Osservatorio
Ivan Juric, il “figlio sbagliato” di Gasperini
Ivan Juric alla Roma è qualcosa che non ci si aspetta. Se l’esonero di De Rossi è stato sorprendente, non meno lo è stata la scelta del suo sostituto. L’ex allenatore del Torino non è mai stato un tecnico noto per i suoi compromessi e arriva in una società squassata da polemiche e che necessita di stabilità. Se realmente uno dei motivi che hanno portato al licenziamento di De Rossi sta nella questione Dybala (che il tecnico voleva far giocare e la dirigenza voleva fuori dal progetto tattico per non far scattare il rinnovo), Juric non è un uomo che si fa comandare. Anche il suo stile di gioco è lontano anni luce da quello di De Rossi. Allora perché è stato scelto?
Juric, il croato senza compromessi nella città che non perdona
Ivan Juric è noto per essere un sergente di ferro e un uomo senza peli sulla lingua. Il suo calcio è fatto di aggressività e sfide uno contro uno. Pur essendo un “allievo” di Gasperini se ne discosta molto per filosofia. Il tecnico dell’Atalanta tiene il baricentro alto, accettando il rischio di subire dei contropiedi, di fronte alla possibilità di recuperare velocemente il pallone. Ne consegue che il suo è un calcio veloce e dinamico. Rispetto a Gasperini, Juric applica un sistema più attendista con una difesa più bassa e una maggiore circolazione della palla a discapito della verticalizzazione immediata. Ne consegue che Juric ha sempre avuto difese molto solide e attacchi che hanno stentato. Il Torino sotto la sua gestione, ha segnato in tre anni, rispettivamente 46, 42 e 36 gol. Numeri molto al di sotto di una squadra che coltivi ambizioni europee.
Una decisa inversione di tendenza rispetto al calcio di De Rossi, molto offensivo, ma che correva anche più rischi in fase di non possesso. La domanda che ci si pone è: questa rosa è adatta per i dettami del croato? Vero che l’intenzione era quella di tornare alla difesa a tre, ma non basta questo per definire Juric tecnico ideale. In un eventuale 3-4-2-1 che fine faranno i vari Cristante, Le Fee, Paredes, Kone, Pisilli, Pellegrini, El Shaarawi, Dybala e Soulé? E’ evidente che ci sono troppi giocatori per pochi posti. Tra l’altro, la cosa che avvicina di più Juric a Gasperini è la capacità di sfruttare le fasce. Ora, ok Angelino a sinistra, ma a destra la Roma ha un buco da anni. Celik non sembra il profilo ideale del croato. Di conseguenza il suo modulo sembra essere già monco.
Le questioni Dybala ed Europa
In apertura abbiamo parlato della questione Dybala. Ecco, l’argentino è uno che potrebbe essere molto a suo agio con Juric perché il croato lascia molta iniziativa agli uomini di fantasia. Tuttavia, se il diktat è quello di “far fuori” Paulo come reagirà Juric che non si fa imporre nulla? Si può immaginare che la questione sia stata dibattuta in sede di ingaggio, ma fatichiamo a vedere l’ex Torino assentire mogio ai diktat societari.
Altra questione, l’Europa. Juric è al debutto in Europa, un terreno dove negli ultimi anni i giallorossi hanno letteralmente spopolato. Già De Rossi pagò la sua inesperienza in Europa contro il Leverkusen. Ora tocca a Juric che, come il suo predecessore non si è mai confrontato con questa competizione. Il tutto nell’anno in cui le coppe sono state stravolte. Se la Roma partisse con il piede sbagliato sarebbe un’altra tegola su una stagione nata male e che rischia di finire peggio. Juric quindi dovrà battere più di uno scettico. Si tratta senza dubbio della prova più dura della sua carriera.
Davide Luciani