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4 dal Napoli, nessuno dal Milan, solo 1 per Roma e Lazio. Un’analisi delle convocazioni di Spalletti

Neanche il tempo di iniziare, che il campionato si è già fermato. Ecco la prima pausa delle nazionali, a spezzare l’avvio delle partite e il ritrovato trend dei finesettimana calcistici.

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Perché le convocazioni di Luciano Spalletti mettono in luce la carenza di talento nella filiera calcistica italiana.

C’è la Nations League, ci sono le sfide contro Francia e Israele da onorare fino in fondo. Anche perché le ultime apparizioni dell’Italia ce le ricordiamo bene, purtroppo.

Ho vissuto un’estate bruttissima” ha detto in conferenza stampa Luciano Spalletti, che nei giorni scorsi ha diramato la lista dei suoi convocati. Convocati che, a voler usare un eufemismo, sono molto lontani dalle nazionali top, in Europa e nel mondo.

La nazionale del 2006. Fonte Foto: Eurosport

La nazionale del 2006. Fonte Foto: Eurosport

C’erano una volta i blocchi

Sono finiti i tempi in cui le squadre, soprattutto quelle di vertice, offrivano alla nazionale pacchetti già pronti di giocatori forti, assortiti, in forma. Marcello Lippi, nei convocati per il Mondiale del 2006, scelse, tra gli altri, 5 giocatori della Juventus (Zambrotta, Camoranesi, Del Piero, Cannavaro e Buffon), altri 5 dal Milan (Gattuso, Gilardino, Nesta, Inzaghi e Pirlo), 4 dal Palermo, che quell’anno arrivò quinto, (Barone, Barzagli, Zaccardo e Grosso). Già con Roberto Mancini qualcosa era cambiato, ma il blocco juventino, quello che offriva la coppia difensiva Chiellini – Bonucci e gli attaccanti Bernardeschi – Chiesa, era comunque una buona garanzia.

Adesso però non è più così e i blocchi, soprattutto, hanno perso il loro spessore: nei convocati di Spalletti la squadra più rappresentata è il Napoli (Meret, Buongiorno, Di Lorenzo, Raspadori), davanti ai campioni d’Italia dell’Inter (Dimarco, Bastoni e Frattesi) e alla Juventus (Fagioli, Gatti, Cambiaso).

Il volto nuovo Okoli. Fonte Foto: CremonaSport

Il volto nuovo Okoli. Fonte Foto: CremonaSport

La crisi del calcio italiano è la crisi dei top club

A pesare, in particolar modo, sono alcune assenze. Il Milan, ad esempio, non offre più convocati alla nazionale italiana. Roma e Lazio hanno solo Zaccagni e Pellegrini a rappresentarne i colori (per i giallorossi pesano le bocciature di El Shaarawy, Cristante e Mancini), la Fiorentina ha solo Kean, mentre il Bologna dei miracoli dello scorso anno nessuno (con Calafiori ceduto all’Arsenal), l’Atalanta campione d’Europa League ha tre nomi che sono tutti neoacquisti (Brescianini, Retegui e Bellanova).

Forse è qui che risiede la crisi del calcio italiano, una crisi tecnica ma anche di risultati. I talenti italiani trovano sempre meno spazio, le squadre che lottano per il vertice decidono di puntare su altri nomi, provenienti dall’estero, ed ecco che la filiera tricolore viene snobbata, colpita, indebolita. Ed è così che si arrivano a queste convocazioni. Convocazioni che, lo diciamo, non erano mai state così scarse.

Prof di giorno, giornalista freelance di notte. Direttore de il Catenaccio e Head Writer di Sportcafe24.com

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