La Caduta degli Dei
Nakata, dallo scudetto all’enogastronomia
Da uno scudetto storico con la Roma all’enogastronomia: l’incredibile storia, tutta da raccontare di Hidetoshi Nakata

Hidetoshi Nakata è considerato, ancora oggi, uno dei giocatori asiatici più forti di tutti i tempi. A parlare per lui sono numeri, trofei vinti e prestazioni. Insomma, quella del giapponese, è stata senza alcun dubbio una carriera di tutto rispetto. Una carriera che è però finita a 29 anni, dando vita così a una storia tutta da raccontare.
Perugia e Roma per l’Olimpo
Trequartista dal tocco di palla raffinato, con un grande visione di gioco e con senso del gol, ma che, allo stesso tempo, era in grado di arretrare il suo raggio d’azione, senza comunque perdere la sua propensione offensiva. Le sue giocate, i suoi movimenti, la sua classe, i suoi assist, le sue reti e il suo dare del tutti al pallone, hanno conquistato tutti gli amanti del mondo del pallone nostrano, e non solo. Cresciuto nel Bellmare Hiratsuka, è stato Luciano Gaucci a portarlo in Italia, al Perugia. E tutte le perplessità e i dubbi sono stati subito smentiti con una doppietta alla Juve. In Umbria è diventato, fin da subito, una sorta di Dio, ma Nakata è stato, per molti anni, una sorta di vero e proprio fenomeno mediatico, attirando tifosi da tutto il mondo, non solo dal suo Giappone.
Dopo due stagioni a dir poco brillanti con i biancorossi, è arrivata, nell’estate del 2000, la chiamata della Roma. 30 miliardi di lire l’esborso dei giallorossi. In realtà però, nella Capitale, Nakata non ha trovato molto spazio, essendo chiuso da Totti. Il nipponico però si è reso comunque protagonista, vivendo la sua notte magica nella sfida scudetto contro la Juventus. Entrato sul 2-0 per i bianconeri, ha segnato il primo gol e messo lo zampino su quello del pari. Ed è così che il buon Hide si è guadagnato un posto nel cuore dei tifosi romanisti. Perché quel pari è valso un pezzo di scudetto.
Dal Parma al Bolton. Cosa fa oggi Nakata?
Nonostante la firma in calce sul tricolore, Nakata ha comunque lasciato Roma, approdando al Parma. E anche con i ducali è riuscito a prendersi la scena, risultando decisivo nella vittoria della Coppa Italia: gol in semifinale con il Brescia e rete in finale con la Juve. Bologna e Fiorentina le due esperienze successive in Italia, caratterizzate però da alti e bassi. Soprattutto ai viola il giapponese non è riuscito a brillare. L’ultimo capitolo della sua carriera è stato il Bolton, dove ha lasciato poche tracce. Ed ecco, dopo i Mondiali del 2006, ha annunciato, un po’ a sorpresa, il suo ritiro. Il 7 giugno 2008, a Yokohama, si è disputata, davanti a sessantatremila spettatori, la sua partita di addio al calcio, con una selezione di calciatori nipponici che ha affrontato un’All star, guidata da José Mourinho.
Ma cosa fa oggi l’ex Roma? Nakata ha deciso di lasciare il calcio per dedicarsi alle sue passioni, viaggiando per il mondo, ma scoprendo anche le tradizioni del suo Paese. Ed è studiando l’artigianato locale di quest’ultimo, che si è innamorato del sakè, noto anche come vino di riso, ossia una bevanda ottenuta tramite un processo di fermentazione che coinvolge riso, acqua e spore di koji. Ha dunque fondato la Japan Craft Sake Company e creato l’N di Hidetoshi Nakata, una sua versione della bevanda, e Sakenomy, un’app per tutti gli appassionati e tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento. Inventori che gli hanno permesso di guadagnare il titolo di Master of Sakè. Insomma, anche nell’imprenditoria, Nakata è un fuoriclasse.
