Football
Inter,dal triplete al tridente: con la Juventus esame finale

MILANO, 1 NOVEMBRE – Sarà il dubbio che terrà banco sino a sabato sera ore 20.45: le squadre finalmente scenderanno in campo per l’attesissimo derby d’Italia e sapremo se l’Inter schiererà il suo tridente offensivo o avrà deciso di sacrificare uno dei tre tenori. 15 gol e 10 assist in 3, numeri da capogiro per una squadra che a ciò unisce grande solidità difensiva. E se gira il tridente, Sneijder che futuro avrà nello scacchiere varato da Stramaccioni dopo il suo infortunio?
TRE FRECCE LETALI, E ALTRI SETTE A CORRERE PER LORO – Messa così sarebbe piuttosto semplice, e probabilmente neanche troppo funzionale. Perchè in realtà, sebbene sia raro trovare uno di loro ripiegare in difesa, è proprio la disponibilità al sacrificio e all’interscambio di posizioni, la chiave del successo dell’Inter con una squadra così offensiva. Se Cassano è il meno propenso ad un certo tipo di lavoro, chi si trova a meraviglia in questo schieramento è Palacio che già lo ha ricoperto per l’intera carriera fra Boca e Genoa, salvo dimostrarsi cannoniere infallibile nel momento in cui è stato chiamato a svolgere il ruolo di prima punta. Ma la vera sorpresa è Milito: se gli altri due viaggiano fra i 29 ed i 30 anni, lui conta già 33 primavere. I 5 gol e 4 assist non rendono però giustizia ad una serie di prestazioni del Principe assolutamente intelligenti ed essenziali dal punto di vista tattico: vero regista offensivo, non è raro trovarlo largo sulle fascie o in posizione di trequartista a dare il là alla manovra offensiva neroazzurra.
Difficilmente assisteremo ad una formazione composta dal tridente più Guarin, nel match clou di sabato sera contro la Juventus. Ma anche senza il colombiano Stramaccioni potrebbe varare un più sicuro 3-5-2, anche in base a quelle che saranno le condizioni dei tre attaccanti, finora quasi sempre impiegati tra Europa e Serie A. E allora, chi fra Palacio e Cassano? Toccherà a Stramaccioni prendere l’ardua decisione, la classe e l’inventiva di Cassano o la mobilità e freddezza di Palacio?
Orazio Rotunno
