Faccia a Faccia
Vlahovic torna a segnare: quanto è distante Trezeguet?

In casa Juventus di attaccanti se ne intendono davvero molto. A dirlo sono la storia del club e i numeri. Forse è anche un po’ per questo che, indossare quella maglia, a volte può esercitare fortissime pressioni. Lo sa bene Vlahovic, spesso finito nel mirino delle critiche, in primis nei suoi momenti no. Ma ora che il serbo si è sbloccato ed è tornato a segnare possono senza alcun dubbio venire in mente paragoni con i grandi del passato. E di certo non si può non pensare a David Trezeguet. Ma cosa può dirci un faccia a faccia tra i due? Non resta che entrare nello specifico e nel dettaglio.
Gli inizi e il feeling con il gol
Nato a Rouen nel 1977, il francese è tornato dopo poco in Argentina, Paese di origine del papà George, anch’egli calciatore. Dopo la trafila nelle giovanili del Platense, è arrivata la chiamata del Monaco. David aveva 17 anni ed è nel Principato che è letteralmente esploso. La consacrazione è giunta nella stagione 1997-1998, con 18 gol in 27 partite. L’attaccante è riuscito a farsi valere poi anche in Nazionale, diventando campione d’Europa con l’Under 21. E ovviamente, dopo pochi mesi, c’è stata anche la chiamata dei grandi. Ha continuato a confermarsi con i monegaschi, con 30 presenze e 22 gol nel 1999-2000. Nell’Europeo del 2000 è stato lui a distruggere i sogni nell’Italia di Zoff. Ma l’Italia è nel suo destino. Ed ecco che ad acquistarlo, dopo i corteggiamenti di Milan e Roma, è stata la Juventus.
Classe 2000 e nativo di Belgrado, la carriera di Vlahovic ha preso il via al Partizan. Già nel 2016, è diventato il più giovane esordiente nel campionato serbo, scendendo in campo a soli 16 anni. Circa un anno dopo, è finito nel mirino della Fiorentina. I viola hanno investito per lui 3 milioni di euro. La sua avventura in Toscana è partita dalla Primavera, dove ha vinto una Coppa Italia e messo a segno 20 gol in 22 presenze. Numeri da capogiro, che non hanno potuto che valere la promozione in prima squadra. Dusan ci ha messo poco a imporsi anche in Serie A, con 21 gol segnati nella stagione 2020/2021. Ed ecco che dopo, un finale di 2021 da autentico fuoriclasse, con 20 gol in 24 presenze, è arrivata la chiamata della Juventus. Una chiamata da 80 milioni di euro.
Trezeguet fa la storia, Vlahovic tra alti e bassi
L’avventura in bianconero di Trezeguet è cominciata in modo tutt’altro che idilliaco. Il francese ha fatto tanta panchina, chiuso dalla coppia Del Piero-Inzaghi. Il digiuno di quest’ultimo ha però offerto al buon David una grande occasione. Ancelotti ha infatti iniziato a dargli fiducia, ripagata con 15 reti stagionali. Ma è l’anno dopo che il transalpino è entrato nel cuore del popolo juventino. 24 gol in campionato, nove in Champions e soprattutto uno scudetto vinto all’ultima giornata in quel 5 maggio 2002 divenuto storico. L’anno dopo però il destino gli ha giocato un brutto scherzo, con numerosi infortuni e una finale di Champions persa con il Milan ai rigori. Ed ecco che, visti i continui problemi fisici e qualche delusione, l’addio pareva essere la soluzione. Ma il nuovo allenatore Fabio Capello è poi riuscito a convincerlo a rimanere. David, nonostante un guaio alla spalla, è così tornato protagonista, togliendosi lo sfizio di segnare al Real e soprattutto realizzando, contro il Milan, in quel di San Siro, la rete che ha consegnato alla Vecchia Signora lo scudetto.
L’anno dopo il transalpino ha segnato 29 reti ed è stato protagonista al Mondiale 2006 con la Francia, pur sbagliando il rigore nella finale contro l’Italia. Il gesto d’amore più grande per i colori bianconeri è però stata la sua permanenza nonostante la retrocessione in Serie B, causa Calciopoli. L’immediata risalita ha portato anche la sua firma, visti i 15 gol. L’esultanza polemica con lo Spezia all’ultima giornata ha fatto pensare a un addio, ma poco dopo è arrivato il rinnovo. David ha dovuto fare i conti, negli anni successivi, con tanti infortuni, dimostrando però sempre il suo feeling con il gol, ma pagando stagioni di assestamento per il club piemontese. Ed ecco che, nell’agosto del 2010, si è trasferito all’Alicante. 171 gol in 320 partite è stato il suo bottino in bianconero. Ha chiuso la sua carriera girovagando il mondo tra Spagna, Abu Dhabi, Argentina e India. L’ultimo suo importante traguardo è stato contribuire alla risalita in massima serie del River Plate. Ma nel suo cuore, come fatto capire in più di un’intervista, ci sarà sempre la Juventus.
L’avventura in bianconero di Vlahovic è cominciata subito a suon di gol, sia in Italia che in Europa. La stagione successiva però, quella 2022/2023, è stata tutt’altro che idilliaca, in primis a causa della pubalgia, che l’ha tormentato per tanto tempo. Ha vissuto periodi di digiuno, con le critiche che sono state inevitabili. Ha comunque raggiunto la doppia cifra, proprio come lo scorso anno. L’annata d’altronde è stata molto simile, con alti e bassi. Il resto è storia di quest’anno, con l’attaccante che è a quota 4 gol. Con la speranza che possa essere l’anno buono per convincere finalmente tutti.
Chi è più forte?
Lucidità e senso del goal, colpo di testa letale, capacità di calciare indifferentemente con entrambi i piedi e abilità nel segnare in tutti i modi, persino in acrobazia. Questo è l’identikit di Trezeguet. In realtà anche Vlahovic è in grado di colpire di testa e con ambo i piedi. Insomma, nei periodi migliori il serbo è senza dubbio un grande bomber. Il francese aveva un maggior cinismo, pur avendo magari minore tecnica rispetto al classe 2000. Forse i due si differenziano soprattutto per personalità e carattere. Il buon David ne aveva da vendere, mentre Dusan, come dimostrato anche dall’esultanza di Genova, sembra subire molto spesso le pressioni. Un piccolo passo per prendersi definitivamente la Juve. Perché se c’è chi ha fatto la storia, c’è chi deve conquistarsi presente e futuro.














