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La Caduta degli Dei

Samuele Dalla Bona, un talento sprecato e sfortunato

Golden Boy è il soprannome più adatto per Samuele Dalla Bona. Del resto, la sua carriera parla davvero per lui

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samuele dalla bona

Il nome di Samuele Dalla Bona porta a raccontare una storia interessante, ricca di episodi e di colpi di scena. La storia è quella di un Golden Boy che in Italia non è mai riuscito a farsi valere. Ma quali sono stati i motivi e le cause? Non resta che entrare nello specifico e nel dettaglio. Perché da raccontare c’è davvero tantissimo.

Dall’Atalanta al Chelsea: un’incredibile ascesa

Il classe 1981, ad appena 14 anni, entra a far parte del settore giovanile dell’Atalanta. Insomma, non certo un settore giovanile qualunque. La sua tecnica e la sua forza fisica sono un qualcosa che colpiscono fin da subito. Ed è per questo che, a 17 anni, finisce al Chelsea. Prima Vialli e poi Ranieri credono molto in lui e il buon Sam vive una sorta di vero e proprio sogno. Il suo biglietto da visita sono poi i sedici gol con la squadra riserve, che testimoniano che la stoffa c’è. Ed ecco che, dal 2000 al 2002, gioca più di 70 partite. Il suo tiro da fuori, la sua capacità di lottare e di fare da vero e proprio incursore sono caratteristiche che si adattano perfettamente alla Premier League e al modo di giocare inglese. Il richiamo del BelPaese è però troppo forte. E nel 2002 approda al Milan. E quello dell’epoca era davvero un grandissimo club.

La troppa concorrenza, la rinascita il Napoli e…

Gattuso, Pirlo, Seedorf e Ambrosini: questi i compagni di reparto in rossonero. Un qualcosa che l’avrebbe potuto aiutare a crescere, ma che, in realtà, gli fa trovare pochissimo spazio, fare tanta panchina. Le sole 16 presenze testimoniano che l’avventura meneghina è un fallimento, al di là del trionfo in Champions. Dopo le brevi avventure al Bologna, al Lecce e alla Samp, la rinascita c’è al Napoli. Dalla Bona è infatti tra i grandi protagonisti della risalita dei campani, con Reja che gli dà grande fiducia. Una volta che i partenopei tornano in Serie A, il centrocampista finisce di nuovo per smarrirsi. Forse il problema è nel troppo tatticismo di un campionato come quello italiano, che rappresenta un ostacolo alle sue caratteristiche? Difficile dare una risposta netta

I greci dell‘Iraklis, il Verona, il ritorno all’Atalanta e il Mantova sono le sue ultime esperienze. La morte del papà, avvenuta nel 2010, porta l’ex Chelsea a vivere un momento difficile, che lo allontana dai campi di gioco. Decide di ritirarsi, apre un ristorante ad Amsterdam con l’amico nelle giovanili dell’Atalanta Massimo Donati. E quel pensiero fisso, ribadito in molte interviste: forse sarebbe dovuto restare in Inghilterra…Molto sarebbe potuto andare diversamente.

 

 

 

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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