Osservatorio
Fiorentina: Palladino rinnova, ma non convince
Julio Baptista è uno dei giocatori che ha indossato maglie importanti, ma a cui sembra sempre esser mancato qualcosa

La Fiorentina non giocherà la terza finale di Conference League consecutiva. Raffaele Palladino ha toppato l’ennesimo obiettivo stagionale. Il rinnovo arrivato proprio alla viglia della sfida con il Betis Siviglia assicura continuità tecnica alla squadra, ma non toglie pressione a un allenatore anche ieri dimostratosi del tutto inadeguato. Le scelte effettuate sia inizialmente che con i cambi hanno lasciato più di una perplessità. A fine gara il tecnico si è detto deluso del fatto che alcuni giocatori non abbiano dato quanto lui si aspettava. Nessuna parola di autocritica però si è sentita.
L’attacco di Palladino
Palladino ha attaccato i giocatori affermando che si sarebbe aspettato qualcosa di più da alcuni di loro. Fatto sta che la gestione della gara da parte del tecnico è stata sbagliata fin dall’inizio. I due calci piazzati su cui Gosens ha segnato non nascondono la pochezza mostrata dalla squadra viola in termini di costruzione. Come se non bastasse, il secondo gol incassato è frutto di una serie di errori imbarazzanti a certi livelli, oltre che della scelta di sostituire Gosens (allo stremo, ma comunque capace di usare l’esperienza e la grinta per sopperire al ritardo fisico) con Parisi, un pesce fuor d’acqua anche ieri sera. Per non parlare dei cambi di Adlì e Fagioli.
La verità è che Palladino non ha posto rimedio alle lacune della squadra e, anzi, le ha accentuate. Quella di ieri è stata la dodicesima gara su 14 di Conference League con almeno una rete al passivo, l’ottava su 14 con almeno due reti al passivo. In 14 gare, la Viola ha incassato 22 gol, uno sproposito per tutte le competizione, ma, soprattutto, in una dove il livello è molto basso. Palladino non ha mai trovato la quadra, la squadra è stata sempre in balia degli avversari, con errori difensivi inaccettabile a certi livelli. Per questo il tecnico è il primo colpevole di una stagione che rischia di chiudersi senza la partecipazione alle prossime coppe.
Commisso, come detto, ha scelto di rinnovare il contratto di Palladino, dando forza al progetto, ma la verità è che attualmente tale scelta è un azzardo. Palladino rischia di essere l’ennesimo tecnico promosso dalla Primavera senza una adeguata gavetta, destinato a fare tanti passi all’indietro. Negli ultimi 20 anni, solo Simone Inzaghi si è dimostrato un allenatore capace di reggere il salto dalla Primavera alla serie A. Tutti gli altri o sono spariti o sono scesi di categoria. Palladino è incanalato verso questa direzione se non crescerà e imparerà in fretta. La gestione di ieri sera è solo l’ennesima caduta di un tecnico, etichettato come “enfant prodige”, ma troppo presuntuoso e nervoso per risultare adeguato al ruolo che gli hanno disegnato addosso. Ora la Fiorentina è chiamata a chiudere bene la stagione. Finire ottavi e essere costretti a tifare Italiano per un altro anno in Conference sarebbe l’ennesima beffa stagionale.
Davide Luciani
