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La soluzione sbagliata: il cambio di allenatore – Seconda Parte –

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– Seconda Parte –

MILANO, 05 APRILE 2012 – Come anticipato precedentemente le 10 squadre che non hanno cambiato guida occupano i primi 9 posti in classifica. Le prime della classe potrebbero sembrare immuni dal fenomeno solo per merito dei risultati, ma non è proprio così. Difficile provare che tutto sia filato liscio durante la stagione e che gli allenatori in questione non abbiano subito critiche. Anzi in alcuni casi l’idea di un cambio in corsa ha trovato terreno fertile tra i tifosi, delusi per qualche risultato storto, ed alcuni addetti ai lavori.  Soffermandoci perciò su quelle 10 panchine “intoccabili” troveremo degli spunti interessanti, e soprattutto dei  buoni esempi di gestione, grazie a dei dirigenti che hanno scelto metodi di valutazione più vicini al mondo del business che a quello dello sport.

Il Milan di Allegri ad esempio nelle prime 6 giornate aveva appena 8 punti, frutto di 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Non esattamente quanto si aspettassero dirigenti e tifosi, ma Allegri, forse forte dello scudetto appena vinto è rimasto lì, ed ora potrebbe bissare il risultato dell’anno passato. Devis Mangia aveva collezionato 7 punti nelle 6 giornate precedenti al suo esonero, solo 1 in meno rispetto ad Allegri e con ambizioni diverse, ma non è sfuggito all’esonero. Che dire del Napoli di Mazzarri8 punti in 8 partite dalla 15ª alla 22ª giornata. La Champions lo ha salvato? Non può dire lo stesso Malesani che con 9 punti nelle 8 ultime apparizioni prima dell’esonero ha dovuto salutare, pur temporaneamente, la panchina del Genoa, proprio dopo i 6 goal presi al San Paolo. Lo spagnolo Luis Enrique con 7 punti in 7 partite dalla 9ª alla 15ª giornata è ancora sulla panchina giallorossa, mentre Ficcadenti con lo stesso ruolino dalla 5ª all’11ª con il Cagliari è stato allontanato, sempre temporalmente.  Sannino ha raccolto solo 5 punti in 11 partite (media 0,42), dall’ 11ª alla 21ª giornata, come Tesser prima dell’esonero (dalla 10ª alla 20ª giornata), ma la sua guida tecnica non è mai stata messa in discussione ed ora si trova a +8 dalla terz’ultima.  Di Carlo, dalla 6ª alla 15ª giornata ha avuto una media di 0,9 punti, ma la pazienza di Campedelli è stata ripagata, visto che il Chievo ha ora 39 punti ad 8 giornate dal termine.

Tutto questo sta a significare che Milan, Napoli, Roma, Chievo e Siena hanno saputo aspettare, evitando valutazioni affrettate, e basandosi sulle aspettative di inizio stagione. Il Milan in lotta per il titolo, il Napoli in lotta per entrare in quella Champions League che l’ha vista ben figurare e sfiorare i quarti di finale. Anche la Roma con qualche chance di centrare il traguardo del terzo posto. Chievo e Siena orami salvi. Questi esempi sono la riprova che i conti si dovrebbero fare alla fine. Poi Juventus, Udinese, Lazio, Catania e Atalanta, che sono andate ben oltre le aspettative ed i loro allenatori non sono stati messi in discussione. Con l’eccezione di Reja, che in una piazza troppo umorale ha presentato le dimissioni per ben due volte. Lotito lo ha fatto desistere in entrambi i casi, non sapremo mai se per mancanza di alternative valide o per lungimiranza, ma i fatti gli stanno dando ragione.

Le differenze di valutazione emerse sono evidenti, ma i numeri consigliano (con poche eccezioni) di non cambiare l’allenatore, o almeno non pensare che sia la panacea di tutti i mali. I dirigenti di Serie A potrebbero forse iniziare considerando anche il loro lavoro e quello dei propri collaboratori come con-causa dei cattivi risultati, senza dimenticare che chi subentra si trova a gestire calciatori a volte non adatti al proprio tipo di gioco. Non avremo mai la possibilità di provarlo, ma siete certi che Gasperini o Ranieri con Eto’o e Sneijder a pieno servizio avrebbero perso il posto? Impossibile pensare ad una stagione senza cambio di allenatore? Magari, solo per risparmiare qualcosa in vista del fair-play finanziario, si potrebbe sperimentare, come la tecnologia per i gol fantasma. Insomma migliorare l’efficienza.

Andrea Pratello

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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