La Caduta degli Dei
Julio Baptista, una Bestia che non hai conquistato tutto
Julio Baptista è uno dei giocatori che ha indossato maglie importanti, ma a cui sembra sempre esser mancato qualcosa

Siviglia, Real Madrid, Arsenal e Roma. Difficile trovare tanti calciatori che, nella loro carriera, hanno giocato con quattro club così importanti e prestigiosi. Ed è per questo che, quantomeno basandosi su ciò, la carriera di Julio Baptista può essere definita importante. In realtà però al brasiliano, con il senno di poi, è mancato quel qualcosa di fondamentale e di decisivo per entrare nella storia.
Spagna, Inghilterra e Italia: tra gioie e dolori
Classe 1981, cresciuto nel San Paolo, la sua esplosione è avvenuta in Spagna. Infatti è con il Siviglia che, dopo gli inizi da centrocampista, si è trasformato in un centravanti in grado di sfruttare il suo fisico possente. I 38 gol in due stagioni sono sembrati essere un grande punto di partenza per una bella storia. La chiamata del Real Madrid è però stata un’arma a doppio taglio. Con i Blancos non è infatti riuscito a imporsi e a giocare con continuità, vista anche la nutrita concorrenza. L’altra chance importante è stata l’Arsenal. Nonostante buone prestazioni e il record di quattro gol in una sola partita, quella in Coppa di Lega contro il Liverpool, i londinesi hanno poi però deciso di non riscattarlo.
Julio Baptista ha giocato molto in Nazionale, con cui ha vinto due Copa America e due Confederations Cup, ma, dopo queste avventure in Spagna e Inghilterra, è stata la volta dell’approdo in Serie A. La Roma per lui è stata la grande occasione della rinascita. Non è nemmeno partito malissimo, con una prima stagione da 12 gol, tra cui uno decisivo in un derby contro la Lazio. La sua discesa è cominciata nel secondo anno, quando ha cominciato a deludere le aspettative in una squadra che ambiva a lottare per le prime posizioni in campionato e a dire la sua in Champions. Il brasiliano non è più riuscito a prendersi la scena e a convincere, presentandosi per di più sovrappeso e spesso svogliato. Ed è per questo che le critiche dei tifosi giallorossi non sono certo mancate.
I piccoli segnali e il presente
L’addio alla Capitale è stato inevitabile. Il centravanti si è ritrovato al Malaga, con dieci gol in 12 partite. Numeri importanti i suoi, ma a ostacolare il suo tentativo di seconda giovinezza sono stati i tanti problemi fisici. Per questo è stato quasi costretto a tornare in patria, accasandosi al Cruzeiro, prima di chiudere la carriera tra Stati Uniti, nell’Orlando City, e Romania, al Cluj. In questi due club non ha certo lasciato il segno. Oggi l’ex attaccante verdeoro ha cominciato la carriera di allenatore, partendo da Valladolid, con le giovanili. Per di più si è anche riscoperto cantante, esibendosi in un concerto dell’artista spagnolo David De Maria. Insomma, sicuramente sempre un po’ sopra le righe e mai banale. Ma qualcosa per entrare nella storia gli è mancato. Cosa? Difficile dirlo…
