Laudrup. Nel periodo 1995/1998 sono state 104 le presenze con i blues con l’aggiunta di 39 reti.

LA PARTE FINALE DELLA CARRIERA – All’inizio del 1998 Gascoigne comincia a valutare l’ipotesi di un ritorno in Inghilterra e, quando sembra ormai tutto fatto con il Crystal Palace, firma invece nel Marzo dello stesso anno per il Middlesbrough che acquista il suo cartellino per 3,4 milioni di sterline. Il debutto nel Boro avviene nella finale di Coppa di Lega in cui subentra dalla panchina contro il Chelsea. Anche l’esperienza tra i “rossi” è contraddistinta da problemi personali, sospensioni della società e infortuni tra cui quello in cui si rompe il braccio colpendo Jerome Boateng mentre cercava di divincolarsi durante la sconfitta interna per 4-0 patita dalla sua squadra contro l’Aston Villa. Il gesto costa al centrocampista 3 giornate di squalifica e 5.000 sterline di multa comminategli dalla Football Association inglese. Nel Luglio del 2000 si svincola dal Middlesbrough, per il quale ha disputato 48 partite con 4 reti, e si trasferisce a titolo gratuito all’Everton guidato dall’ex manager dei Rangers Walter Smith. A Liverpool rimane meno di 2 stagioni senza particolari acuti e prima del termine della stagione 2001/2002 passa al Burnley dopo avere trascorso un periodo di riabilitazione dall’alcool in una clinica in Arizona. Con la società del Lancashire sfiora i playoff per la promozione in Premier League ma ciò non basta per ottenere la riconferma e, a ormai 35 anni, Gascoigne deve terminare la carriera ad alto livello. Nell’estate del 2002 fa un provino con il D.C. United, club statunitense, che però decide di non ingaggiarlo e a Gennaio del 2003 firma un contratto di 9 mesi come allenatore-giocatore con la società cinese del Gansu Tianma. Tuttavia nel mese di Aprile va in America per un trattamento contro la depressione e l’alcolismo dopo il quale rinuncia a tornare in Asia anche a causa del diffondersi in tale continente del virus SARS. Al termine della stagione 2002/2003 si allena per 6 settimane con il Wolverhampton Wanderers che però non gli offrono un contratto per la stagione successiva durante la quale rimane inattivo per poi accettare, nell’estate del 2004, l’incarico di allenatore-giocatore con il Boston United in League Two. Con i gialloneri disputa 5 partite senza mai andare a segno e nel 2005 chiude la sua carriera agonistica all’età di 38 anni.

LA NAZIONALE – La prima convocazione in Nazionale avviene per opera di Bobby Robson per un’amichevole contro la Danimarca nel Settembre del 1988. Il Commissario Tecnico inglese lo inserisce in pianta stabile nel gruppo che disputa le qualificazioni al mondiale del 1990 e Gascoigne contribuisce alla conquista del viaggio in Italia giocando quasi tutte le partite del girone eliminatorio ed essendo grande protagonista nella sfida decisiva, vinta per 4-2 contro la Cecoslovacchia, in cui segna una rete e partecipa attivamente alle altre 3. All’edizione italiana dei Mondiali il centrocampista è grande protagonista del torneo degli inglesi che si classificano al quarto posto grazie anche alle sue giocate, ai suoi assist e ai suoi goal. Nella semifinale contro la Germania Ovest prende un cartellino giallo che, essendo già diffidato, gli avrebbe fatto perdere l’eventuale finale per squalifica e le telecamere mostrano il giocatore con le lacrime agli occhi per la prospettiva di non prendere parte ad un evento tanto atteso. La sfida con i tedeschi si conclude con la sconfitta dei britannici alla lotteria dei rigori e l’Inghilterra affronterà pochi giorni dopo, priva del suo uomo migliore, l’Italia nella finalina di consolazione. L’ottimo Mondiale disputato consente a Gascoigne di essere inserito nella formazione ideale del torneo e durante l’estate la sua popolarità impazza tanto da dare vita al fenomeno della “Gazzamania”. Dopo i mondiali Bobby Robson passa il testimone a Graham Taylor che deve spesso rinunciare a Gazza per i frequenti infortuni. Il talentuoso giocatore ritorna protagonista in nazionale nella corsa a Euro 1996 quando, sotto la guida di Terry Venables, segna una rete memorabile nella seconda partita del torneo contro la Scozia. Su un lancio proveniente dalle retrovie Gascoigne aggancia al volo con il sinistro, salta con un pallonetto un difensore senza lasciar toccare terra alla sfera, e poi sempre al volo di destro batte in diagonale il portiere avversario. La rete viene seguita da un’esultanza che simula un’immagine di qualche giorno prima dove Gascoigne, Teddy Sheringham e Steve McManaman erano stati fotografati ubriachi sulla sedia di un dentista. Il torneo si chiude per gli inglesi con un’altra sconfitta in semifinale ai rigori contro i tedeschi e ancora una volta le telecamere inquadrano Gascoigne mentre piange a dirotto dopo l’eliminazione che ha estromesso la sua squadra dall’atto finale della manifestazione. Dopo l’Europeo diventa Commissario tecnico Glenn Hoddle che decide di puntare su Gazza per le qualificazioni al Mondiale del 1998. Tuttavia gli infortuni e i problemi disciplinari rovinano il rapporto tra i due tanto che alla fine Hoddle non lo convoca per la fase finale da disputarsi in Francia. Al momento della comunicazione dell’esclusione dalla lista dei convocati il centrocampista, in un impeto di rabbia, arrivò quasi al contatto fisico con il Commissario Tecnico che venne evitato grazie all’intervento di altre persone. Fu l’ultimo atto della carriera in nazionale di Gascoigne che ha realizzato 10 reti in 57 apparizioni con la maglia dei tre leoni.

