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La Caduta degli Dei

Santiago Solari, tra discese e risalite

Le discese ardite. E le risalite. Così cantava Lucio Battisti in Io vorrei… Non vorrei… Ma se vuoi. E questa frase può senza alcun dubbio esser utilizzata per descrivere alla perfezione quella che è stata la carriera di Santiago Solari.

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Una carriera fatta di gioie e dolori, di problemi e di momenti puramente adrenalinici. L’argentino è sempre stato in grado di riprendersi dopo cadute, magari non troppo rovinose, ma comunque importanti.

La conquista di Argentina e Spagna

Classe 1976, ha esordito in massima serie a soli 18 anni, con la maglia del Newell’s Old Boys. La sua consacrazione è però arrivata con il River Plate, con cui ha vinto ben tre campionati argentini. Su di lui si è così accesa l’attenzione di molti club europei. A spuntarla, nel 1999, è stata l’Atletico Madrid. In due anni ha conosciuto e si è fatto conoscere dal calcio spagnolo, affinando le sue qualità. Dopo due stagioni c’è stato il passaggio ai rivali cittadini del Real. Dopo un ambientamento complicato per alcune problematiche respiratorie, Solari è diventato quello che, ancora oggi, viene definito il dodicesimo uomo. Infatti, in più di un’occasione, è entrato dalla panchina risultando decisivo.  Coppa Campioni, Coppa Intercontinentale e due Liga: questo il suo bottino con i Blancos, a cui vanno aggiunti ben 20 gol. Insomma, è stato l’apice per lui.

I problemi all’Inter, gli scarpini al chiodo e il presente

Ed è proprio per quanto raccontato, associato al suo buon apporto con la Nazionale, che il suo acquisto da parte dell’Inter, perfezionato nell’estate del 2005, ha creato non poche aspettative. L’avventura in nerazzurro però è stata tutt’altro che entusiasmante, dando inizio così alla sua discesa. Tanti problemi fisici, un feeling con Mancini che non c’è mai stato e pochissime presenze (solo 34). Eppure il suo palmares si è comunque arricchito: tre scudetti, tre Supercoppe e una Coppa Italia. Ma di Solari in nerazzurro non c’è stata traccia. San Lorenzo, Atlante e Penarol sono state le tre ultime sue squadre prima di appendere gli scarpini al chiodo.

Anche da allenatore, il buon Santiago ha vissuto discese e risalite. Ha cominciato nel Real, prima con la squadra Cadete B, per poi arrivare alla formazione Castilla, con cui ha conquistato un undicesimo e un ottavo posto. Nell’ottobre 2018, dopo l’esonero di Lopetegui, è stato chiamato dalla prima squadra, per un ruolo a interim. Però, visti i buoni risultati, si è conquistato la fiducia, vincendo addirittura il Mondiale per club. Una serie di risultati negativi a inizio 2019 hanno portato all’allontanamento Ma, dopo una breve esperienza ai messicani del Club America, c’è stato quello che può esser definito il suo ritorno a casa: Santiago Solari, dal 2022, è direttore dell’Area professionale delle merengues. Un ruolo istituzionale, che l’ha portato ad accantonare il sogno di ottenere grandi successi in panchina. Ma non resta che attendere l’ennesima risalita.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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