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La Caduta degli Dei

Jorge Andrade, una tristezza bianconera

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Con 51 presenze, senza alcun dubbio Jorge Andrade è stato uno dei giocatori più importanti del Portogallo, soprattutto nei primi anni 2000. La sua carriera nei club è però fatta di alti e bassi, soprattutto nella sua parte finale. Il pensiero va, come molti avranno intuito fin troppo bene, alla sua avventura alla Juventus. Un’avventura che è stata tutt’altro che idilliaca e positiva. Ma da raccontare e da dire c’è davvero tantissimo.

La grande partenza e il brutto infortunio

Il centrale, classe 1978 e originario di Lisbona, ha mosso i primi passi all’Estrela Amadora, club di una piccola cittadina situata a nord-ovest della capitale lusitana. La sua esplosione e maturazione è però avvenuta al Porto, dove è arrivato nel 1999. Con una delle squadra più importanti del Portogallo, ha affinato le sue doti, dimostrando capacità di marcatura e nell’anticipo, ma anche di lettura di molte situazioni in modo equilibrato e intelligente. Insomma, un difensore che, a quell’epoca, poteva essere definito moderno. Conquista la Nazionale, con cui è stato protagonista nella non bellissima esperienza ai Mondiali del 2002. Questo però ha portato a una consacrazione a livello internazionale, tanto che, nell’estate del 2002, Deportivo la Coruna investe ben 10 milioni di euro per lui.

Sembrava l’inizio di un altro bel capitolo e, in realtà, le oltre 100 presenze con gli spagnoli, potrebbero anche far pensare che sia davvero stato così. Quattro anni di buon livello quelli vissuti di Jorge Andrade. Ma ecco che, nel 2006, in occasione di una sfida tra Deportivo la Coruna e Barcellona ha subito un gravissimo infortunio. E la diagnosi di rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro pareva quasi essere una tegola da addio da sogni di gloria. Nell’estate del 2007, visto il suo valore e quanto fatto fino ad allora, si è scatenata una vera e propria asta di mercato, vinta dalla Juventus. Ed è stato l’inizio di una nuova storia.

Una lenta agonia e il ritiro

In quegli anni i bianconeri erano alle prese con la ricostruzione post Calciopoli ed è per questo che l’arrivo del lusitano, pagato una cifra vicina ai 10 milioni e superando la concorrenza di Manchester United e Chelsea, sembrava uno dei segnali di rinascita. Ma i fatti hanno dimostrato altro, anche per il fato e il destino. Nel settembre 2007, in un match contro la Roma, per l’ex Porto è arrivata la rottura totale della rotula del ginocchio sinistro. Un infortunio molto simile al precedente, con tanto di due interventi chirurgici. Ed è stato solo l’inizio di un periodo di recidività e ricadute. Insomma, i problemi al ginocchio sono stati un’agonia e al giocatore, a oggi, rimane solo il bel rapporto con alcuni ex compagni avuti in quel di Torino.

Dopo alcuni tentativi di rilanciarsi in Brasile, Inghilterra e negli Stati Uniti, il ritiro, a soli 32 anni, inevitabile. A vincere sono stati i problemi fisici, ma è davvero difficile non aver rimpianti. Ha iniziato la sua carriera da allenatore. E chissà che, da seduto in panchina, per lui non possa arrivare il meritato riscatto.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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