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La Caduta degli Dei

Adrian Mutu, tra genio e sregolatezza

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adrian mutu

Il nome di Adrian Mutu non può certo lasciare indifferenti gli appassionati di calcio del BelPaese. Genio e sregolatezza: non può esistere davvero modo migliore per descrivere il rumeno, la cui carriera è un vero e proprio romanzo, fatto di capitoli, di pagine, di episodi e di puntate.

La Serie A come palcoscenico, ma a Londra…

Classe 1979, l’attaccante ha mosso i primi passi nel “suo” Arges Pitesti. Debutto a 18 anni, 11 gol e numerosi assist: è bastato questo per la chiamata della Dinamo Bucarest, una delle squadre più importanti della Romania. Nel 1999/2000, ha messo a segno 18 reti in 18 partite. Ed è stato per questi numeri e per le sue grandi qualità che è arrivata la chiamata dell’Inter. I nerazzurri, dopo un’annata con poche presenze, lo hanno spedito a farsi i muscoli e a maturare in quel di Verona. Nel secondo anno con gli scaligeri si è preso letteralmente la scena, segnando 12 reti. L’esplosione definitiva è però arrivata al Parma, sotto la guida di Prandelli e in coppia con Adriano. Mutu, dopo i 22 gol stagionali, è stato uno dei pezzi pregiati del mercato. Ad accaparrarselo è stato il Chelsea del magnate russo Abramovic. Ma questo è stato l’inizio di una prima triste pagina.

Nonostante una buona partenza, con tanto di gol in Champions alla Lazio, il buon Adrian è finito fin da subito dietro nelle gerarchie di mister Ranieri, con i vari Hasselbaink, Crespo, Forssel e Gudjohnsen che, in più di un’occasione, gli sono stati preferiti. Il suo contributo è stato dunque pressoché minimo. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la positività alla cocaina, con tanto di licenziamento in tronco, squalifica di 7 mesi e una multa di 20.000 sterline dalla Football Association. Una pagina buia e che ha messo in mostro il suo lato ribelle e sregolato. Ma per lui c’è stata una seconda chance.

L’occasione Juve e l’amore viola

A puntare sul suo rilancio è stata la Juventus. In bianconero il rumeno si è ritrovato sotto la guida di un sergente di ferro come Fabio Capello. Insomma, per lui, bastone e carota. Il tecnico ha sfruttato la sua duttilità, utilizzandolo come punta e come esterno di centrocampo. Dieci reti in circa 30 presenze sono state un buon bottino, ma la concorrenza di giganti come Del Piero, Trezeguet e Ibra l’ha relegato al ruolo di riserva di lusso. Per di più lo scandalo Calciopoli lo ha convinto a cambiare aria. Ed è stato così che è iniziata la sua storia d’amore con la Fiorentina. In viola ha ritrovato il suo mentore Prandelli e ha formato due coppie d’oro, prima con Toni e poi Gilardino. In Toscana è tornato a essere fenomeno e trascinatore vero. La conquista della Champions, il gol con il Bayern Monaco, la semifinale di Europa League e le tante giocate d’alta scuola sono stati solo alcuni dei momenti magici vissuti con i gigliati.

Ma, come ogni love story che si rispetti, come c’è stato un inizio c’è stata anche una fine. A rovinare tutto, oltre a qualche problema fisico, nel 2010, una seconda squalifica, stavolta di nove mesi, per positività alla sibutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame. Ed ecco che, nonostante il ritorno in campo e al gol, il suo rapporto con i Viola, dopo cinque stagioni fatte di passione profonda e ricambiata, è terminato forse nel peggiore dei modi.

Il finale di carriera e il presente

Gli otto gol con il Cesena, le undici reti che sono valse la storica salvezza dell‘Ajaccio, le avventure al Petrolul Ploiesti, con gli indiani del Pune e ai romeni del Targu Mures sono stati gli ultimi capitoli della sua carriera, prima di appendere gli scarpini al chiodo nel maggio del 2016. Una carriera fatta di talento, grande qualità, intelligenza calcistica, agilità, abilità, duttilità, gol e assist, ma anche di genio, sregolatezza e quell’essere ribelle, che forse gli ha precluso traguardi ben più importanti. E lui stesso, in più di un’intervista, non ha nascosto i suoi rimpianti.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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