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Lobotka vs Mandragora: è davvero così impari?
Napoli-Fiorentina sarà una sfida molto interessante. E occhio al duello tra Mandragora e Lobotka: il faccia a faccia

Napoli-Fiorentina è sempre, storicamente, una sfida davvero molto interessante e che si è sempre caratterizzata per sorprese e per colpi di scena. In un match che varrà molto per scudetto e lotta per l’Europa, un faccia a faccia da analizzare può senza alcun dubbio esser quello tra Lobotka e Mandragora. Un duello che, forse a primo acchito, può sembrare impari. Ma da dire c’è davvero molto.
Tante differenze, ma…
Classe 1994, Lobotka muove i primi passi nella squadra della sua città natale, ossia l’AS Trenčín. Dopo la classica trafila nelle giovanili, il debutto nella prima squadra arriva nella stagione 2011/2012. La sua avventura in terra natia è comunque positiva, con 35 presenze, condite anche da due gol. Nel 2013 c’è l’esperienza allo Jong Ajax, seconda squadra del club olandese, da 30 presenze e tre gol. Il ritorno a casa concilia poi con i primi due trofei, ossia campionato e Coppa Nazionale. Per il centrocampista tempo di nuove avventure. La sua maturazione infatti prosegue, nel 2015, con i danesi del Nordsjaelland, ma soprattutto con il suo passaggio al Celta Vigo. Con gli spagnoli non trova mai la via del gol, ma colleziona 90 presenze. Due anni e mezzo importanti, con una grande crescita tecnica e tattica. La chiamata del Napoli, nel gennaio del 2020 è la naturale conseguenza.
Classe 1997, nasce a Napoli, più precisamente a Scampia. Mandragora però, a soli 14 anni, viene acquistato dal Genoa. E, a 17 anni, debutta in Serie A. Pare essere l’inizio della carriera di un predestinato. Nella sua prima annata, quella 2014-2015, colleziona cinque presenze. Da qui inizia il suo girovagare. Passa al Pescara, dove trova una discreta continuità, con 26 presenze. Sul finale però, la frattura del quinto metatarso del piede destro, condiziona un po’ i giudizi e il suo futuro. La Juve punta si di lui, ma, alla fine, gioca solo una volta. Il rilancio è datato 2017-2018, dove gioca al Crotone, in Serie A. Rolando trova continuità, con 36 presenze e due reti. Insomma, sembra essere la svolta.
Due storie molto diverse
20 milioni di euro più bonus: questo l’investimento del Napoli per Lobotka. Esordisce già il giorno dopo l’ufficialità, in Coppa Italia contro la Lazio. E questo è il più chiaro segnale di quello che succederà. Pochi mesi dopo infatti c’è la prima vittoria, ossia la Coppa Italia, portata a casa dai partenopei nella finale con la Juve. La stagione successiva le cose però non vanno in modo idilliaco, perché con Gattuso non trova moltissimo spazio. La svolta è datata annata 2021/2022, con l’approdo in panchina di Spalletti. Lo slovacco ha continuità, dimostra il suo valore e, con il tecnico toscano, ha le chiavi della manovra e del gioco dei campani. Il resto è storia recente, con Stanislav che è protagonista della cavalcata scudetto del 2022/2023, con prestazioni di altissimo livello. L’anno scorso paga, come tutti, l’anno difficile. Ma, con Conte, è tornato imprescindibile.
Nell’estate del 2018, l’Udinese investe 20 milioni, con la Juve che si riserva la clausola di recompra. In Friuli fa bene, totalizzando 61 presenze in due anni e segnando sei reti. Per lui però, nella sessione invernale del 2021, passa al Torino. In Piemonte gioca titolare e trova comunque una discreta continuità. I problemi fisici per lui sembrano essere un lontano ricordo. Il resto è storia recente, con un’avventura alla Fiorentina, dove si è via via imposto, sia con Italiano prima (con 50 presenze stagionali), che ora con Palladino. Insomma, a 27 anni, ha trovato la sua dimensione.
Chi è più forte?
Personalità, tecnica, agonismo, capacità di leadership e visione di gioco: questi i pregi di Lobotka, che ha dalla sua parte anche una maggiore esperienza in campo internazionale. Regista mobile e dinamico, senza alcun dubbio è uno dei migliori nel suo ruolo e in quella posizione di campo. Tecnica e verticalizzazione sono le armi di Mandragora, bravo soprattutto in una mediana a tre. Assist, traversoni e punizioni sono per di più un qualcosa dove eccelle. Insomma, trovando fiducia, forse le differenze e le distanze, pur essendoci, possono non essere così impari.















