La Caduta degli Dei
Elia, non è tutto bianco…nero

Eljero Elia. Un nome che, per i tifosi bianconeri, di certo, non fa sorgere ricordi idilliaci. Ma, in realtà, se si dà uno sguardo, nel complesso, alla carriera dell’olandese. Perché, come si è soliti dire, non è tutto bianco…(o) nero.
Un inizio positivo tra Olanda e Germania
Cresciuto nell’ADO Den Haag, con una parentesi di due anni nel settore giovanile dell’Ajax, la sua esplosione definitiva è avvenuta al Twente. Con 15 gol stagionali, si è persino guadagnato il titolo di Talento Olandese dell’anno. Dunque due annate importante per lui, con l’Amburgo che ha, dopo questo, puntato su di lui. Nove milioni di euro l’investimento dei tedeschi, nell’estate del 2009. L’orange ha trovato una grandissima continuità, pur non segnando moltissimo, visti le sole otto reti. Insomma, in Bundesliga e con il suo inserimento nella Nazionale maggiore, Elia si è consacrato come uno degli esterni più interessanti.
Ed ecco che, nell’agosto del 2011, all’ultimo giorno di mercato, la Juventus è riuscito a portarselo a casa, per nove milioni di euro più bonus. A volerlo, o comunque a dare il suo ok, è stato un certo Antonio Conte, che arrivava in bianconero per far rinascere una squadra a dir poco in difficoltà. E il tecnico voleva fare dell’ex Twente uno dei pilastri del suo 4-2-4. Ma poi le cose sono andate un po’ diversamente, sotto molteplici punti di vista.
La delusione bianconera e i successivi tentativi
92 minuti e cinque spezzoni: questo il sunto dell’avventura in Piemonte di Elia. Eppure le premesse erano state più che buone e più che positive, vuoi per il modulo, vuoi per un esordio da titolare già alla quarta giornata con il Catania. Conte però, a una certa, ha deciso per una rivoluzione tattica, puntando sul 3-5-2. Una scelta che ha portato il classe 1987 a finire ai margini. L’esterno, in molte interviste, pur abbastanza recenti, ha detto di non avere rimpianti, parlando soprattutto del suo rapporto con alcuni big dello spogliatoio, come Pirlo e Del Piero. L’addio, dopo solo un anno, visto anche un feeling mai nato con l’allenatore è stato inevitabile. Eljero ha addirittura rinunciato al premio scudetto: 200mila euro e Ferrari.
Ma cosa è successo dopo? Dal Werder Brema al ritorno all’ADO Den Haag, passando per Southampton, Feyenoord, İstanbul Başakşehir e Utrecht: questo il suo percorso, senza particolari acuti, se non lo scudetto in Turchia. Buona, in realtà, anche la sua esperienza, durata due stagioni, con i biancorossi, con 18 gol. Ma chissà, quanto quel periodo alla Juve, lo abbia realmente segnato e condizionato.
