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Atalanta-Juric: un matrimonio distruttivo. Napoli: Conte inizia la exit strategy

Palladino

L’esonero di Ivan Juric da parte dell’Atalanta era prevedibile da quando fu ufficializzato l’ingaggio del croato. Si è sempre detto che l’ex tecnico della Roma non era all’altezza del livello raggiunto dall’Atalanta e i fatti hanno confermato questa sensazione. Tony D’Amico aveva puntato su Juric perchè lo conosceva dai tempi del Verona, ma quello che Ivan fece in Veneto non era minimamente paragonabile, neanche in piccolo, al capolavoro di Gasp a Bergamo. Di fatto, l’Atalanta ha buttato cinque mesi in un progetto che tutti si immaginavano fallimentare. Ora toccherà a Palladino provare a riportare in alto la Dea.

Atalanta: le colpe di Juric

Ivan Juric non è mai stato un allievo di Gasperini, è semplicemente un allenatore che da giocatore è stato allenato da Gasperini. L’Atalanta ha commesso qui il suo più grande errore di valutazione. Con l’addio di Gasp serviva un tecnico innovativo che continuasse sulla scia del suo predecessore, un Palladino, appunto. Si è scelto un tecnico in chiara fase discendente, reduce da due esperienze disastrose. Juric non è un tecnico brillante, nè empatico e, infatti, si è subito scontrato con lo spogliatoio, che, pure, era abituato ai metodi ruvidi di Gasp. Il calcio attendista del croato, con un giropalla lentissimo e una squadra che fatica ad arrivare in area, ha fatto il resto.

Ora l’Atalanta riparte da Palladino. L’ex allenatore della Fiorentina ha fatto vedere a Monza e Firenze un calcio piacevole e in grado di produrre risultati. La stagione scorsa in Viola è stata caratterizzata da alti e bassi, ma gli va dato atto la valorizzazione di diversi elementi, un gioco piacevole e un buon campionato in cui la squadra ha battuto, tra le altre, Juve, Roma e Inter. Non sarà facile ricostruire il morale di una squadra che ha appena 2 successi in campionato, ma l’Atalanta ha i mezzi per risalire e mettersi alle spalle i cinque disastrosi mesi con Juric.

Napoli-Conte: nulla di nuovo

Antonio Conte ha iniziato già la exit strategy per salutare il Napoli. Girano diversi meme sui social che raccontano le “fasi di Conte”, ormai stranoto per i suoi mal di pancia. In carriera solo con la Juventus è durato 3 anni. In tutti gli altri casi, non è mai andato oltre i due anni. Conte sta fallendo come sempre quando la squadra alza il livello di ambizioni. Il Napoli in estate ha fatto una campagna acquisti importante, per provare a rivincere lo scudetto e a puntare a un ottimo cammino in Champions. Per un allenatore il cui livello tattico non è mai stato eccelso e che si è sempre basato solo sull’agonismo, era normale he questa seconda annata con due competizioni si rivelasse più difficoltosa.

Il reale problema, al di là dei risultati, è nel rapporto che Conte ha con i nuovi. Tolto De Bruyne, ora, infortunato, nessuno dei nuovi acquisti ha goduto della piena fiducia del tecnico, nemmeno Milinkovic-Savic che, comunque, ora è titolare. Questo Napoli è involuto dal punto di vista del gioco e i cui rapporti tra tecnico e squadre sono involuti. Sono le stesse dichiarazioni dell’allenatore a confermarlo. Che questa sia l’ultima stagione d Conte a Napoli è fuori di dubbio. Il tecnico però è chiamato a chiudere bene, perchè, al di là delle sue scuse ormai leggendarie, la rosa per vincere il Napoli la ha.

Davide Luciani  

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