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C’è così tanta differenza tra Kean e Retegui?

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kean retegui

Il calciomercato è entrato nel vivo, ma ciò che forse più conta è che il campionato è davvero dietro l’angolo. Il prossimo fine settimana scatterà infatti la Serie A 2024/2025, con un’attesa spasmodica che sta ormai per finire. Riprenderanno dunque tanti duelli, con sotto la luce dei riflettori moltissimi attaccanti. Il pensiero va a due nomi, magari a volte sottovalutati, ma che possono essere assoluti protagonisti. Il riferimento è a Retegui, scelto dall’Atalanta per sostituire l’infortunato Scamacca, e Kean, che, con la Fiorentina, vuole la definitiva consacrazione. Ma c’è davvero tanta differenza tra i due? Non resta che provare a rispondere con un faccia a faccia.

Mateo Retegui, per tutti l’italo-argentino

Classe 1999, è nato a San Fernando, cittadina sita nella provincia di Buenos Aires. Cresciuto nel settore giovanile del Boca Juniors, il suo debutto in prima squadra è arrivato nel 2018. Dopo poco è però iniziata una sorta di girandola di prestiti, con l’avventura all’Estudiantes che ha portato al suo primo gol e all’inizio della sua maturazione. Maturazione che però ha un nome: Tigre. È infatti con questa squadra che il buon Mateo ha dimostrato il suo valore, dopo due anni di passaggio al Talleres di Córdoba. Nel 2022 ha segnato 23 gol in 42 partite. Sono stati questi numeri a convincere Mancini a convocarlo in Nazionale, viste la carenza di prime punte. A fare la differenza è stato il nonno materno, originario di Canicattì. E le cose non sono poi andate così male.

Retegui ci ha infatti messo un’ora per trovare la prima rete azzurra, contro l’Inghilterra, replicando poi con Malta. Insomma, in Nazionale le sue marcature sono arrivate, con anche Spalletti che ha voluto dargli fiducia. All’Europeo però non ha lasciato il segno, per quanto, va detto, non è mai realmente stato messo nelle condizioni di farlo. L’attaccante però ha fatto vedere quanto vale in Serie A, indossando la maglia del Genoa. Un avvio importanti, con i gol a Lazio e Napoli, e una stagione chiusa con nove e e tre assist. La chiamata dell’Atalanta è sta più che meritata.

Kean e una maturazione costantemente inseguita

Nato nel 2000 a Vercelli, ha dato i primi calci a un pallone in oratorio, più precisamente in quel di Don Bosco ad Asti. Insieme al fratello Giovanni, è poi entrato a far parte delle giovanili proprio del club piemontese. Fin da giovanissimo ha attirato molte attenzioni su di lui, tanto da superare un provino ed essere aggregato al Torino. Nel 2010 però c’è stata la svolta, ossia il suo passaggio alla Juventus, dietro consiglio di un suo zio. Il buon Moise, con i bianconeri, ha completato tutta la trafila nelle giovanili. E  in Primavera, sotto la guida di Fabio Grosso, ha raggiunto una grande continuità, sfiorando lo scudetto.

Nella stagione 2016/2017, Massimiliano Allegri ha iniziato a concedergli qualche apparizione in prima squadra, facendolo debuttare in Serie A all’età di 16 anni e 9 mesi. E poco dopo è arrivato anche il suo esordio in Champions. Insomma, tappe a dir poco bruciate. A chiudere il cerchio, la prima rete in Serie A contro il Bologna, datata 27 maggio 2017. Per crescere e maturare definitivamente, sono iniziati i prestiti, come quello al Verona. Un infortunio agli adduttori l’ha leggermente frenato, ma le sue qualità si sono viste ancora una volta. Ed è per questo che è tornato alla casa madre, dove, dopo una partenza in sordina, è stato protagonista, con sei gol nella seconda metà di campionato. E una firma in calce nella vittoria dello scudetto.

Eppure nonostante ciò, non è arrivata la conferma in bianconero. Moise Kean ha così vissuto due esperienze all’estero. All’Everton ha pagato difficoltà ambientali e disciplinari, trovando poco spazio. Al Psg ha però stupito tutti, con 17 gol, di cui 13 in campionato.  Tra l’altro, a soli 20 anni e 243 giorni, è diventato il calciatore italiano più giovane a segnare un gol in Champions League, superando il precedente record di un certo Alessandro Del Piero. Una cosa non da poco, accompagnata da Supercoppa e Coppa di Francia. Il resto è storia recente, con un ritorno alla Juve, dove però, nonostante qualche buona prestazione e reti anche importanti, non è mai riuscito a trovare continuità e fiducia, forse pure a causa di qualche problema fisico. La Fiorentina varrà la rivincita?

Chi è più forte?

Difficile, è forse anche un po’ inutile, fare un confronto tra i due. Retegui ha sempre avuto una discreta continuità, pur senza strafare. Il suo fisico gli permette di duellare con i difensori, di farsi valere in area di rigore e di giocare molto di sponda. L’italo-argentino però non disdice sfruttare la profondità e imbucarsi tra le maglie larghe della difesa, mostrando anche una discreta rapidità. Moise Kean è invece l’attaccante delle tappe bruciate e delle tante aspettative, molto spesso mai confermate. Il pensiero va al suo rapporto con la maglia azzurra, un po’ di odio e amore. Una grande delusione le sue mancate convocazioni a Euro 2021 e Euro 2024. Perché nel giro della Nazionale lui c’è, ma qualcosa difetta. Fisico, tecnica, velocità, senso del gol e duttilità: non sembra mancargli nulla. Forse è davvero solo una questione di testa.

Giornalista freelance, copywriter e ghostwriter. Sono uno dei volti e delle firme storiche di Sportcafe24.com

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