Connect with us

Buzz

Genoa, un modulo senza ali. Parma: squadra senza spunti

Pubblicato

|

Vieira

Il Genoa di Patrick Vieira in estate era nato con determinati auspici tattici. Dopo che la scorsa stagione il tecnico aveva schierato un 4-2-3-1 ibrido, adattando come ali offensive gente come Zanoli o Miretti, il calciomercato aveva messo a disposizione calciatori in grado di aumentare la qualità del gioco dei liguri. Valentin Carboni, Stanciu, Gronbaek, Ellertsson e Cornet (quest’ultimo di ritorno dopo essere arrivato a gennaio) sembravano in grado di aumentare la qualità del gioco, donando imprevedibilità dalla trequarti in avanti. Questo esperimento è durato fino alla prima giornata poi si è inceppato improvvisamente.

Genoa: staticità e fragilità

Il Genoa lo scorso anno si era distinto per un gioco molto pragmatico. Gli esterni di attacco in fase di difesa, rientravano formando una sorta di blocco unico. In questo modo la squadra si schierava con un 4-5-1 “a fisarmonica”, ovvero, un modulo in cui i giocatori si alzavano e abbassavano insieme, a seconda delle situazioni di gioco. Con gli interpreti attuali questa situazione non si è mai verificata. Vieira si è trovato tra le mani una squadra ibrida, con tanta qualità, ma poco sacrificio.

Le prime sei gare sono state usate per cercare un equilibrio, finendo per sacrificare, però, l’attacco. Il tecnico ha provato a impostare un modulo con Vitinha e Ellertsson larghi e Malinovsky trequartistista che, però, alla lunga si è rivelato sterile, perchè l’ex Venezia è più un assalitore che un costruttore e il portoghese sulla fascia finisce per estraniarsi. Il Genoa attuale non gioca male, ma non è quello pensato in estate e i risultati si notano. In fase di non possesso la squadra è spaccata in due e quando deve attaccare, costruisce poco. Il tecnico francese è chiamato a una sorta di crasi dalla prossima gara in poi. Il Genoa ha giocatori per aumentare la qualità e i numeri dell’attacco, ma per farlo deve sacrificare un po’ la fase difensiva perchè la squadra attuale comunque fa fatica in entrambe le fasi.

Parma: Cuesta cosa vuole fare?

Il Parma è un assoluto enigma tattico. In estate i dirigenti emiliani sono volati a Londra per strappare all’Arsenal Carlos Cuesta, convinti che il tecnico avrebbe portato una ventata di novità nell’ambiente. Ad oggi l’esperimento è fallito e i dubbi su Cuesta sono decuplicati. Lo spagnolo si è presentato in questi primi mesi con un 3-5-2 statico, togliendo Bernabè dal centro del gioco e non andando oltre lo schema “cross di Valeri per la testa di Pellegrino”.

Tatticamente gli emiliani sono i più  indietro. La squadra costruisce poco e non riesce a essere compatta dietro. L’errore più grande è stato, come detto, quello di togliere Bernabè dal centro del gioco. Il Parma attuale è una squadra di corridori, senza un regista e incapace anche di verticalizzare la manovra, motivo per cui non solo non costruisce nulla, ma fatica anche a scalare quando viene attaccata perchè priva di leader. La squadra dello scorso anno si era caratterizzata per l’ampiezza del gioco, cercando di sfruttare gli esterni. L’infortunio di Ondrejka, mai rimpiazzato, ha finito per far sviluppare il gioco o su Valeri o per vie centrali, rendendo tutto molto prevedibile. Cuesta fin qui non ha portato nulla di nuovo e ci si chiede se valesse la pena prendere un trentenne che non aveva mai allenato prima, se in quattro mesi di lavoro non ha portato nulla di sostanziale. Ora sta all’ex Arsenal trovare qualche soluzione alternativa, magari cercando anche assetti tattici differenti.

Davide Luciani

Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *