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Tra una partenza incoraggiante e un gioco da ricostruire: la rinascita del Pazzo Pazzini
MILANO, 3 SETTEMBRE – Tempo di nubifragi in Italia. Un po’ ovunque sulla penisola il maltempo, di sorpresa, ha colto impreparata la popolazione dello stivale. In senso figurato, però, a Milano, o almeno sulla sponda rossonera della città protetta dalla Madunina, è un giocatore che, come una gomma magica, cancella i nuvoloni neri dal cielo e fa tornare il sereno sopra la sede di Via Turati: Giampaolo Pazzini. Tre gol, i suoi, che tolgono dal pericolo un Milan a rischio allagamento, e che regalano ai suoi nuovi tifosi una vittoria, importantissima, fuori casa contro il Bologna. E che, dopo un esordio tutt’altro che positivo con la sua ex Samp, danno tanta fiducia al giocatore nato nel vivaio dell’Atalanta. Ma è davvero una questione di fiducia? Cosa bisogna fare, come agire o meglio ancora, come impostare il gioco affinchè un attaccante come Pazzini possa dare del suo meglio?
LE SUE CARATTERISTICHE – Giampaolo Pazzini, 28 anni compiuti ad agosto, è una classica prima punta; sa difendere la palla col fisico, guadagnarsi punizioni e, sicuramente, è un asso nei colpi di testa. Un attaccante rapace, alla maniera del buon vecchio, leggendario Pippo Inzaghi. Ma, come per PippoGol, non gli si chiedesse di fare magie palle al piede, né di essere un mostro di tecnica nel tiro o nel passaggio: di certo, nel Milan di oggi saranno altri a doversi occupare di questo compito. E’ un giocatore che si appoggia molto al momento dei compagni: se van male loro, difficile che possa cambiarti da solo una partita. Ma se messo nelle condizioni di far bene, se messo libero di vagare in area senza pretendere troppo da lui in fase di possesso palla, allora sa essere un attaccante distruttivo. Potrebbe dare il meglio di sè in un attacco a tre, con ai lati giocatori sprintosi e di corsa come Bojan e Robinho; certo, nessuno dei due ha la tecnica e la fantasia di Cassano, giocatore che più di tutti ha consacrato a titolo definitivo il nuovo bomber del Milan, ma in tempi di arrangiamento, meglio questo che niente per iniziare a costruire un gioco che possa favorire il gioco di tempistica e rapineria del pazzo.
LA SFIDA – E sarà appunto questa la sfida rossonera. Con un sistema di gioco completamente diverso rispetto a quello della passata stagione, ricostruire la fama di bomber di razza del Pazzo non sarà facile. Il Milan, che l’anno scorso con Ibrahimovic non aveva particolari necessità di creare un qualche tipo di gioco, ora dovrà mettere alla prova, oltre che i suoi giocatori, anche il suo mister, già sulla graticola, chiamato ad una sfida tattica importante. Gli acquisti son stati tanti, ma difficilmente si potrà sostituire la bestia da quasi 30 gol l’anno che da solo costituiva un intero reparto d’attacco. Ma, in ogni caso, l’inizio di uno dei prescelti per sostituire lo svedese, il Pazzo appunto, ha ingranato subito la marcia; certo, non un gioco spettacolare quelle del Milan di sabato, né si può parlare di tre gol da grande capocannoniere dei fasti di un Van Basten. Ma questo è quello che sa fare Pazzini: se gli capita la palla giusta in area, ci pensa lui, che si tratti di approfittare di un errore del portiere o di procurarsi un rigore. Mancherà il gioco, ma intanto è lui a togliere le castagne dal fuoco per questo Milan in piena rifondazione. E con tanti dubbi sul futuro e gli obbiettivi di questa squadra, una cosa rimane certa: mai come quest’anno il Milan potrà risultare imprevedibile e… pazzo.
A cura di Giovanni Nolè