Chi è il pusher?
Dybala, è stato solo il rumore dell’anima?
Una sorta d vero e proprio fulmine a ciel sereno. Un post Instagram in una serata di un quasi tranquillo giovedì d’agosto ha cambiato carte in tavola e storia. «Grazie Roma, ci vediamo domenica»: con queste semplici parole Paulo Dybala ha annunciato la sua permanenza in giallorosso, rifiutando dunque l’offerta a dir poco monstre degli arabi dell’Al-Qadsiah. Ricostruire una vicenda del genere è troppo complicato, ma sicuramente offre molti spunti per riflettere.
Su una cosa non vi è e non vi può essere alcun dubbio: l’affetto e l’amore della piazza hanno inciso e fatto la differenza. Lo si è capito dai commenti al post, dove, tra l’altro, sono apparsi anche compagni di squadra, come Pellegrini ed El Shaarawy. Insomma, sicuramente l’argentino è pedina ed elemento importante in quello spogliatoio. Il suo addio avrebbe potuto creare una sorta di vero e proprio vuoto, non solo dal punto di vista meramente tecnico e tattico. Poi certo ci sono i tifosi, che hanno sempre visto nella Joya un simbolo, il giocatore più rappresentativo. Sicuramente una sua cessione avrebbe aperto a preoccupazioni, in una stagione che può e deve dire tanto per la Roma. Ma è davvero stato solo e soltanto questo?
La verità è ovviamente difficile da sapere, ma si può provare a immaginare. Troppe lunghe sono apparse le quasi tre settimane di riflessioni, di silenzio, di tensioni e di una decisione che non arrivava. Forse non tutte le parti erano così tanto convinte, con una Roma forse quasi offesa dall’offerta di tre milioni di euro, e un club arabo che, troppe volte, ha visto cambiare carte in tavola e scenari. Sullo sfondo una famiglia, o meglio una moglie, che non ha probabilmente mai fatto i salti di gioia all’idea di un trasferimento in Arabia. Insomma, dietro pare esserci tantissimo. Sicuramente un calciatore che rinuncia a 75 milioni di euro fa parlare e fa quasi sgranare gli occhi. Ma non tutti sono uguali. E, mai come oggi, a Roma lo sano molto bene.