Gli sfigati del lunedì
Rammarico, paura e clamorosi errori: cos’ha detto un weekend senza Serie A
Un weekend senza Serie A, ma ricco di tantissimi spunti. Insomma, in questi due giorni non ci si è certo annoiati. Ad analizzare quanto accaduto non può che essere la nostra classica rubrica Gli sfigati del lunedì. E di argomenti da analizzare ce ne sono molti.
Non si può non partire dall’Italia. La qualificazione al turno successivo era già sicura dopo la sofferta vittoria di giovedì contro il Belgio. Il ko contro la Francia, che è costato il primo posto per un solo gol, merita comunque una riflessione: questa Nazionale deve sempre giocare al massimo dal punto di vista della concentrazione, dell’attenzione, della determinazione e della fame. Abbassando anche solo un attimo la guardia e staccando, seppur solo leggermente, la spina si incappa in errori, in disattenzioni e in episodi negativi, che fanno sempre la differenza. Certo, rispetto al disastro Europeo, i passi in avanti ci sono stati. Serve qualcosa in più in vista dei quarti di Nations League in programma a marzo, e per le qualificazioni mondiali. L’identità c’è, la mano di Spalletti si vede, ma servirebbe forse un po’ di qualità in più. E per questo qualche risposta può arrivare dal campionato.
E, a proposito di campionato, gli impegni delle Nazionali portano, inutile nascondersi, a vivere con una paura: quella di infortuni. Lo sanno bene gli interisti, con Calhanoglu che si è di nuovo fermato per un problema all’inguine. Sono escluse lesioni e problemi gravi, ma si paga sempre il prezzo di un calendario così fitto. E a proposito, di timori, l’incubo malaria ha fatto tremare Dia e indirettamente anche la Lazio. Dopo l’allarme scattato con comunicazione dalla federazione senegalese, i nuovi test hanno dato esito negativo. Un errore clamoroso o comunque un caso che qualcuno dovrebbe spiegare e chiarire. Ma questi sono soprattutto i giorni del ritorno di Ranieri a Roma, Un gesto romantico e una scelta di cuore in una piazza che ribolle, ma che ha gioito per il ritorno di autentico condottiero. Condottiero che sa di avere un compito difficile e soprattutto una grande responsabilità. Ma queste cose, in un certo senso, riconciliano con il calcio.