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Artem Dovbkyk, la nuova macchina del gol della Roma

Il tempo è scaduto, il cronometro segna sul quadrante il minuto 120. Un giro d’orologio, prima del triplice fischio, prima dei calci di rigore. Svezia e Ucraina sono ferme sull’1 a 1, sono gli ottavi di finale degli Europei 2020, a Glasgow. A Zinchenko aveva risposto Forsberg e da quel momento il risultato non è più cambiato.
Artem Dovbkyk era entrato da neanche un quarto d’ora, al posto di Yarmolenko. Corre, sgomita, si offre. Tocca pochissimi palloni. Ne tocca uno, quello che serve. Cross in mezzo, in aerea è da solo, unica maglia blu in mezzo alle tre gialle della Svezia. Eppure la palla la prende lui. Di testa, il suo colpo preferito. Un colpo delicato e preciso, quel tanto che basta per fare gol. Un gol storico, che manda l’Ucraina per la prima volta nella sua storia ai quarti di finale di un Europeo. Il gol più importante, senza dubbio, della carriera del nuovo attaccante della Roma di Daniele De Rossi.

Artem Dovbyk. Fonte foto: SiamoLaRoma
Alla scoperta di Dovbkyk
Classe 1997, originario di Cherkasy, a sud di Kiev, sulla sponda occidentale del fiume Dnepr. Dovbkyk inizia a giocare a calcio qui, nelle fila della OPFK Cherkashchyna. Dopo il diploma si è segnato all’Istituto di cultura fisica, sport e salute dell’Università nazionale, “Bohdan Khmelnytskyi”. I suoi primi allenatori sono Oleksiy Yakovych Blokha e Serhii Ivanovich Serhiyenko ed è qui che lo notano gli osservatori del Metalist. Dovbkyk viene ingaggiato per un periodo di prova, ma si infortuna al ginocchio e torna a casa, dove gioca fino al 2015, quando arriva un’altra, la prima grande chiamata: quella del Dnipro.
Il primo anno è difficile, viene mandato in prestito in Moldavia, allo Zaria Balti, ma gioca solo 4 partite. “Non sapevano dirmi perché non giocavo. A quanto pare fui vittima di alcuni intrighi interni”. Quando torna alla base Dovbkyk inizia a giocare e, soprattutto, a segnare: 6 gol in 23 presenze al primo anno, 12 in 13 alla seconda. Così nel 2017 è pronto a rifare le valigie, lo vuole il Midtjylland, che deve sostituire Sorloth (l’attaccante ex Villareal che è stato acquistato dall’Atletico Madrid proprio dopo il “no” dell’attaccante ucraino). Ma anche qui le cose non vanno bene: dopo le prime panchine, arriva finalmente qualche chance ma contro l’Aalborg il classe 1997 si rompe il legamento crociato anteriore. “L’infortunio mi ha messo ko e prima di riprendermi completamente passarono circa due anni – ha raccontato – ma sono diventato più forte sia mentalmente sia fisicamente”.

Dovbyk presentato come nuovo calciatore della Roma. Fonte foto: Il Romanista
Il ritorno a casa e l’esplosione in Spagna
Per riprendersi prima va in prestito al SønderjyskE, poi decide di tornare a casa, al Dnipro. La stagione più bella è quella 2022-2023: 29 gol in 39 presenze, una forma fisica che non solo sembra quella di sempre, ma appare addirittura migliorata, più forte, più sicura. Numeri e stazza che non passano inosservati in Spagna: lo vuole il Girona, che intanto ha ceduto Castellanos alla Lazio. Sul banco ci sono 8 milioni di euro, il trasferimento più oneroso nella storia del piccolo club spagnolo, che lo scorso anno fa una stagione da record, trascinato dai gol di Dobvyk: 24 centri in 39 partite, titolo di capocannoniere e qualificazione in Champions League.
Lo chiamano “La macchina da gol”, perché riesce a fare centro in tutti i modi. Di testa, di destro, di sinistro, dal dischetto, da punizione. Una macchina da gol perfetta per sostituire Lukaku e per puntellare l’attacco della Roma, che potrà contare anche sull’estro di Dybala e Soulé. Due fantasisti a sostegno di un ariete. Il primo ucraino della storia giallorossa. Il primo vincitore di una classifica capocannonieri estera che arriva a Trigoria.
Le premesse sono buone. Adesso parlerà il campo.












