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Football

Una Fiorentina stellare fa sognare una città intera

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FIRENZE 5 NOVEMBRE Alzi la mano chi quest’Estate con una dirigenza latitante, senza un direttore sportivo e un allenatore avrebbe mai potuto ipotizzare che pochi mesi dopo la situazione era quella che si respira tutt’ora. La Fiorentina da quel maledetto Giugno dove la Serie B era ad un passo è rinata nel vero senso della parola. Prima la decisione di nominare d.s. l’ex Roma Daniele Pradè, poi successivamente di chiamare sulla panchina Vincenzo Montella, anche lui ex Roma. Dopodiché una campagna acquisti invidiabile ha fatto da cornice ad un progetto che, dopo tre anni di calma apparente, è ripartito più agguerrito che mai.

IL GIOCO DEI VIOLA La Fiorentina come appena finito di dire, attraverso figure importanti come il d.s. viola Pradè e lo scouting spagnolo Eduardo Macia, è riuscita a restaurare una squadra in grado di stupire critica e non solo. Il gioco espresso dalla compagine gigliata è probabilmente il migliore d’Italia. Montella infatti ha creato una “creatura” assolutamente convincente. Palla a terra, passaggi precisi e un regista fulcro del gioco che smista con lanci millimetrici tutti i palloni che gli passano fra i piedi. Una difesa rocciosa e raramente perforabile e un attacco, con una boa a fare da sponda ad un attaccante di velocità e di tecnica. Si può riassumere quindi cosi il gioco dei viola, un gioco che gli ha permesso di conquistare la quarta posizione a due punti dalla terza forza del campionato, il Napoli, e di uscire dal rettangolo di gioco sconfitta solo in due occasioni, con il Napoli appunto e con l’Inter al Meazza. E nonostante tutto i punti persi a Parma e Chievo e la sfortuna avuta contro la Juve non hanno permesso ai viola di sognare ancora di più.

MONTELLA RE DI FIRENZE Non c’è ne vogliano gli amici romanisti, ma il tecnico viola, inevitabilmente, ha già fatto innamorare Firenze e i fiorentini con il suo modo di fare e con un profilo sempre molto basso e umile. Caratteristiche queste che a Firenze sono sempre state ben accette e il coro a fine gara indirizzato dritto a lui è più che meritato. Standing ovation quindi per un tecnico che neanche tre anni fa era ad allenare i Giovanissimi della Roma.

A cura di Leonardo Andreini

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