Il nome di Carsten Jancker non può certo lasciare indifferenti. D’altronde si sta parlando di uno dei giocatori che, tra fine anni ’90 e primi anni 2000, è stato uno dei simboli del Bayern Monaco e del calcio tedesco. Un attaccante forte fisicamente, magari non un vero e proprio bomber, ma un riferimento offensivo perfetto. Dalle parti di Udine però i ricordi non sono troppo positivi. Ma cosa è successo?
Dal Bayern all’Udinese: cosa non funziona
Dopo due brevi esperienze nel Colonia e nel Rapid Vienna, il classe 1974 è passato al Bayern Monaco. Era il 1996 e i bavaresi erano tra le squadre più importanti d’Europa. Insomma, un salto di qualità molto importante per lui. In sei stagioni con i teutonici ha vinto quattro campionati, una Coppa di Germania, una Champions League e una Coppa Intercontinentale. Dunque, un palmares davvero di tutto rispetto. Il buon Carsten però non è mai stato una vera e propria macchina da gol, come dimostrato dai soli, si fa per dire, 50 gol in sei anni. Però, come già detto, con il suo fisico da autentico corazziere, era in grado di rendersi utile per la sua squadra. Ed è per questo che nel 2002 l’Udinese ha fiutato il grande colpo. C’era da raccogliere la pesante eredità di Bierhoff e i friulani, in quegli anni, lottavano per l’Europa. Ed ecco che i Pozzo hanno investito due milioni e mezzo.
La piazza bianconera sogna di rivedere le stesse movenze del buon Oliver: stesso paese di provenienza, anche lui fortissimo nel gioco aereo e caratteristiche, nel complesso, molto simili. In panchina c’era Luciano Spalletti, che ci ha puntato fin da subito, sicuro del suo valore. Il tedesco però, in realtà, faticava ad ambientarsi, con il primo gol arrivato solo a metà novembre. Ed ecco che, in men che non si dica, Jancker ha perso il posto da titolare, in favore di Iaquinta. L’anno successivo era ormai diventato a tutti gli effetti un rincalzo, giocando solo 20 scampoli di partita e segnando due gol. Insomma, una certezza andata in fumo, con i numeri quasi impietosi.
Il post Udine e il presente
Dopo la brutta avventura in bianconero, l’attaccante è tornato in patria, più precisamente al Kaiserslautern. L’obiettivo era quello di rilanciarsi e riscattarsi, ma Jancker pareva definitivamente essersi smarrito. A testimoniare ciò sono stati i soli quattro centri i due anni e prestazioni mai realmente convincenti. A chiudere la sua carriera sono state le sue avventure in Cina, allo Shangai Shensua, e in Austria, con la maglia del Mattersburg. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, nel 2006, ha iniziato la carriera di allenatore e ha vissuto varie esperienze nella Bundesliga austriaca. Per molti però resterà quel gigante con la maglia del Bayern e che non è riuscito a raccogliere l’eredità di Bierhoff.