LA VITA PRIVATA – Ha fatto molto discutere anche la vita privata di Paul Gascoigne, caratterizzata da eccessi e esagerazioni di ogni tipo. Nel 1996 si sposa con la sua fidanzata Sheryl dopo che nel 1994 ha ammesso di averla picchiata regolarmente da circa 2 anni. Il matrimonio termina nel 1999 con il divorzio dopo aver avuto un figlio ed averne adottati altri 2. Nel 2004 Gazza pubblicò una sua autobiografia dove affermava che la sua personalità nel corso degli anni lo aveva portato a dipendenze, di gravità variabile, da alcool, gioco d’azzardo, bevande energetiche ad alto tasso di caffeina, esercizio fisico e cibo spazzatura. Nel 1998 fu sottoposto a terapie d’urto contro l’alcool al Priory, un ospedale di fama internazionale specializzato nella cura per problemi mentali, dopo aver bevuto 32 whisky che lo portarono in stato di incoscienza. Fu il manager Bryan Robson a firmare per il suo ricovero in clinica da cui uscì per sua volontà dopo 2 settimane quando la durata minima consigliata era di 28 giorni. Dopo questo fatto le sue degenze al Priory divennero frequenti tanto da diventare praticamente un’abitudine. Nel 2001 il suo presidente, Bill Kenwright, contattò il terapeuta della struttura John McKeown affinchè organizzasse un trattamento supplementare per cercare di aiutare il giocatore. Gascoigne fu quindi mandato per 3 volte in una clinica a Cottonwood in Arizona, nel 2001, nel 2003 e nel 2004 dove gli venne diagnosticata una psicosi maniaco-depressiva. Nel 2004 fu ricoverato in ospedale per un infortunio alla schiena e quando uscì cominciò a prendere antidolorifici a base di morfina, torno a bere fino ad arrivare a consumare 15 bottiglie di birra al giorno. Riuscì a smettere e a stare un anno senza problemi di alcool ma poi questi ritornarono causandogli innumerevoli guai tra cui una colluttazione con 2 agenti di polizia all’aereporto di Gatwick. Nel 2007 si sottopose ad un intervento chirurgico d’ugenza per un’ulcera perforata allo stomaco mentre nel 2008 ebbe un incidente all’Hotel Malmaison di Newcastle dopo il quale fu ricoverato al Mental Health Act. Gascoigne raccontò poi che durante la sua degenza rischio più volte di morire con il cuore che si fermò per ben 3 volte. Un anno più tardi su Channel 4 venne mostrato un filmato che illustrava gli sforzi fatti dalla famiglia per curare l’ex giocatore ma il video metteva anche in evidenza come tutto fosse stato inutile con i problemi legati all’alcool che continuavano ad essere presenti. Quando la situazione sembrava volgere al peggio nel mese di Aprile del 2009 Gascoigne apparve in tv dichiarando come un periodo di soggiorno presso il centro di riabilitazione “Sporting Chance”, gestito dall’ex giocatore Tony Adams, fosse stato utile a risolvere i suoi problemi e le sue dipendenze dall’alcool fossero finalmente terminate. La tranquillità durò tuttavia per poco perché dopo pochi mesi riprese a bere fino a fare uso di droghe tanto che ad Ottobre del 2011 fu arrestato per possesso di cocaina dopo che i suoi amici chiamarono la polizia pensando che rischiasse la vita per un’overdose.

LE CARATTERISTICHE TECNICHE – Gascoigne era un centrocampista offensivo dotato di ottima tecnica individuale e di un ottimo dribbling. Era in grado di fungere da registra avanzato fornendo deliziosi assist ai compagni di squadra ma anche di finalizzare in prima persona tanto che realizzò reti di squisita fattura e altamente spettacolari. Il suo fisico possente gli consentiva di resistere alle cariche degli avversari tanto che ai difensori risultava difficile fermarlo quando partiva in progressione. L’ex nazionale inglese possedeva inoltre una grande carica agonistica che spesso lo portava a compiere entrate dure che si rivelavano pericolose, oltre che per i suoi avversari, anche per la sua incolumità fisica. E’ opinione comune che i problemi legati alla sua vita privata e in modo particolare all’esagerato consumo di alcool abbiano limitato di molto una carriera che avrebbe potuto essere più luminosa e che avrebbe consentito a Gascoigne di vincere molto di più di quanto avvenuto.

a cura di Mauro Leone

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