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C’è una squadra in testa: è l’Udinese di Runjaic
10 punti in 4 partite, 3 vittorie e 1 pareggio, imbattuti come Juventus e Inter, ma meglio di bianconeri e Campioni d’Italia, staccati di due punti. Non stiamo parlando del Napoli, che comunque insegue a -1, e neanche del Milan, che a dirla tutta ha la metà dei punti. Non stiamo parlando nemmeno della Roma, relegata nei bassifondi e con ancora 0 vittorie nel tabellino.
La sorpresa di quest’anno, o almeno di settembre, è l’Udinese di Runjaic che grazie alla vittoria per 2 a 3 sul campo del Parma vola in testa alla classifica.
I segreti del tecnico tedesco dell’Udinese
Nazionalità tedesca, di origini croate, sulla carta d’identità ha scritto Vienna nel luogo di nascita, eppure Runjaic si definisce jugoslavo. Jugoslavi erano i nonni, jugoslavi erano gli zii, jugoslavo era lui, che ha trascorso l’infanzia vicino Belgrado. Idee chiare per un allenatore che fin qui aveva allenato solo in Germania (serie B, terza, quarta e quinta lega) e Polonia. E che ha portato a Udine un’energia nuova. “La chiave della mia idea di gioco è lo spirito di squadra – ha spiegato il tecnico dei friulani – la connessione tra difesa e attacco, l’intensità, l’energia”.
Il gruppo, insomma, ma anche la capacità di alzare i giri del motore. Anche quando le cose si mettono male. Con il Parma, infatti, il primo tempo finisce 2 a 0 per i padroni di casa, poi gli uomini di Runjaic rientrano in campo trasformati e soprattutto trascinati da Lucca e Thauvin, alla terza rete stagionale. “La fonte principale di orgoglio è la velocità con cui abbiamo creato un legame all’interno della squadra, nel club, ma anche con i tifosi”.
Una campagna acquisti mirata, come sempre
A supporto di tutto questo c’è stata una campagna acquisti che, come spesso accade da queste parti, è stata mirata e attenta, andando a scovare talenti nascosti e profili sconosciuti. È stato riscattato per 8 milioni dal Pisa Lorenzo Lucca, punta centrale sottovalutata a livello nazionale, mentre dall’Anversa è arrivato il trequartista Jurgen Ekkelenkamp, per 5,5 milioni. Altri 10 milioni sono arrivati per Pizarro, Sava, Karlstrom, Rui Modesto. È tornato Alexis Sanchez, sono arrivati in prestito Touré e Atta.
Poi ovviamente le cessioni, le plusvalenze, quelle che permettono di tirare avanti la carretta: il ritorno di Martins e Walace in Brasile ha fruttato 18 milioni di euro, mentre Nehuen Perez è stato pagato, tra prestito e obbligo, 15 milioni di euro dal Porto. Risultato? Una differenza tra uscite ed entrate di appena 500 mila euro.
Come a dire che le idee, a volte, valgono di più dei milioni.