Faccia a Faccia
Chi può fare meglio tra Højlund e Wirtz?
Euro 2024 è arrivato al momento più atteso, ossia la fase a eliminazione diretta. Oggi infatti prendono il via gli ottavi di finale. E mentre, come è normale che sia, tutti gli occhi del Belpaese saranno puntati su Svizzera-Italia, non ci si può dimenticare che una sfida interessante è senza dubbio anche quella tra Germania e Svizzera. Un match dove i duelli a distanza saranno tantissimi. A spiccare è però quello tra Højlund e Wirtz. Un faccia a faccia che porta a chiedersi chi potrebbe essere la stella del futuro. Per rispondere non si può che analizzare carriera e caratteristiche dei due.
Højlund, l’ennesima scommessa (vinta) dell’Atalanta
Nato a Copenaghen nel 2003, è cresciuto nelle giovanili del club della città danese. Il debutto in prima squadra arriva nel 2020 e il rendimento è fin da subito buono, per quanto non eccezionale dal punto d vista realizzativo: 5 gol in 32 presenze. Questi numeri gli sono comunque valsi la chiamata dello Sturm Graz. Nella prima divisione austriaca è continuata la sua maturazione, con 12 gol e un assist. Insomma, fin da subito si è capito che, sottoporta, il ragazzo sapeva il suo. Il resto è storia recente e che si conosce molto bene.
Infatti, nell’estate del 2022, a puntare su Højlund è l’Atalanta, spendendo ben 17 milioni di euro. Ed è stato con gli orobici che l’attaccante scandinavo è esploso definitivamente. La punta ha difatti letteralmente stregato la Serie A. Il primo gol è arrivato il 5 settembre, con una stagione che si è chiusa con 9 gol. A colpire è stata in primis la sua fisicità, con il paragone con Haaland che è stato immediato. Al classe 2003 non mancano fiuto del gol, velocità e tecnica. Tutte caratteristiche che gli consentono di essere un attaccante moderno, in grado di svariare su tutto il fronte offensivo. Insomma, per usare un termine del mondo del basket, un vero e proprio pivot, in grado di segnare, ma anche anche di giocare do sponda e far segnare i compagni. Tutte qualità che hanno convinto il Manchester United a investire 70 milioni di euro più 10 di bonus. Con i Red Devils è arrivato a segnare in Champions e, dopo un avvio stentato in Premier, nel girone di ritorno è stato grande protagonista, arrivando in doppia cifra.
Wirtz, dal Bayer Leverkusen alla Germania
Anch’egli classe 2003, viene considerato, insieme ad Havertz, la stella della Germania. Cresciuto nel Colonia, a soli 16 anni è approdato al Bayer Leverkusen ed è diventato il più giovane esordiente nella storia del club, giocando la sua prima partita a 17 anni. La sua crescita è stata esponenziale ed è, fin da subito, diventato un pilastro e un elemento chiave. Non è un caso che a oggi, sia anche il più giovane marcatore della Bundesliga, segnando all’età di 17 anni e 34 giorni il gol del definitivo 2-4 nella sconfitta interna contro il Bayern Monaco. Dunque il futuro passa davvero dai suoi piedi, dai suoi gol, dai suoi assist e dalle sue giocate, che si stanno vendendo anche in quest’Europeo. Dopo alcune buone stagioni, la consacrazione per lui è arrivata quest’anno, grazie anche alla stagione storica vissuta dal Bayer Leverkusen. Dietro la sua definitiva esplosione, c’è senza alcun dubbio la mano di Xabi Alonso. Wirtz ha realizzato 11 gol e servito 11 assist in Bundesliga. A questi vanno poi aggiunte le 4 reti e i 4 assist in Europa League e i 3 gol e i 4 assist nella Coppa di Germania. I suoi sono numeri da capogiro.
Ma che giocatore è il teutonico? Stiamo parlando di un centrocampista puramente offensivo, o meglio di un trequartista moderno. In molti pensano che lui sia un vero e proprio innovatore di questo ruolo. I suoi punti di forza sono capacità di inserimento e tecnica. Tecnica che gli consente di fare ciò che vuole quando ha la palla tra i piedi, con una visione di gioco fuori dal comune. Forse pecca un po’ in velocità, ma l’agilità gli consente di trovare quasi sempre la giocata giusta. Per non dimenticarsi del suo tiro, preciso e potente, e della sua personalità, che lo rendono un autentico leader.
Chi è più forte?
Appare chiaro che stiamo parlando di due giocatori diversi: Højlund è una punta centrale, mentre Wirtz, pur avendo spiccate doti offensive, è un centrocampista. Ad accomunarli sono il senso del gol, il vedere molto la porta e soprattutto l’età. Un’età che permette a entrambi di aver ampissimi margini di miglioramento. Però, dovendo fare un nome e una scelta, il tedesco a oggi, e anche in quest’Europeo, ha dimostrato di avere qualcosa in più. Sicuramente dalla sua c’è la forza della Germania e un Bayer che ha vissuto un anno d’oro, mentre il danese ha dovuto fare i conti con gli alti e bassi dello United. Ma chissà che il riscatto per lui non posso iniziare proprio nel match di oggi. Il calcio, d’altronde, offre sempre tante opportunità.