Fiorentina-Roma è una sfida tra due avversarie storiche e che ha sempre regalato grandissime emozioni. Tanti i duelli a distanza che hanno caratterizzato questo match. Ed ecco che quest’anno un faccia a faccia interessante potrebbe essere quello tra Nicolussi Caviglia e Koné. Perché gli aspetti da sviscerare sono tantissimi.
Due grandi talenti
Nato nel 2000, in quel di Aosta, Hans Nicolussi Caviglia muove i primi passi tra i Pulcini della Juventus, quando ha solo otto anni. La sua crescita è continua e costante e lo porta a debuttare tra i grandi, con la Next Gen. Il campionato è la Serie C. Passo dopo passo, l’aostano arriva anche in prima squadra. Infatti è il marzo del 2019 quando esordisce in massima serie contro l’Udinese. Ma ecco che per lui, per maturare definitivamente, inizia la girandola di prestiti. Si parte da Perugia. In Umbria il centrocampista totalizza oltre 2000 minuti, trova un gol e sei assist. L’anno dopo è la volta del Parma, La sfortuna però è dietro l’angolo: nell’ottobre del 2020 c’è la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il calciatore torna alla Juventus ma sembra entrare in un tunnel senza uscita, sottoponendosi a un altro intervento. A marzo 2022 la fine dell’incubo, con alcuni frammenti di fastfix e una barretta di ancoraggio rimasti dentro l’articolazione dopo la prima operazione. Per lui può iniziare una nuova vita calcistica.
Classe 2001, Koné cresce in Francia, più precisamente nelle giovanili di Tolosa. Con i transalpini, f tutta la trafila nelle giovanili, prima di esordire in prima squadra nel 2019. Per lui sono tre le stagioni vissute in Francia e i numeri sono importanti: 59 presenze e sei gol. E arriva così la chiamata del Borussia Mönchengladbach. E il gennaio del 2021 e i tedeschi investono nove milioni di euro. Il buon Manu dimostra tutto il suo valore, nonostante un periodo di ambientamento. Il centrocampista gioca 86 partite, segna sei gol e realizza quattro assist. Insomma, non servono troppe parole.
Percorsi differenti
La ripartenza di Nicolussi Cavigia è lenta e graduale. Nel luglio 2022 passa al Sudtirol. Ritrova continuità, condizione e anche la Serie A, visto che, a metà stagione, c’è la chiamata della Salernitana. Insomma, finalmente torna a esprimersi a buoni livelli. Nel 2023-2024 la Juventus gli dà fiducia. Ovviamente, vista la concorrenza, non trova moltissimo spazio, con nemmeno 300 minuti giocati. La ciliegina sulla torta è però la vittoria in Coppa Italia, dove scende in campo anche nella finale con l’Atalanta. Il resto è storia recente della scorsa stagione, vissuta in prestito al Venezia. 35 presenze, quasi 3000 minuti giocati, quattro gol e tre assist: questi i suoi numeri, testimonianza di una presenza costante e affidabile. Qualità che ha convinto la Fiorentina a puntare su di lui, con Pioli che in quest’avvio di stagione gli ha dato molto spesso fiducia. Sarà il palcoscenico giusto per la consacrazione?
Koné ha raggiunto una sorta di vera e propria consacrazione a livello internazionale con la maglia della Francia Olimpica. Il resto è storia del suo passaggio alla Roma, dove, anche in una stagione con mille difficoltà come la scorsa, il centrocampista mette in mostra le sue qualità, è uno dei più brillanti, continui e positivi. Le due reti dimostrano come ci sa fare anche sotto porta, mentre i tre assist sottolineano la sua visione di gioco. Ranieri ha lavorato molto su di lei, cercando di dargli un maggior ordine dal punto di vista tattico. Gasperini lo ritiene già intoccabile, per la sua corsa e per il suo moto perpetuo. E il popolo giallorosso lo ama.
Chi è più forte?
Nicolussi Caviglia è un regista moderno, a cui non mancano visione di gioco, capacità di costruzione della manovra, tecnica e abilità nell’abbinare fase difensiva e offensiva. Può agire anche da mezzala, sfruttando così al meglio le sue doti di passaggio e la sua creatività. Koné può essere definito il classico centrocampista box to box. Fisicità e tecnica sono le sue abilità e in casa Roma le conoscono bene. Il francese è bravo nel recuperare palloni, ma sa farsi valere nel tiro dalla distanza e negli inserimenti. Occhio anche alla sua duttilità, potendo agire a incursore, da interno e davanti alla difesa. Dunque il futuro è qui, con il romanista che senza dubbio sta vivendo un momento d’oro e ha maggiori luci dei riflettori addosso. Ma il viola le doti le ha.
