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Juve, come si cambia con Spalletti. Lazio: l’attacco non gira

Thuram

Luciano Spalletti si è insediato alla Juventus. Il tecnico di Certaldo ha una missione chiara: riporta il club dove gli compete. Trova un ambiente depresso e una squadra in totale confusione. C’è molta curiosità per cercare di capire come imposterà il tecnico la squadra. Alcune cose le ha già dette in conferenza stampa. Inizialmente si continuerà sul 3-4-2-1, ma è chiaro che la sua intenzione è quella di giocare 4-3-3. I principi di Spalletti non sono semplici da assimilare e tale processo andrà accelerato. Diamo uno alle possibili innovazioni di Spalletti.

Juve: Thuram la chiave con Spalletti

Partiamo da un presupposto. Questa non è una Juve spallettiana. Al tecnico manca senza dubbio un regista. Le squadre di Spalletti si sono sempre fondati su un uomo d’ordine: Pizarro, Brozovic e Lobotka hanno fatto le sue fortune. Tutti i centrocampisti della rosa hanno altre caratteristiche. All’inizio il tecnico dovrà adattarsi, ma è chiaro che serva altro dal mercato a gennaio. Diciamo che si proverà inizialmente un 4-3-3 con Locatelli regista e Thuram e Koopmeiners interni. Anche per Spalletti l’olandese è più un interno quindi in quella posizione e con compiti precisi andrebbe rilanciato. In avanti, Yildiz partirà a sinistra per poi svariare su tutto il fronte, mentre, sull’altra fascia agirà inizialmente Conceicao, ma se Zhegrova starà bene, avrà molto spazio.

In generale ci si attende che Spalletti recuperi Joao Mario, un terzino che in fase di spinta potrebbe dare una mano e risolva finalmente il dilemma tra Vlahovic, Openda e David. L’impressione è che il tecnico voglia provare il belga in una posizione più defilata per sfruttarne le doti di velocità e tecnica. Per il ruolo di centravanti rimarrebbero quindi il serbo e il canadese con il primo favorito per qualità e cattiveria sotto porta. In questo schema un ruolo fondamentale lo ricoprirà Thuram. Il francese potrebbe ricoprire quel compito avuto da Nainggolan e Perrotta nella Roma e da Zielinski nel Napoli. Più di Koopmeiners, infatti, il figlio di Lilian ha quegli strappi e quella forza fisica necessari a fungere da guastatore.

Lazio: Sarri e il problema gol

Cinque gare su nove senza reti. Sarri ha un problema serio con la Lazio. I biancocelesti non riescono a essere incisivi, ma, soprattutto, costruiscono poco. Anche con il Pisa gli attacchi sono stati confusionari e i maggiori pericoli sono arrivati con tutti da fuori. I principi sarriani non riescono ad applicarsi a questa squadra. Zaccagni è la fotografia della crisi: nella prima esperienza del tecnico toscano era stato un valore aggiunto, mentre ora fa fatica. Paradossalmente Basic (ripetutamente bocciato da Sarri nella sua prima esperienza) rimane il giocatore più pericoloso. I problemi toccano anche il ruolo di centravanti. Nè Castellanos, nè Dia sono attaccanti idonei a Sarri, ma l’argentino ha tecnica e capacità di unire il gioco di squadra. Dia appare invece del tutto scollegato dal gioco.

Proprio per le difficoltà a costruire gioco, la squadra arriva meno al tiro in area e tenta maggiormente la conclusione da fuori. Manca il giocatore che strappi la gara, un interno di corsa e qualità in grado di inserirsi, ma anche un attaccante capace di essere letale quando è lanciato in porta. In questo momento Sarri sta facendo di necessità virtù, ma è chiaro che questa navigazione a vista non può durare in eterno. Il yrcnico non può fare miracoli e chiede rinforzi. Se a gennaio non arriveranno potrebbero esserci conseguenze anche nelle decisioni del tecnico.

Davide Luciani 

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