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Juve, il futuro di Vlahovic si decide in estate. Milan, Conceição si lamenta…

Una rincorsa logorante e uno slancio incerto. Il finale di stagione per Milan e Juventus assomiglia più a una partita a scacchi che a una volata Champions. I rossoneri, sempre più in apnea, vedono sfumare le residue speranze europee tra scelte tattiche fragili, una piazza mai veramente convinta e una panchina che non ha mai smesso di scricchiolare.
Dall’altra parte i bianconeri, pur tra alti e bassi, si tengono aggrappati al treno che conta, sperando che la volata finale li lasci almeno con la faccia rivolta verso la prossima Champions. Perché senza i soldi dell’Europa investire diventa difficile. E cedere diventa quasi obbligatorio.

Sergio Conceiçao. Fonte foto: Sportal
Conceição e l’ombra lunga del futuro
Sérgio Conceição l’avevano presentato come un condottiero di fuoco, uno capace di mettere ordine nel caos. E invece, tra una Supercoppa vinta e una classifica traballante, il portoghese si ritrova nel mirino di critiche e speculazioni continue. “Da quando sono arrivato si parla ogni giorno di nuovi allenatori – questa la sua analisi dopo la sconfitta contro l’Atalanta – Per me va bene, ma per il gruppo no. Non c’è stabilità, manca rispetto”.
Parole che pesano come pietre, perché arrivano da un tecnico che, nel pieno di una corsa all’Europa che sembra sempre più difficile deve anche difendere la propria credibilità. Il campo ha detto poco in termini di crescita: il Milan fatica nella costruzione, inciampa spesso nell’ultimo passaggio e si affida più alla volontà che al gioco. Conceição sente il fiato sul collo, ma non si smarca: “Il mio futuro non dipende da niente. Devo solo preparare il derby”. Eppure, in una società dove si parla di futuro senza mai guardare negli occhi il presente, quel futuro sembra già deciso.

Dusan Vlahovic e Igor Tudor. Fonte foto: 90Min.com
Vlahovic e la Juve al bivio: restare, ma a quale prezzo?
A Torino, invece, il nodo si chiama Dusan Vlahovic. Ed è un nodo non tattico, ma economico. L’attaccante serbo, fiore all’occhiello di un progetto che avrebbe dovuto rilanciare la Juve post-Allegri, è oggi una mina a orologeria. 12 milioni netti a stagione da corrispondere nel 2025/26 sono una cifra che fa tremare le casse juventine. E il rinnovo? Fermo tutto, trattative in stand-by da mesi. La distanza è troppo ampia, la dirigenza – Giuntoli in primis – non ha intenzione di replicare certi errori del passato.
Così Vlahovic rischia di diventare il pezzo pregiato da sacrificare. La Premier League resta la vetrina più probabile: Newcastle in primis, ma occhio anche a Arsenal e Manchester United. Il Barcellona osserva da lontano, mentre lo scambio con Zirkzee è tramontato prima ancora di decollare (complice anche l’addio del suo più grande estimatore, Thiago Motta). E come sempre, in questi casi, il futuro del nove è legato a doppio filo a quello della panchina: Tudor piace, ma deve convincere, mentre Conte e Gasperini scaldano i sogni. In questo mosaico instabile, Dusan potrebbe essere il pezzo che completa il puzzle. Oppure lo fa saltare. In attesa di sapere se l’Europa tornerà in quel di Torino o se bisognerà ancora aspettare.
