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Milan e Inter: crisi senza fine. La storia della Milano calcistica, da capitale a periferia

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Moratti e Galliani istituzioni del calcio milanese

MILANO, 24 SETTEMBRE – Si dice che nella vita si cade per poi imparare a rialzarsi. Certo, se i fatti fossero semplici come le parole… Per rialzarsi servono coraggio, determinazione, grinta, personalità, fortuna e tante tante altre componenti. Se, come noi pensiamo, il calcio è una corretta metafora della vita, Milan e Inter hanno di che disperarsi. Le due squadre di Milano sono in un periodo di crisi nera e non hanno nessuna delle qualità tali per risollevarsi. Almeno questa è l’impressione di tutti. Ma la domanda sorge spontanea: siamo davvero di fronte ad una discesa epica? Nel senso: Milan e Inter stanno pian piano uscendo dalla lista dei protagonisti storici del gioco calcio, o trattasi solo di una fase, di una transizione, di uno o più anni zero, di una pausa, di un fine ciclo?

SITUAZIONE NERAZZURRA  Analizzare la cosa non è semplice. Comunque sia, anche se tra lui e lei scegliere non saprei, tra le due l’Inter è quella che appare meno disastrata. I nerazzurri stanno alternando prestazioni medio-alte ad altre di bassissimo profilo. In casa non hanno mai vinto, e possiedono una fase difensiva alquanto decadente. Nonostante questo, ci sono buoni motivi per credere che la squadra di Stramaccioni abbia le possibilità per fare un buon campionato e per puntare, dalla prossima stagione, a risalire la china. L’ Inter ha un attacco di qualità, un centrocampo tattico e muscolare, con Guarin potenziale top player, e una difesa giovane e in grado di migliorare notevolmente. Insomma, il buon Andrea ha almeno una buona base sulla quale lavorare.

SITUAZIONE ROSSONERA   Se l’Inter piange ma non troppo, il Milan può, senza dubbio alcuno, disperarsi. La situazione dei rossoneri appare davvero tragica. E’ una squadra senza gioco e senza identità. Le partenze di Ibra e Thiago Silva hanno tolto qualità, tecnica e imprevedibilità. Quelle dei vari Nesta, Gattuso, Inzaghi, Seedorf hanno notevolmente abbassato l’asticella della personalità e del carattere, oltre a sfasciare uno spogliatoio che ormai non ha più leader. A chi dare la colpa? Beh, non sta a noi dirlo. Certo è che Allegri di sicuro non merita l’ etichetta di colpevole, piuttosto gli è congeniale quella di capro espiatorio. Non è una novità il fatto che, in Italia, l’allenatore sia il primo nonchè l’unico a pagare. Il caso in questione non fa eccezione, anche se stiamo parlando di una delle società più serie e competenti della storia.

DISPIACERE  Servirà tempo, pazienza e tanta tanta determinazione per far risorgere la Milano calcistica. Servirà anche onestà intellettuale e obiettività.  Certo, è davvero un dolore vedere quella che fino a poco tempo fa era la capitala calcistica italiana, essere ora una povera e fredda periferia. La similitudine è dura, ma ben regge a confronto di due squadre che hanno ormai avuto un vertiginoso calo dal punto di vista sportivo. Riuscirà Milano a tornare al suo antico splendore? Riuscirà San Siro a ridiventare la scala del calcio? Riusciranno Milan e Inter a risorgere? Ai posteri l’ardua sentenza. Noi, intanto, assistiamo inermi ala loro triste debacle, sperando che un giorno gli Ibra e i Ronaldo di turno torneranno a vestire nerazzurro o rossonero.

Antonio Fioretto

 

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