Calcio Estero
Barcellona, il ritorno di Abidal dopo il trapianto
VAL D’ARAN, 12 OTTOBRE – Sono passati più di sei mesi da quel marzo del 2012 in cui Eric Abidal, difensore del Barcellona, ricevette dai medici la notizia che la sua carriera da professionista sarebbe terminata.
Il tutto ebbe inizio il 15 marzo 2011, data in cui gli viene diagnosticato un tumore al fegato. Sottoposto alla rimozione della massa due giorni dopo la diagnosi, a poco meno di 2 mesi dall’operazione torna in campo, negli ultimi minuti di gioco della semifinale di ritorno di Champions League. Dopo un anno esatto dalla prima sconvolgente notizia, il 15 marzo 2012, viene diffusa dal sito internet della società catalana la notizia di un altro intervento, questa volta, però, necessario a trapiantargli un nuovo fegato. Per molti era la parola “fine”. Non per Eric.
UNA NUOVA VITA – Il recupero di Abidal prosegue senza soste e ancora una volta, portavoce delle vicende del francese, è il sito internet del Barcellona. Stavolta la notizia è di quelle che nessuno si sarebbe aspettato, con la pubblicazione di un video girato nella località Val d’Aran, sui Pirenei, che mostra come si sta svolgendo il programma di recupero, seguito ovviamente dal fisioterapista della prima squadra Emili Ricart.
Martedì scorso i primi calci a un pallone, la fine di una dolorosa attesa durata 223 giorni: “Era da tanto tempo che sognavo di toccare una palla. Oggi l’ho fatto per la prima volta. Sono affaticato ma felice“. Lo staff medico ha preparato per lui una settimana di allenamenti in cui, oltre ad esercizi col pallone, farà trekking e allenamento aerobico, in un ambiente salutare come quello di montagna. “Devo essere forte mentalmente, in modo da avere più resistenza e recuperare al più presto“, ha dichiarato il transalpino, che sogna di tornare ad indossare la maglia blaugrana non soltanto in queste circostanze, ma in una partita vera, tra i suoi tifosi e i suoi compagni di squadra.
Forse il sogno si potrà avverare già entro fine stagione. Il mondo del calcio, e non, lo aspetta.
a cura di Gaetano Galotta
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