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Nicolò Barella, quasi un rombo di tuono

C’è la firma di Nicolò Barella sulla prima vittoria dell’Italia in questo Euro2024. Un gol per completare la rimonta contro l’Albania, passata in vantaggio dopo neanche 60 secondi. Un gol per aprire le danze, per trovare i 3 punti, per far capire a tutti che ci siamo anche noi. Un gol per svegliare gli Azzurri, in campo e sugli spalti, davanti ai televisori e ai maxischermi, su e giù per la penisola e sparsi qua e là per il mondo.
C’è la firma di Nicolò Barella su un gol che, stando alla vigilia, non avrebbe neanche potuto fare: era infortunato, aveva saltato gli ultimi allenamenti, sembrava out. “Ma questo punto della stagione è anche meglio così, si è riposato” ha spiegato Spalletti. Che sa che è lui l’elemento imprescindibile della sua formazione.
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Barella con la maglia del Cagliari. Fonte Foto: Eurosport
Barella, lo stesso sangue di Gigi Riva
Nicolò Barella nasce nel 1997 a Pirri, Cagliari, e cresce a Sestu. A 3 anni ha già il pallone tra i piedi e inizia ad affinare la tecnica in una scuola calcio che porta il nome del più grande calciatore sardo di tutti i tempi, uno dei più forti della storia d’Italia: Gigi Riva. La mamma però non è contenta, il mondo del calcio non le piace. Lo porta a provare il minibasket, a Barella piace, ma la scintilla non scatta. Torna a giocare a calcio e nel 2006 approda al Cagliari. Ci resterà fino al 2019, dopo un anno di Erasmus in continente, in prestito al Como, le statistiche diranno 112 presenze e 7 reti prima di spiccare il salto con l’Inter.
“Sono orgoglioso di lui perché rappresenta Cagliari e la Sardegna, proprio come la rappresentavo io” ha detto di lui Gigi Riva. E se non è un’investitura questa, insomma.
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Niccolò Barella. Fonte foto: Eurosport
Un leader neanche troppo silenzioso
Se lo metti nella stessa frase con Gigi Riva, Barella si emoziona e forse si vergogna. “Puoi fare tutto nella tua carriera – ha detto – ma non farai mai quello che ha fatto Gigi Riva per Cagliari. Quando mi ha detto che mi conosceva e mi ha fatto i complimenti mi ha reso orgoglioso di quello che faccio e di quello che ho fatto”.
E cosa sta facendo Barella? Sta diventando uno dei centrocampisti più forti del panorama europeo. Un calciatore dinamico, forte, tecnico, capace di coprire qualsiasi zona del campo, di intervenire in difesa e di proporsi in attacco. Capace di segnare. Una palla vagante, che arriva proprio al limite dell’area. Un colpo forte, forse preso male, tra collo e stinco, ma talmente potente da scagliare la palla in rete. Italia in vantaggio, Strakosha battuto. Un gol che sembra un rombo. Un rombo di tuono.
