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Moise Kean, talento o abbaglio?
Quando Moise Kean era un ragazzino era considerato il talento più promettente del calcio italiano. Il classe 2000 questa estate è stato ceduto alla Fiorentina dopo tre stagioni anonime alla Juventus. In maglia viola sembra un altro giocatore fin qui e ha già messo a segno 3 reti in 5 match. Il gol in Nazionale ad Israele ha confermato come l’italiano sia in un buono stato di forma. E’ presto per affermare che finalmente possa esplodere e dimostrare il suo valore, ma la strada è quella giusta.
Kean: nascita, caduta e possibile rinascita
Moise Kean debuttò in serie A nella Juventus a 16 anni e 9 mesi e fu il primo classe 2000 italiano ad esordire in serie A e Champions League. Al Verona siglò il suo primo gol in A a 17 e il primo in bianconero a 19. Tuttavia, la sua carriera è sempre stata condita da alti e bassi. Quando la Juventus lo cedette all’Everton per 27,5 milioni di euro nell’estate del 2019 molti gridarono allo scandalo nel vedere la Vecchia Signora vendere un giovane talento italiano, pur a cifre importanti. Quando lo ricomprò nell’estate 2021 , in prestito biennale con obbligo di riscatto fissato a 28 milioni di euro la cifra fu ritenuta una follia. In due anni Moise aveva fatto male in Premier League, ma si era esaltato in prestito al Psg , siglando 17 reti in 41 gare stagionali.
In bianconero ha disputato tre stagioni pessime, non riuscendo mai a imporsi e dando ragione ai suoi detrattori. La verità è che alla Juventus non ha mai avuto una vera chanche. Nella sua prima esperienza in bianconero era troppo giovane, nella seconda era chiuso da troppi campioni e nella terza vi era troppa confusione. Non va dimenticato che lui tornò per sostituire Ronaldo l’ultimo giorno di mercato. Una eredità che avrebbe schiacciato chiunque. La gestione che ne fece Allegri poi fu disastrosa. Ora Kean a Firenze può veramente dimostrare il suo potenziale.
Moise Kean, Firenze è l’occasione giusta?
Moise Kean è sempre stato considerato un talento, ma, anche a causa di alcuni comportamenti non propriamente professionali, in molti lo hanno considerato un giocatore sopravvalutato. La verità è che spesso ci si scorda che Moise ha solo 24 anni e che ha già vissuto tante “vite” in carriera. In nessuna delle sue precedenti è stato centrale nel progetto tattico del club. Ora a Firenze questa centralità gli viene riconosciuta. Non è detto che basti per renderlo un campione. Magari diventerà solo un buon giocatore, ma finalmente si saprà la verità. In un ambiente esigente, ma comunque meno obbligato alla vittoria come Firenze, Moise ha l’occasione per riscattarsi e dimostrare di poter essere il futuro dell’attacco viola e della Nazionale. Dipenderà tutto dalla sua volontà.
Davide Luciani