Faccia a Faccia
Reijnders vs De Roon, un faccia a faccia made in orange

La Serie A è ormai è entrata nel vivo. Tantissimi giocatori si stanno mettendo in mostra, tra conferme, sorprese, nuove scoperte e riscatti. Le luci dei riflettori si stanno accendendo in particolar modo sul centrocampo, che, mai come in questa stagione, si sta rivelando un vero e proprio reparto nevralgico. In vista di Atalanta-Milan, in programma venerdì 6 dicembre, non può non balzare agli occhi il faccia a faccia tra De Roon e Reijnders. I due olandesi stanno facendo tanto bene quest’anno e, nel confronto tra di loro, c’è molto da dire. Non resta che entrare nello specifico e nel dettaglio.
Il buon Martin ha mosso i primi passi nella sua Olanda, tra l’ASWH, club di Hendrik-Ido-Ambacht. e lo Sparta Rotterdam, con cui ha esordito tra i professionisti nella seconda serie orange. In tre anni le sue prestazioni hanno attirato l’interesse dei club importanti del suo Paese, segnando poi anche due gol. Nel 2012 è stato acquistato dall”Heerenveen, squadra allenata da Marco van Basten. Con questa compagine esordisce in Europa League, trovando persino la via della rete. La sua crescita è testimoniata dalla fascia di capitano. Ed ecco che, nell’estate del 2015, è arrivata la chiamata dell’Atalanta.
Classe 1998, Reijnders è cresciuto calcisticamente nel PEC Zwolle, club della sua città natia. Una trafila nel settore giovanile e una sola partita ufficiale prima della chiamata dell’AZ Alkmaar, arrivata nell’agosto 2017. La sua avventura in una delle società più importanti d’Olanda è cominciata con la seconda squadra, dove ha realizzato 19 gol in 92 presenze. È stato aggregato in prima squadra nel 2020 e la sua crescita è stata lenta ma inesorabile. La stagione della sua consacrazione è stata quella 2022/2023: 54 presenze, 12 assist e 7 gol, di cui 4 messi a segno in Conference League. Ed è proprio sul palcoscenico europeo che si è messo in mostra. E il trasferimento al Milan è stata la conseguenza.
De Roon pilastro, Reijnders presente e futuro
37 presenze e due gol: questi i numeri della prima annata di De Roon all’Atalanta. Infatti, dopo soltanto un anno, è passato al Middlesbourgh per 10 milioni di euro più bonus. In Inghilterra non ha inciso più di tanto e il ritorno alla Dea è stato l’inizio di una lunga storia d’amore. In questi sette anni il centrocampista è cresciuto in maniera esponenziale, diventando anche un pilastro della sua Nazionale, con cui ha collezionato, a oggi, più di 40 presenze. Ma è con i colori nerazzurri che il classe 1991 ha dato il meglio di sé. Si può dire che abbia accompagnato il cammino e il volo dell’Atalanta, diventata, in questi anni, una big del campionato e una realtà europea. La ciliegina sulla torta è stata la vittoria in Europa League dello scorso anno, con le sue prestazioni che sono state di altissimo livello. E con oltre 300 presenze è entrato nella storia orobica, con Gasperini che l’ha definito, in più di un’occasione insostituibile e imprescindibile.
20 i milioni di euro investiti dal Milan per Reijnders. Dopo un avvio a stento e a rilento, il centrocampista si è definitivamente sbloccato nel novembre 2023, segnando il suo primo gol in Serie A con il Lecce. Si è guadagnato, in pochi mesi, la fiducia di Pioli, risultando come uno dei più positivi in una stagione di alti e bassi. Il resto è storia di questa stagione, con l’ex Az che è divenuto uno dei pilastri dello scacchiere di Fonseca. A dimostrarlo sono le prestazioni, l’importanza nella manovra, l’infinità di palloni toccati e anche i numeri: sei gol segnati, di cui tre in Champions. Insomma, è la prova di maturità.
Chi è più forte?
Sulle qualità e caratteristiche di De Roon, forse, c’è davvero pochissimo da dire. Temperamento, personalità, interdizione, capacità nel dettare tempi di gioco, negli inserimenti e nei tiri dalla distanza: tutte queste sono le abilità che l’hanno reso uno dei migliori in Serie A, e non solo. Dal canto suo però Reijnders è in crescita continua e costante. La sensazione è che il rossonero tra l’altro abbia ancora ampi margini di miglioramento. La sua duttilità gli permette di agire sia da regista che da mezzala. La sua visione di gioco e la sua tecnica, sommate al fiuto del gol, permettono di pensare che in giro come lui ce ne sono pochi. Una sorta di passaggio di testimone? Vista la carta d’identità di entrambe si può anche pensare. Ma Martin ha ancora tanto da dire e da dare. E Tijani può guardare al presente. E non solo al futuro.
















