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Football

Roma, come è nato il “poker” della rimonta

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GENOVA, 22 OTTOBRE-  Sotto 0-2 dopo appena 15 minuti in trasferta, contro avversari che sembravano correre il triplo e con diversi calciatori fuori partita. Il film della Roma in quel del “Luigi Ferraris” di Genova nella serata di ieri sembrava un triste, spento, remake del cappotto già incassato a fine settembre dalla Juventus a Torino, quando Totti e compagni subirono un umiliante e bruciante 1-4. Questa volta non è andata così: la classe di Totti, Osvaldo, De Rossi, la corsa di Florenzi, la “fame” di Lamela, il senso della posizione di Castan, hanno ribaltato la situazione e permesso al “padre-padrone” Zeman di portare a casa i tre punti e avere ragione dei critici. E ora la zona-Champions appare molto più vicina. Chiariamolo: non erano brocchi dopo il ko contro i bianconeri, non sono fenomeni oggi: ma tracce di gioco “zemaniano” sono ben visibili ora.

Quei maledetti primi 15’…- Il bolide di Kucka e il tiro al volo di Jankovic rischiavano di essere un upper-cut micidiale al volto di una squadra alla ricerca della propria “maschera” in  questo altalenante avvio di stagione. Avversari partiti a spron battuto e Roma che diventa una “Rometta”: una costante che l’allenatore boemo dovrà debellare per puntare alla terza piazza. La squadra giallorossa questa volta però non si è squagliata come allo “Juventus Stadium”, e ha sciorinato un’ora di grande calcio che le ha permesso la rimonta. Clamorosa la rimonta giallorossa, altrettanto sciagurato il calo fisico impressionante dei “Grifoni” liguri, praticamente scomparsi dal campo nella ripresa;

Epurati alla riscossa- Daniele De Rossi e Pablo Daniel Osvaldo. L’uno con la grinta e il carisma, l’altro con i gol, hanno riscattato la panchina alla quale Zeman li aveva costretti nell’ultimo turno contro l’Atalanta. Il primo aveva trovato riscatto in azzurro, segnando due reti tra Armenia e Danimarca, il secondo invece con la Nazionale aveva trovato gol ed espulsione ed era chiamato a una prestazione concreta in assenza di Mattia Destro. Detto, fatto: i centri del pareggio e del sorpasso sono stati suoi, e ora i centri in campionato sono 5. Una certezza da Genova è arrivata: non saranno indispensabili, ma è meglio averli in campo che fuori…;

Totti “sempreverde”-  Se c’è una nota di continuità con il passato targato-Luis Enrique, dal quale la Roma sta cercando lentamente di allontanarsi, è quella legata alla indelebile classe di capitan Francesco Totti: anche ieri al “Ferraris” il  numero 10 giallorosso ha alternato lampi di classe a capacità innate di gestire la gara e imprimere il proprio ritmo al gioco romanista. Se tutti nello spartito di Zeman devono assolvere i compiti del 4-3-3 tipico dell’allenatore boemo, Totti “gode” di una meritata deroga, libero di muoversi in base al suo senso tattico e agli spazi che gli avversari e il campo gli aprono. Un pò “vecchio centravanti”, come nel centro dell’1-2, un pò assist-man, come sul 4-2 di Lamela, il capitano giallorosso lascia una sola certezza: lasciatelo in campo finchè ne ha voglia, calciatori (e bandiere) così resta davvero raro trovarne…

 

A cura di Luca Guerra

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